Ricorso Inammissibile: Quando la Genericità Costa Cara
Presentare un ricorso in Cassazione richiede precisione e chiarezza. Un recente provvedimento della Suprema Corte ci ricorda l’importanza fondamentale dei requisiti formali, chiarendo come un ricorso inammissibile per genericità possa portare non solo al rigetto, ma anche a conseguenze economiche significative per il ricorrente. La decisione in esame, emessa dalla Settima Sezione Penale, evidenzia come la mancata specificazione dei motivi di impugnazione impedisca al giudice di esercitare il proprio sindacato, rendendo l’atto del tutto inefficace.
I Fatti del Caso
Un soggetto proponeva ricorso dinanzi alla Corte di Cassazione avverso una sentenza della Corte d’Appello di Napoli. Il ricorso si basava su un unico motivo, con cui si lamentava una presunta violazione di legge. Tuttavia, secondo la Suprema Corte, il motivo addotto era stato formulato in modo eccessivamente generico e indeterminato. In particolare, il ricorrente non aveva indicato gli elementi specifici e i fatti che avrebbero dovuto sostenere la sua tesi, limitandosi a una critica vaga della decisione di secondo grado, che invece presentava una motivazione logicamente corretta.
I requisiti per evitare un ricorso inammissibile
La normativa processuale, in particolare l’articolo 581, comma 1, lettera c) del codice di procedura penale, stabilisce che l’atto di impugnazione debba contenere, a pena di inammissibilità, l’indicazione specifica delle ragioni di diritto e degli elementi di fatto che sorreggono ogni richiesta. Questo requisito non è un mero formalismo, ma una garanzia fondamentale. Esso permette al giudice dell’impugnazione di comprendere esattamente quali parti della sentenza precedente sono contestate e per quali motivi. Senza questa specificità, il giudice non può svolgere il suo ruolo di controllo e valutazione, e il ricorso perde la sua funzione essenziale. Il ricorso inammissibile è, di fatto, un atto che non può essere esaminato nel merito.
Le Motivazioni della Decisione
La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile proprio per la sua manifesta genericità. I giudici hanno sottolineato che, di fronte a una motivazione della sentenza impugnata ritenuta “logicamente corretta”, il ricorrente aveva l’onere di indicare con precisione gli elementi alla base della sua censura. In assenza di tali elementi, il ricorso si è rivelato privo dei requisiti prescritti dalla legge. La Corte ha ritenuto che l’atto non consentisse di “individuare i rilievi mossi ed esercitare il proprio sindacato”. Di conseguenza, la Corte non solo ha dichiarato l’inammissibilità, ma ha anche condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.
Conclusioni
Questa ordinanza ribadisce un principio cruciale nella pratica legale: la specificità dei motivi di ricorso è un requisito imprescindibile. Una contestazione generica e non supportata da elementi concreti si traduce in un ricorso inammissibile, con conseguente condanna alle spese. Per i professionisti del diritto e per i loro assistiti, ciò significa che ogni impugnazione deve essere preparata con la massima cura, articolando chiaramente le ragioni di fatto e di diritto che la sostengono. Ignorare questa regola non solo preclude la possibilità di ottenere una riforma della sentenza sfavorevole, ma comporta anche un ulteriore e significativo onere economico.
Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché ritenuto generico e indeterminato. Non indicava gli elementi specifici a supporto della censura contro la sentenza impugnata, violando i requisiti prescritti dall’art. 581, comma 1, lett. c) del codice di procedura penale.
Quali sono le conseguenze per il ricorrente a seguito della dichiarazione di inammissibilità?
A seguito della dichiarazione di inammissibilità, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.
Cosa richiede la legge per un ricorso valido?
La legge richiede che il ricorso indichi in modo specifico le ragioni di diritto e gli elementi di fatto che sostengono ogni richiesta. Questa specificità è necessaria per permettere al giudice di individuare i rilievi mossi e di esercitare il proprio controllo sulla decisione impugnata.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 22448 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 22448 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 16/04/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: COGNOME NOME nato il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 04/10/2023 della CORTE APPELLO di NAPOLI
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
Letto il ricorso di COGNOME, ritenuto che l’unico motivo di ricorso, che lamenta violazione di legge in relazione all’art. 129 cod. proc. pen., è generico per indeterminatezza perché privo dei requisiti prescritti dall’art. 581, comma 1, lett. c) cod. proc. pen. in quanto, fronte di una motivazione della sentenza impugnata logicamente corretta, non indica gli elementi che sono alla base della censura formulata, non consentendo al giudice dell’impugnazione di individuare i rilievi mossi ed esercitare il proprio sindacato;
rilevato che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile con condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali ed alla somma di euro tremila in favore delle Cassa delle ammende.
Così deciso in Roma, il 16 aprile 2024
Il Consigliere Estensore
Il Presidente