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Ricorso inammissibile: quando non si può impugnare

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile poiché proposto contro un’ordinanza del Giudice di Sorveglianza non autonomamente impugnabile. A seguito della dichiarazione di inammissibilità, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di tremila euro alla Cassa delle ammende, evidenziando la presenza di colpa nella presentazione del gravame.

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Pubblicato il 24 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Conseguenze e Costi di un Errore Procedurale

Presentare un’impugnazione è un diritto fondamentale nel nostro sistema giudiziario, ma è essenziale conoscere le regole che ne disciplinano l’esercizio. Un ricorso inammissibile non solo non viene esaminato nel merito, ma può comportare serie conseguenze economiche per chi lo propone. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio di come un errore procedurale possa tradursi in una condanna al pagamento di spese e sanzioni.

Il Fatto: l’Impugnazione Contro l’Ordinanza del Giudice di Sorveglianza

Il caso in esame ha origine dal ricorso presentato da un soggetto avverso un’ordinanza emessa dal Giudice di Sorveglianza di Taranto. Il ricorrente, tramite il suo legale, ha deciso di portare la questione direttamente dinanzi alla Corte di Cassazione, ritenendo che il provvedimento del giudice di prima istanza fosse illegittimo. Tuttavia, l’oggetto dell’impugnazione era un tipo di ordinanza che, secondo la giurisprudenza consolidata, non poteva essere autonomamente contestata con un ricorso per cassazione.

La Decisione della Cassazione: un Ricorso Inammissibile

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, esaminati gli atti, ha dichiarato il ricorso inammissibile de plano, ovvero senza la necessità di un’udienza di discussione. La decisione si fonda su un principio consolidato, richiamando un precedente specifico (sentenza n. 5483 del 2010), secondo cui non tutti i provvedimenti del Giudice di Sorveglianza sono direttamente impugnabili in Cassazione. La Corte ha stabilito che l’atto in questione non rientrava tra quelli per cui la legge prevede tale facoltà.

Le Motivazioni della Corte

Le motivazioni alla base della decisione sono puramente procedurali e si fondano su una stretta interpretazione delle norme del codice di procedura penale. La Corte ha evidenziato che l’articolo 610, comma 5-bis, del codice di procedura penale le conferisce il potere di dichiarare l’inammissibilità di un ricorso senza formalità quando questa appare evidente. La ragione principale risiede nel principio di tassatività dei mezzi di impugnazione: si può ricorrere solo nei casi e con le forme espressamente previste dalla legge. Poiché il provvedimento impugnato non era tra quelli elencati come ricorribili in Cassazione, il gravame è stato immediatamente respinto come inammissibile.

Inoltre, la Corte ha applicato l’articolo 616 del codice di procedura penale, che impone, in caso di inammissibilità, la condanna del ricorrente al pagamento non solo delle spese processuali, ma anche di una somma in favore della Cassa delle ammende. I giudici hanno ritenuto congrua la cifra di tremila euro, sottolineando che la presentazione di un ricorso palesemente inammissibile integra un profilo di colpa, come stabilito anche dalla Corte Costituzionale con la sentenza n. 186 del 2000. L’errore non era scusabile e, pertanto, doveva essere sanzionato.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale: prima di impugnare un provvedimento giudiziario, è cruciale verificare attentamente se la legge ammette specificamente quel tipo di ricorso. Un errore di valutazione può trasformare un tentativo di far valere i propri diritti in un’ulteriore spesa. La condanna a tremila euro alla Cassa delle ammende non è una semplice formalità, ma una sanzione volta a scoraggiare ricorsi avventati o dilatori che appesantiscono inutilmente il lavoro della Corte di Cassazione. Per i cittadini e i loro difensori, questa decisione serve come monito sull’importanza di un’analisi legale approfondita e sulla necessità di affidarsi a professionisti competenti per evitare di incorrere in un ricorso inammissibile e nelle sue onerose conseguenze.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché è stato proposto contro un’ordinanza del Giudice di Sorveglianza che, secondo la giurisprudenza consolidata della Corte di Cassazione, non è autonomamente impugnabile con ricorso per cassazione.

Quali sono state le conseguenze economiche per il ricorrente?
A seguito della dichiarazione di inammissibilità, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Cosa significa che la Corte ha riscontrato un profilo di colpa nella presentazione del ricorso?
Significa che i giudici hanno ritenuto che la presentazione di un ricorso chiaramente non consentito dalla legge non fosse un errore scusabile, ma una negligenza. Questa colpa giustifica l’imposizione di una sanzione pecuniaria oltre al semplice pagamento delle spese del procedimento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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