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Ricorso inammissibile: quando le censure sono generiche

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile avverso una condanna per violazione del codice antimafia. La decisione si fonda sulla genericità dei motivi di appello, che non si confrontavano specificamente con le argomentazioni della sentenza impugnata. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 10 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso inammissibile: La Cassazione e le Censure Generiche

Presentare un ricorso in Corte di Cassazione richiede precisione e un’analisi critica puntuale della sentenza che si intende impugnare. Non è sufficiente esprimere un generico dissenso; è necessario articolare critiche specifiche che colpiscano il cuore del ragionamento del giudice. Un recente provvedimento della Suprema Corte ci offre un chiaro esempio delle conseguenze di un ricorso inammissibile, basato su censure astratte e non circostanziate, evidenziando l’importanza della specificità dei motivi di gravame.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da una condanna emessa in primo grado e successivamente confermata dalla Corte d’Appello. L’imputato era stato ritenuto responsabile di una contravvenzione prevista dal Codice Antimafia (art. 73 del d.lgs. 159/2011). La pena, tenuto conto delle circostanze attenuanti generiche e della riduzione per la scelta del rito abbreviato, era stata fissata in due mesi di arresto.

Contro la sentenza di secondo grado, la difesa proponeva ricorso per cassazione, lamentando una presunta violazione di legge e vizi nella motivazione. In particolare, le critiche si concentravano sulla valutazione dell’elemento soggettivo del reato, ovvero l’intenzione o la consapevolezza della condotta illecita.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha stroncato sul nascere le doglianze del ricorrente, dichiarando il ricorso totalmente inammissibile. Questa decisione non entra nel merito della colpevolezza o innocenza dell’imputato, ma si ferma a un livello precedente: la verifica dei requisiti formali e sostanziali dell’impugnazione stessa. La Corte ha ritenuto che il ricorso non superasse questa soglia di ammissibilità.

Le motivazioni: perché il ricorso inammissibile è stato dichiarato tale?

Il fulcro della decisione risiede nella natura delle censure mosse dal ricorrente. La Suprema Corte ha osservato che i motivi di ricorso si limitavano a riprodurre “generiche censure” sull’elemento soggettivo del reato. In altre parole, la difesa aveva sollevato dubbi astratti e affermazioni di principio, senza però confrontarsi direttamente con le “precise risposte motivazionali” che la Corte d’Appello aveva già fornito sul punto.

Un ricorso per cassazione, per essere ammissibile, deve essere specifico. Non può essere una mera riproposizione delle argomentazioni già respinte nei gradi di merito. Deve, invece, individuare il punto esatto in cui il giudice precedente avrebbe sbagliato nell’applicare la legge o nel costruire il suo ragionamento, spiegando in modo dettagliato il perché. In questo caso, le critiche sono state giudicate prive di un reale “confronto” con la sentenza impugnata, trasformandosi in un tentativo, non consentito in sede di legittimità, di ottenere una nuova valutazione dei fatti.

Le conclusioni: Le Conseguenze di un Ricorso Inammissibile

La declaratoria di inammissibilità ha comportato due conseguenze negative per il ricorrente. La prima è la condanna al pagamento delle spese processuali. La seconda, più onerosa, è la condanna al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Quest’ultima sanzione viene irrogata quando l’inammissibilità è riconducibile a una colpa del ricorrente, come nel caso di presentazione di un ricorso palesemente infondato o, come in questa vicenda, privo dei requisiti minimi di specificità. La decisione ribadisce quindi un principio fondamentale: l’accesso alla giustizia deve essere esercitato con responsabilità e serietà, evitando impugnazioni dilatorie o formulate in modo superficiale, pena l’applicazione di sanzioni economiche.

Cosa significa che un ricorso è “inammissibile”?
Significa che il ricorso non possiede i requisiti di forma o di sostanza richiesti dalla legge per essere esaminato nel merito. Il giudice non valuta se le ragioni dell’appellante sono giuste o sbagliate, ma si ferma prima, constatando che l’atto di impugnazione è irregolare o infondato in modo manifesto.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile in questo caso specifico?
Il ricorso è stato giudicato inammissibile perché le critiche (censure) rivolte alla sentenza d’appello erano generiche e astratte. Il ricorrente non ha contestato specificamente le argomentazioni della Corte d’Appello, ma si è limitato a riproporre doglianze generali senza un confronto puntuale con la motivazione della sentenza impugnata.

Quali sono le conseguenze per chi presenta un ricorso inammissibile?
La persona che presenta un ricorso dichiarato inammissibile viene condannata al pagamento delle spese processuali e, come in questo caso, può essere condannata anche a versare una somma di denaro alla Cassa delle ammende, a titolo di sanzione per aver adito la Corte con un’impugnazione priva di fondamento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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