Ricorso Inammissibile: Quando la Cassazione Chiude le Porte
Presentare un ricorso alla Corte di Cassazione richiede un rigore tecnico e giuridico che non lascia spazio a imprecisioni. Un ricorso inammissibile non è solo un’opportunità mancata, ma comporta anche conseguenze economiche per chi lo propone. Un’ordinanza recente della Suprema Corte ci offre un chiaro esempio dei requisiti necessari per superare il vaglio di legittimità e delle ragioni che portano a una declaratoria di inammissibilità.
I Fatti del Processo
Il caso trae origine dal ricorso presentato da un individuo avverso una sentenza della Corte d’Appello di Venezia. L’appellante ha portato le proprie doglianze dinanzi alla Corte di Cassazione, cercando di ottenere l’annullamento della decisione precedente. Tuttavia, l’esito del giudizio di legittimità si è rivelato sfavorevole, non per il merito delle questioni sollevate, ma per un vizio procedurale fondamentale.
La Decisione della Corte: un Ricorso Inammissibile
La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione significa che i giudici non sono entrati nel merito delle questioni sollevate dal ricorrente, ma si sono fermati a un esame preliminare, riscontrando che l’atto mancava dei requisiti essenziali previsti dalla legge per questo tipo di impugnazione. La conseguenza diretta è la conferma definitiva della sentenza emessa dalla Corte d’Appello.
Le Motivazioni: Perché il Ricorso è Stato Dichiarato Inammissibile?
La Suprema Corte ha basato la sua decisione su ragioni precise e di natura strettamente procedurale. I giudici hanno ritenuto che le censure, ovvero i motivi di ricorso, non fossero consentite dalla legge in sede di legittimità. In particolare, il ricorso era carente sotto diversi profili:
1. Mancanza di Puntuale Enunciazione Giuridica: Il ricorrente non ha esposto in modo chiaro e specifico le ragioni di diritto che giustificavano l’impugnazione. Mancava un’analisi legale puntuale delle presunte violazioni commesse dalla Corte d’Appello.
2. Carenza di Riferimenti alla Motivazione Impugnata: L’atto non conteneva riferimenti congrui e pertinenti alla motivazione della sentenza contestata. In pratica, le critiche erano generiche e non si confrontavano direttamente con le argomentazioni dei giudici di secondo grado.
3. Contestazioni sul Merito e non sulla Legittimità: Le questioni sollevate – come la sussistenza di cause di non punibilità, la qualificazione giuridica dei fatti e la misura della pena – rappresentavano tentativi di ottenere una nuova valutazione del merito della vicenda. Questo tipo di riesame è precluso alla Corte di Cassazione, il cui compito è solo quello di verificare la corretta applicazione della legge (giudizio di legittimità), non di riesaminare i fatti.
Le Conclusioni: Le Conseguenze dell’Inammissibilità
In base all’art. 616 del codice di procedura penale, la declaratoria di ricorso inammissibile comporta conseguenze significative per il ricorrente. La Corte, infatti, non si è limitata a respingere il ricorso, ma ha condannato l’individuo al pagamento delle spese processuali. Inoltre, ha inflitto una sanzione pecuniaria di tremila euro da versare alla Cassa delle ammende.
Questa pronuncia ribadisce un principio fondamentale: il ricorso per cassazione è uno strumento tecnico che deve essere utilizzato per denunciare vizi di legge specifici e non può trasformarsi in un terzo grado di giudizio sul merito dei fatti. La precisione nella formulazione delle censure e il rispetto dei limiti del giudizio di legittimità sono requisiti indispensabili per evitare una declaratoria di inammissibilità e le relative sanzioni economiche.
Perché un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile quando le censure sollevate non sono consentite dalla legge in sede di legittimità, ad esempio perché sono prive di una puntuale enunciazione delle ragioni di diritto, non si confrontano con la motivazione del provvedimento impugnato o chiedono una nuova valutazione dei fatti.
Cosa non può fare la Corte di Cassazione quando esamina un ricorso?
La Corte di Cassazione non può riesaminare i fatti del processo. Il suo compito è limitato a un giudizio di legittimità, ossia a verificare se la legge sia stata applicata correttamente dai giudici dei gradi precedenti, senza poter entrare nel merito di questioni come la sussistenza di cause di non punibilità o la misura della pena.
Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
In base all’art. 616 del codice di procedura penale, la dichiarazione di inammissibilità comporta per il ricorrente la condanna al pagamento delle spese del procedimento e di una somma in denaro, in questo caso fissata in 3.000 euro, in favore della Cassa delle ammende.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 35587 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 35587 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME COGNOME
Data Udienza: 04/07/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: COGNOME NOME NOME a VERONA il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 26/10/2023 della CORTE APPELLO di VENEZIA
dato avviso alle parti; udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
letto il ricorso proposto nell’interesse di NOME COGNOME avverso la sentenza in epigrafe; esaminati gli atti e il provvedimento impugNOME;
ritenuto che il ricorso è inammissibile perché le censure addotte non sono consentite dalla legge in sede di legittimità in quanto prive della puntuale enunciazione delle ragioni di diritt lo giustificano e dei correlati congrui riferimenti alla motivazione dell’atto impugNOME rispett lamentata verifica della sussistenza di cause di non punibilità, alla qualificazione da dare ai alla misura della pena e alla presenza di violazioni di legge;
rilevato che all’inammissibilità del ricorso conseguono le pronunce di cui all’art. 616 proc. pen.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di Euro tremila in favore della Cassa delle ammende. Così deciso in data 4 luglio 2024.