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Ricorso inammissibile: quando non si può impugnare

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile avverso una condanna per truffa. I motivi dell’appello sono stati giudicati ripetitivi di argomentazioni già respinte in secondo grado o come questioni sollevate per la prima volta in sede di legittimità. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e a una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 6 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione Spiega i Requisiti di Ammissibilità

Presentare un ricorso in Cassazione è l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, ma non tutte le impugnazioni vengono esaminate nel merito. L’ordinanza in commento chiarisce in modo esemplare i motivi che possono portare a un ricorso inammissibile, con conseguenze economiche significative per chi lo propone. Il caso analizzato riguarda un appello contro una sentenza di condanna per truffa, ma i principi espressi dalla Suprema Corte hanno una valenza generale e fondamentale per comprendere le regole della procedura penale.

I Fatti di Causa

Un imputato, condannato per il reato di truffa dalla Corte di Appello di Firenze, decideva di presentare ricorso per Cassazione. I motivi alla base dell’impugnazione erano principalmente tre:
1. La presunta tardività della querela presentata dalla persona offesa.
2. La mancanza degli elementi costitutivi del reato di truffa.
3. La mancata applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, ai sensi dell’art. 131-bis del codice penale.

Analisi del Ricorso Inammissibile da parte della Corte

La Corte di Cassazione, dopo aver analizzato il ricorso, lo ha dichiarato inammissibile. La decisione si fonda su una valutazione rigorosa dei requisiti formali e sostanziali che ogni ricorso deve possedere per poter essere esaminato. La Corte ha distinto nettamente la natura dei motivi proposti, evidenziandone le criticità.

Le Motivazioni

La Suprema Corte ha fornito una chiara spiegazione per la sua decisione, basata su principi consolidati della procedura penale.

In primo luogo, i motivi relativi alla tardività della querela e alla sussistenza del reato di truffa sono stati considerati meramente riproduttivi. L’imputato, secondo i giudici, si era limitato a riproporre le stesse argomentazioni già esaminate e respinte dalla Corte d’Appello, senza formulare una critica specifica e puntuale al ragionamento contenuto nella sentenza impugnata. In pratica, non è sufficiente ripetere le proprie tesi, ma è necessario dimostrare dove e perché il giudice precedente ha sbagliato.

In secondo luogo, il motivo relativo alla particolare tenuità del fatto è stato giudicato inammissibile perché sollevato per la prima volta in sede di Cassazione. Si tratta di una questione che non era stata posta all’attenzione della Corte d’Appello. I giudici di legittimità hanno ricordato che, sebbene la Cassazione possa in teoria applicare d’ufficio l’art. 131-bis, può farlo solo a condizione che il ricorso sia ammissibile per altri motivi e che i presupposti per la sua applicazione emergano chiaramente dagli atti, senza necessità di ulteriori indagini. Poiché il ricorso era già inammissibile per le altre ragioni, anche questa richiesta è stata respinta.

Le Conclusioni

L’ordinanza si conclude con una dichiarazione di inammissibilità del ricorso. Questa decisione comporta due conseguenze dirette e onerose per il ricorrente: la condanna al pagamento delle spese del procedimento e il versamento di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende. La sentenza ribadisce un principio fondamentale: l’accesso alla Corte di Cassazione è riservato a ricorsi che presentino vizi specifici della sentenza impugnata e non può essere utilizzato come un terzo grado di giudizio per ridiscutere il merito dei fatti. Proporre un ricorso inammissibile non è solo inutile ai fini processuali, ma espone anche a sanzioni economiche rilevanti.

Quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Secondo l’ordinanza, un ricorso è inammissibile quando i motivi sono una mera ripetizione di argomentazioni già valutate e respinte nei gradi precedenti, senza una critica specifica alla sentenza impugnata, oppure quando vengono sollevate questioni per la prima volta in sede di legittimità.

Quali sono le conseguenze di un ricorso inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, in questo caso fissata in 3.000 euro, da versare alla Cassa delle ammende.

È possibile chiedere l’applicazione della ‘particolare tenuità del fatto’ per la prima volta in Cassazione?
Di norma no, poiché costituisce una questione nuova. La Corte ha chiarito che può applicarla d’ufficio solo se il ricorso è ammissibile per altri motivi e se i presupposti sono immediatamente evidenti dagli atti, condizioni che non si sono verificate in questo caso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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