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Ricorso inammissibile: quando non si può contestare la pena

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 18459/2024, ha dichiarato un ricorso inammissibile presentato contro la quantificazione della pena. La Corte ha stabilito che criticare la decisione del giudice di merito sulla misura della sanzione, senza evidenziare vizi di legittimità come la contraddittorietà della motivazione, non è un motivo valido per un ricorso in Cassazione. L’appellante è stato quindi condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 14 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso inammissibile: Non si può contestare in Cassazione la misura della pena

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale del nostro sistema processuale: non è possibile presentare un ricorso in sede di legittimità con l’unico scopo di ottenere una riduzione della pena. Quando la critica si appunta sulla scelta discrezionale del giudice, senza denunciare un vero vizio logico-giuridico, il ricorso inammissibile è la conseguenza inevitabile, con ulteriori costi per il ricorrente.

I Fatti del Caso

Un imputato, a seguito di una condanna confermata dalla Corte d’Appello di Roma, decideva di rivolgersi alla Corte di Cassazione. L’oggetto della sua doglianza non riguardava la ricostruzione dei fatti o la sua colpevolezza, bensì la quantificazione della pena, ritenuta eccessiva. Il ricorrente, in sostanza, chiedeva ai giudici di legittimità una valutazione più mite e, di conseguenza, una sanzione inferiore.

La Decisione della Corte e il ricorso inammissibile

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha analizzato il ricorso e lo ha dichiarato inammissibile. Secondo la Corte, le argomentazioni presentate dalla difesa non configuravano un vizio di contraddittorietà o illogicità manifesta nella motivazione della sentenza d’appello. Piuttosto, il ricorso si limitava a contestare una “scelta di merito” del giudice, ovvero la sua valutazione discrezionale nel determinare la giusta pena per il caso concreto. Tale tipo di valutazione è preclusa al giudizio della Cassazione, che può intervenire solo su questioni di diritto (error in iudicando) o vizi procedurali (error in procedendo).

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha spiegato che il compito del giudice di legittimità non è quello di sostituire la propria valutazione a quella del giudice di merito. Il ricorso per cassazione è uno strumento per correggere errori di diritto, non per rivedere decisioni che, pur non condivise dall’imputato, sono state prese nell’ambito del potere discrezionale che la legge conferisce al giudice.

Nel caso specifico, la difesa aveva evidenziato alcuni passaggi della motivazione, ma ne aveva trascurati altri che, nel loro complesso, rendevano la decisione sulla pena del tutto logica e coerente. L’appello si traduceva, quindi, in una semplice richiesta di una pena più mite, profilo che, come sottolineato dai giudici, “non è consentito in questa sede”. L’inammissibilità del ricorso ha comportato non solo la conferma della condanna, ma anche l’obbligo per il ricorrente di pagare le spese processuali e una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende, a titolo di sanzione per aver adito la Corte con un’impugnazione priva dei presupposti di legge.

Le Conclusioni

Questa ordinanza serve da monito: il ricorso alla Corte di Cassazione deve essere fondato su motivi di legittimità solidi e specifici. Impugnare una sentenza esclusivamente per contestare l’entità della pena, senza dimostrare che la decisione del giudice è viziata da palese illogicità, contraddittorietà o violazione di legge, è una strategia destinata al fallimento. Non solo non porta al risultato sperato, ma aggrava la posizione del condannato con ulteriori oneri economici. È fondamentale, quindi, che la difesa valuti attentamente i presupposti del ricorso per evitare di incappare in una declaratoria di inammissibilità.

È possibile impugnare in Cassazione una sentenza solo perché si ritiene la pena troppo alta?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che un ricorso è inammissibile se contesta unicamente la quantificazione della pena, in quanto si tratta di una “scelta di merito” del giudice e non di un vizio di legittimità che la Corte possa esaminare.

Cosa significa che un ricorso è “inammissibile”?
Significa che il ricorso non possiede i requisiti richiesti dalla legge per essere esaminato nel merito. Di conseguenza, la Corte non valuta le ragioni dell’appellante, ma si limita a respingere l’atto perché non è stato proposto correttamente o per i giusti motivi.

Quali sono le conseguenze di un ricorso dichiarato inammissibile?
La parte che ha proposto il ricorso inammissibile viene condannata al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, come sanzione per aver inutilmente attivato la macchina della giustizia.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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