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Ricorso inammissibile: requisiti di specificità

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile a causa della genericità e aspecificità dei motivi presentati. L’ordinanza sottolinea che un atto di impugnazione deve contenere censure chiare e pertinenti alla sentenza impugnata, come previsto dal codice di procedura penale. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 26 dicembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso inammissibile: la Cassazione ribadisce i requisiti di specificità

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha riaffermato un principio fondamentale della procedura penale: la necessità di formulare motivi di ricorso specifici e non generici. Un atto di impugnazione vago e astratto è destinato a essere dichiarato ricorso inammissibile, con conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese e di una sanzione. Analizziamo questa decisione per comprendere le sue implicazioni pratiche.

I Fatti del Processo

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza della Corte d’Appello. Il difensore lamentava, in un unico motivo, la violazione di legge e il difetto di motivazione della sentenza impugnata. La difesa sosteneva che la Corte territoriale non avesse adeguatamente giustificato la propria decisione in merito alla responsabilità penale del suo assistito.

La Decisione della Corte e il principio del ricorso inammissibile

La Suprema Corte ha esaminato l’atto di impugnazione e lo ha immediatamente dichiarato ricorso inammissibile. I giudici hanno ritenuto che le censure mosse alla sentenza di secondo grado fossero formulate in termini “assolutamente generici” e “del tutto aspecifici”. Invece di contestare punti specifici del ragionamento della Corte d’Appello, il ricorso si limitava a criticare in modo vago la mancanza di una “idonea motivazione”, senza però confrontarsi con l’effettivo apparato argomentativo della pronuncia.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha fondato la propria decisione sui precetti degli articoli 581 e 591 del codice di procedura penale. Queste norme impongono, a pena di inammissibilità, che i motivi di impugnazione indichino specificamente le ragioni di diritto e gli elementi di fatto che sorreggono ogni richiesta. Nel caso di specie, mancava un confronto critico e puntuale con le giustificazioni fornite dalla sentenza impugnata a sostegno dell’affermazione di responsabilità penale. Il ricorso, pertanto, non superava il vaglio preliminare di ammissibilità.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

La pronuncia in esame serve da monito per la redazione degli atti di impugnazione. Non è sufficiente una critica generica alla sentenza che si intende contestare. È invece indispensabile articolare censure specifiche, pertinenti e che si confrontino direttamente con la motivazione del giudice precedente. La conseguenza di un ricorso inammissibile non è solo la mancata valutazione nel merito delle proprie ragioni, ma anche una condanna economica. In questo caso, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i motivi presentati erano formulati in termini generici e aspecifici, senza un confronto diretto e puntuale con le argomentazioni della sentenza impugnata.

Quali sono le conseguenze per il ricorrente a seguito della dichiarazione di inammissibilità?
Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e a versare la somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Quali requisiti legali deve rispettare un ricorso per essere considerato ammissibile?
Secondo gli articoli 581 e 591 del codice di procedura penale, un ricorso deve indicare specificamente le ragioni di diritto e gli elementi di fatto che supportano ogni richiesta, evitando censure generiche.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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