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Ricorso inammissibile: quando le censure sono di merito

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato da un imputato contro una sentenza della Corte d’Appello. La decisione si fonda sul fatto che le censure mosse dal ricorrente erano semplici ‘doglianze in punto di fatto’, ossia un tentativo di ridiscutere la valutazione delle prove già effettuata nei primi due gradi di giudizio. Poiché il ricorso non evidenziava specifici travisamenti probatori o vizi di legittimità, ma si limitava a proporre una diversa lettura dei fatti, è stato dichiarato un ricorso inammissibile con condanna al pagamento delle spese.

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Pubblicato il 1 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso inammissibile: l’analisi della Cassazione su censure di fatto

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione, la n. 6886/2024, offre un chiaro esempio di quando un’impugnazione viene considerata un ricorso inammissibile. Il caso in esame dimostra come il ruolo della Suprema Corte sia confinato al controllo di legittimità, senza poter entrare nel merito della ricostruzione dei fatti, specialmente in presenza di una ‘doppia valutazione conforme’ da parte dei giudici dei gradi precedenti.

I Fatti di Causa

Il procedimento trae origine dal ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza della Corte d’Appello di Messina del 30 marzo 2023. Questa sentenza aveva confermato la decisione di primo grado. L’imputato, non rassegnato alla condanna, ha deciso di portare il caso davanti alla Corte di Cassazione, sollevando una serie di critiche contro la decisione dei giudici d’appello.

L’Ordinanza della Corte di Cassazione

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha esaminato il ricorso e lo ha dichiarato inammissibile. La decisione si basa su un principio fondamentale del nostro ordinamento processuale: la Corte di Cassazione è un giudice di legittimità, non un terzo grado di merito. Il suo compito non è quello di riesaminare le prove e decidere se l’imputato sia colpevole o innocente, ma di verificare che i giudici precedenti abbiano applicato correttamente la legge e abbiano motivato la loro decisione in modo logico e coerente.

Le Motivazioni dietro il ricorso inammissibile

La Corte ha spiegato che le censure prospettate dal ricorrente si risolvevano in ‘mere doglianze in punto di fatto’. In altre parole, l’imputato non contestava un errore di diritto, ma la valutazione delle prove fatta dalla Corte d’Appello. Il ricorso tentava di offrire una diversa interpretazione dei fatti, senza però indicare ‘specifici travisamenti probatori’ che potessero inficiare la motivazione della sentenza impugnata.

I giudici di legittimità hanno sottolineato la presenza di una ‘doppia valutazione conforme’, ovvero due sentenze (primo grado e appello) che erano giunte alla medesima conclusione, con argomentazioni considerate corrette e prive di ‘manifeste incongruenze logiche’. Quando un ricorso si limita a contestare la ricostruzione dei fatti già vagliata due volte, senza evidenziare vizi di legge o errori logici palesi nella motivazione, il risultato è un ricorso inammissibile. Di conseguenza, ai sensi dell’articolo 616 del codice di procedura penale, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende.

Le Conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un insegnamento cruciale per chiunque intenda presentare un ricorso in Cassazione. Non è sufficiente essere in disaccordo con la decisione dei giudici di merito. È indispensabile strutturare il ricorso evidenziando specifici vizi di legittimità, come l’errata applicazione di una norma di legge o un difetto di motivazione che renda la sentenza illogica o contraddittoria. Un ricorso che si limiti a proporre una lettura alternativa delle prove è destinato a essere dichiarato inammissibile, con le conseguenti sanzioni economiche.

Perché la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile?
La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile perché le critiche mosse dal ricorrente erano ‘mere doglianze in punto di fatto’, ovvero contestazioni sulla valutazione delle prove, e non denunciavano vizi di legittimità o errori di diritto.

Cosa significa che le censure si risolvono in ‘mere doglianze in punto di fatto’?
Significa che il ricorrente non ha evidenziato errori nell’applicazione della legge o vizi logici nella motivazione della sentenza, ma ha semplicemente cercato di ottenere una nuova valutazione delle prove e una diversa ricostruzione dei fatti, compito che non spetta alla Corte di Cassazione.

Quali sono le conseguenze di un ricorso inammissibile?
In base all’art. 616 del codice di procedura penale, la dichiarazione di inammissibilità del ricorso comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e di una somma pecuniaria in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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