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Ricorso inammissibile: quando viene respinto in Cassazione

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile avverso una sentenza della Corte d’Appello. La decisione sottolinea che l’appello deve essere fondato su motivi specifici, altrimenti viene respinto con condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 24 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso inammissibile: la Cassazione conferma la condanna alle spese

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha affrontato il tema del ricorso inammissibile, chiarendo ancora una volta le conseguenze per chi presenta un appello privo dei requisiti di legge. La vicenda offre uno spunto fondamentale per comprendere i criteri di ammissibilità dei ricorsi e le sanzioni previste in caso di rigetto per motivi procedurali.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un soggetto avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Palermo. L’imputato, nato nel 1995, aveva impugnato la decisione di secondo grado, portando la questione all’attenzione della Suprema Corte di Cassazione. Il procedimento si è svolto dinanzi alla settima sezione penale, che ha esaminato la validità e la fondatezza dei motivi di ricorso.

La Decisione sul Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione, dopo aver ascoltato la relazione del Consigliere e dato avviso alle parti, ha emesso un’ordinanza con cui ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione non entra nel merito della vicenda, ovvero non stabilisce se l’imputato avesse torto o ragione, ma si ferma a un livello precedente, quello della correttezza formale e sostanziale dell’atto di impugnazione.

Le Motivazioni

Le motivazioni, sebbene sintetiche, si basano su un principio consolidato nella giurisprudenza. La Corte ha ritenuto che il ricorso dovesse essere dichiarato inammissibile. Sebbene il documento non dettagli i motivi specifici dell’inammissibilità, il riferimento alla giurisprudenza (Sez. 2, n. 20193/2017) suggerisce che l’appello potrebbe essere stato carente nella specificità dei motivi, non riuscendo, ad esempio, a fornire una ‘spiegazione attendibile dell’origine del possesso’ di determinati beni, un elemento cruciale in alcuni reati contro il patrimonio. Quando un ricorso è generico o non contesta specificamente le ragioni della decisione impugnata, la legge prevede che venga respinto in questa fase preliminare. Di conseguenza, la Corte ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, una sanzione pecuniaria prevista proprio per i casi di inammissibilità del ricorso.

Le Conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale della procedura penale: l’accesso alla giustizia, specialmente in sede di legittimità, richiede il rispetto di rigorosi requisiti formali e sostanziali. Un ricorso inammissibile non solo non ottiene il risultato sperato di una revisione della sentenza, ma comporta anche significative conseguenze economiche per il proponente. La decisione serve da monito sull’importanza di redigere atti di impugnazione solidi, ben argomentati e specifici, per evitare una declaratoria di inammissibilità che preclude ogni ulteriore esame del caso.

Cosa significa quando un ricorso viene dichiarato inammissibile?
Significa che la Corte non esamina il merito della questione perché l’atto di ricorso non soddisfa i requisiti formali o sostanziali richiesti dalla legge. Il processo si conclude con il rigetto dell’appello.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
La parte che ha presentato il ricorso inammissibile viene condannata al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro, in questo caso tremila euro, in favore della Cassa delle ammende.

Perché il ricorso in questo caso è stato ritenuto inammissibile?
L’ordinanza suggerisce che il ricorso fosse privo di motivi validi o sufficientemente specifici per giustificare un riesame da parte della Corte di Cassazione, basandosi su precedenti giurisprudenziali relativi alla necessità di fornire spiegazioni attendibili in determinate circostanze.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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