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Ricorso inammissibile: quando manca l’analisi critica

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile proposto da un imputato condannato per il reato di cui all’art. 95 d.P.R. 115/2002. La decisione si fonda sulla mancanza, nei motivi di ricorso, di una necessaria analisi critica della sentenza d’appello e sul tentativo di ottenere una nuova valutazione dei fatti, non consentita in sede di legittimità. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 11 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso in Cassazione: la necessità di una critica specifica per evitare l’inammissibilità

Presentare un ricorso in Cassazione non è un’opportunità per un terzo grado di giudizio nel merito, ma un rigoroso controllo di legittimità. Una recente ordinanza della Suprema Corte ribadisce un principio fondamentale della procedura penale: un ricorso inammissibile è la conseguenza diretta di un atto che non svolge una critica puntuale e argomentata della decisione impugnata. Questo caso ci offre uno spunto per analizzare i requisiti di ammissibilità di un ricorso e le conseguenze del loro mancato rispetto.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale ha origine dalla condanna di un individuo, pronunciata dal Tribunale e confermata in Appello, per il reato previsto dall’art. 95 del d.P.R. 115/2002 (Testo Unico sulle spese di giustizia), aggravato da recidiva specifica, reiterata e infraquinquennale. L’imputato, non rassegnandosi alla decisione dei giudici di merito, ha proposto ricorso per cassazione, contestando sia l’affermazione della sua responsabilità penale sia la mancata applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, disciplinata dall’art. 131-bis del codice penale.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha esaminato il ricorso e lo ha dichiarato inammissibile. La decisione non è entrata nel merito delle questioni sollevate dall’imputato, ma si è fermata a una valutazione preliminare, di natura procedurale. Secondo la Corte, i motivi presentati dal ricorrente erano privi dei requisiti minimi per poter essere esaminati. Di conseguenza, oltre a confermare la condanna, la Corte ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni: Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?

La Corte ha basato la sua decisione su un principio consolidato in giurisprudenza. I giudici hanno rilevato che entrambi i motivi di ricorso non erano ‘scanditi da necessaria analisi critica delle argomentazioni poste a base della decisione impugnata’. In altre parole, il ricorso non criticava specificamente le ragioni giuridiche esposte nella sentenza della Corte d’Appello, ma si limitava a riproporre le proprie tesi difensive, tendendo a sollecitare una ‘inammissibile, rivalutazione del fatto da parte della Corte di legittimità’.

La Cassazione ha richiamato precedenti pronunce (tra cui Sez. U, n. 8825 del 27/10/2016, Galtelli) per sottolineare che i motivi di impugnazione devono contenere un confronto puntuale con la motivazione della sentenza appellata. Non è sufficiente contestare genericamente la decisione, ma è necessario individuare gli specifici errori di diritto o i vizi logici che, secondo il ricorrente, inficiano il provvedimento. Chiedere alla Cassazione di riesaminare le prove o di fornire una diversa interpretazione dei fatti è un’attività che esula dalle sue competenze di giudice di legittimità.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza è un monito importante sull’importanza della tecnica redazionale e della specificità dei motivi di ricorso in Cassazione. La dichiarazione di ricorso inammissibile non è solo una sconfitta processuale, ma comporta anche conseguenze economiche significative per il ricorrente. Per evitare tale esito, è cruciale che l’atto di impugnazione si concentri esclusivamente sui vizi di legittimità della sentenza, argomentando in modo chiaro e specifico perché la decisione dei giudici di merito sarebbe errata nell’applicazione della legge o viziata nel suo percorso logico-giuridico. Ogni tentativo di trasformare il giudizio di Cassazione in un appello mascherato è destinato a fallire, con l’ulteriore aggravio di spese e sanzioni.

Perché il ricorso per cassazione è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i motivi presentati non contenevano una necessaria analisi critica delle argomentazioni della sentenza impugnata e tendevano a sollecitare una nuova valutazione dei fatti, non consentita in sede di legittimità.

Quali sono le conseguenze per il ricorrente quando un ricorso viene dichiarato inammissibile?
In seguito alla dichiarazione di inammissibilità, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro (in questo caso, tremila euro) in favore della Cassa delle ammende.

È possibile chiedere alla Corte di Cassazione di riesaminare i fatti di un processo?
No, la Corte di Cassazione è una corte di legittimità e non di merito. Il suo compito è verificare la corretta applicazione della legge, non può procedere a una ‘rivalutazione del fatto’ già accertato nei gradi di giudizio precedenti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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