Ricorso Inammissibile: Analisi di una Decisione della Cassazione
Presentare un ricorso in Cassazione è l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, ma per essere esaminato nel merito, deve rispettare requisiti di forma e sostanza molto stringenti. Quando questi mancano, il risultato è una dichiarazione di ricorso inammissibile, che non solo pone fine al processo, ma comporta anche conseguenze economiche per chi lo ha proposto. Analizziamo un’ordinanza della Suprema Corte che illustra chiaramente i motivi che portano a questa decisione.
Il Caso in Analisi: un Appello Respinto in Partenza
Il caso riguarda un individuo che ha presentato ricorso alla Corte di Cassazione avverso una sentenza di condanna della Corte d’Appello per i reati previsti dall’articolo 336 del codice penale e dal d.lgs. 14 del 2017. Le doglianze del ricorrente si concentravano su due aspetti principali: la valutazione della sua responsabilità penale e la quantificazione della pena (la cosiddetta dosimetria della pena).
Tuttavia, la Suprema Corte non è nemmeno entrata nel merito delle questioni, fermando il processo sul nascere con una declaratoria di inammissibilità.
Le Motivazioni della Suprema Corte sul Ricorso Inammissibile
La decisione della Cassazione si fonda su principi consolidati della procedura penale, evidenziando le carenze strutturali dell’atto di impugnazione. I giudici hanno ritenuto i motivi del ricorso inammissibili per una serie di ragioni precise e interconnesse.
Motivi Generici e Ripetitivi
In primo luogo, la Corte ha sottolineato che i motivi presentati erano “meramente riproduttivi di censure già adeguatamente valutate dai Giudici di merito”. In altre parole, il ricorrente non ha introdotto nuovi e specifici argomenti di diritto, ma si è limitato a riproporre le stesse obiezioni già sollevate e respinte nei precedenti gradi di giudizio. Questo approccio rende il ricorso privo di quella criticità necessaria per un esame in sede di legittimità.
Mancanza di Confronto con la Sentenza Impugnata
Un altro punto cruciale della decisione è la constatazione che i motivi erano “obiettivamente generici rispetto alla motivazione della sentenza impugnata con la quale non si confrontano”. Per essere ammissibile, un ricorso per Cassazione deve dialogare criticamente con la decisione che intende contestare, evidenziandone gli errori logico-giuridici. Un ricorso che ignora o non affronta specificamente le argomentazioni del giudice d’appello è destinato a essere dichiarato inammissibile per genericità.
Le Conseguenze della Declaratoria di Inammissibilità
La dichiarazione di ricorso inammissibile non è priva di conseguenze. L’ordinanza, infatti, non si è limitata a respingere l’impugnazione, ma ha condannato il ricorrente a sostenere due oneri economici:
1. Pagamento delle spese processuali: i costi relativi al procedimento in Cassazione.
2. Versamento di una somma alla Cassa delle ammende: in questo caso, la cifra è stata fissata in tremila euro. Si tratta di una sanzione pecuniaria volta a scoraggiare la presentazione di ricorsi palesemente infondati o dilatori.
Conclusioni: L’Importanza della Specificità nel Ricorso per Cassazione
Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale: il ricorso per Cassazione non è una terza istanza di merito dove poter ridiscutere i fatti, ma un giudizio di legittimità volto a verificare la corretta applicazione della legge e la coerenza logica della motivazione. Per superare il vaglio di ammissibilità, è indispensabile che i motivi siano specifici, pertinenti e critici nei confronti della sentenza impugnata, evitando la mera ripetizione di argomenti già esaminati. In assenza di tali requisiti, l’esito più probabile è una declaratoria di inammissibilità, con la conseguente condanna alle spese e al pagamento di una sanzione.
Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
È stato dichiarato inammissibile perché i motivi erano generici, si limitavano a ripetere censure già valutate nei gradi precedenti e non si confrontavano in modo specifico con le argomentazioni della sentenza d’appello impugnata.
Quali sono le conseguenze per il ricorrente quando un ricorso è inammissibile?
Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro, in questo caso tremila euro, in favore della Cassa delle ammende.
Quali erano i reati per cui l’imputato era stato condannato in appello?
L’imputato era stato condannato per i reati previsti dall’articolo 336 del codice penale e dal decreto legislativo n. 14 del 2017.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 33012 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 33012 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 20/06/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME nato a CASERTA il 01/01/1973
avverso la sentenza del 30/09/2024 della CORTE APPELLO di NAPOLI
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere COGNOME;
R.G. n. 9231/2025
CONSIDERATO IN FATTO E IN DIRITTO
Visti gli atti, la sentenza impugnata (condanna per i reati previsti dagli artt. 336 cod. 10 d. Igs., n. 14 del 2017);
Esaminati i motivi di ricorso, relativi al giudizio di responsabilità e alla dosimetria dell Ritenuti i motivi inammissibili perché, quanto al primo, non specificamente dedotto in appel e, comunque, perché meramente riproduttivi di censure già adeguatamente valutate dai Giudici di merito e obiettivamente generici rispetto alla motivazione della sentenza impugnata con l quale non si confrontano;
Rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna d ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore dell Cassa delle ammende;
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processual e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 20 giugno 2025.