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Ricorso inammissibile: rinuncia ai motivi d’appello

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile poiché i motivi, relativi alla mancata concessione di attenuanti generiche, erano stati oggetto di rinuncia in appello e non sono consentiti nel giudizio di legittimità ai sensi dell’art. 599-bis c.p.p. La decisione comporta per i ricorrenti la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 21 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando la Rinuncia ai Motivi Blocca la Cassazione

L’ordinanza in esame della Corte di Cassazione offre un importante chiarimento sui limiti del ricorso nel giudizio di legittimità, in particolare quando si tratta di motivi d’appello a cui si è rinunciato. Comprendere le ragioni che portano a un ricorso inammissibile è fondamentale per qualsiasi strategia processuale, poiché una mossa sbagliata può precludere definitivamente la possibilità di far valere le proprie ragioni. Il caso analizzato dimostra come la coerenza processuale e la corretta formulazione dei motivi siano requisiti imprescindibili per superare il vaglio della Suprema Corte.

I Fatti alla Base della Decisione

Due soggetti avevano presentato ricorso per Cassazione contro una sentenza della Corte d’Appello di Bari. L’impugnazione si fondava su doglianze relative al vizio di motivazione della sentenza di secondo grado, specificamente per la mancata applicazione delle attenuanti generiche. Tuttavia, un dettaglio processuale si è rivelato fatale per l’esito del ricorso: gli stessi motivi erano stati oggetto di rinuncia nel precedente grado di giudizio, ovvero in appello. Questo atto di rinuncia ha avuto un peso determinante nella valutazione della Suprema Corte.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione, con la procedura semplificata de plano (cioè senza udienza pubblica), ha dichiarato i ricorsi proposti totalmente inammissibili. Di conseguenza, i ricorrenti sono stati condannati in solido al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. La decisione, sebbene drastica, è una diretta applicazione dei principi che regolano il giudizio di legittimità.

Le Motivazioni: Analisi del Ricorso Inammissibile

La Corte ha basato la sua decisione su un principio cardine della procedura penale: non tutti i motivi di doglianza possono essere portati all’attenzione della Cassazione. Il giudizio di legittimità, infatti, non è una terza istanza di merito dove si possono ridiscutere i fatti o le valutazioni discrezionali del giudice, ma un controllo sulla corretta applicazione della legge.

Nel caso specifico, i giudici hanno evidenziato che le lamentele relative al vizio di motivazione sulla mancata applicazione delle attenuanti generiche non sono ammesse in sede di legittimità, soprattutto quando tali motivi erano stati oggetto di una precedente e formale rinuncia. La scelta di rinunciare a un motivo di appello è un atto processuale che consolida la decisione su quel punto, impedendo che possa essere riproposto in un successivo grado di giudizio. Invocare l’articolo 599-bis del codice di procedura penale non è sufficiente a superare questa preclusione. Di conseguenza, il ricorso inammissibile è stata la conclusione inevitabile.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia

Questa ordinanza ribadisce un’importante lezione per la pratica legale: la strategia processuale deve essere coerente e ponderata in ogni sua fase. La rinuncia a un motivo di appello è una scelta definitiva con conseguenze che si estendono fino all’eventuale ricorso in Cassazione. La dichiarazione di inammissibilità non solo chiude la porta a un riesame della questione, ma comporta anche significative sanzioni economiche per i ricorrenti. La decisione sottolinea l’importanza di formulare i motivi di ricorso con estrema attenzione, assicurandosi che rientrino nei limiti stretti del sindacato di legittimità, per evitare che l’impugnazione si areni prima ancora di essere discussa nel merito.

Quando un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile quando i motivi proposti non sono consentiti dalla legge per il giudizio di legittimità. Nel caso specifico, le doglianze riguardavano vizi di motivazione su attenuanti generiche, un tema che era già stato oggetto di rinuncia in appello.

Cosa significa che la Corte decide ‘de plano’?
Significa che la Corte prende la sua decisione basandosi esclusivamente sugli atti scritti, senza la necessità di un’udienza formale, poiché l’inammissibilità del ricorso è evidente e non richiede ulteriore discussione.

Quali sono le conseguenze di un ricorso inammissibile?
La conseguenza principale è che il ricorso non viene esaminato nel merito. Inoltre, i ricorrenti vengono condannati al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, in questo caso di 3.000 euro, a favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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