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Ricorso inammissibile: quando l’appello viene respinto

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una sentenza della Corte d’Appello di Bologna. La decisione evidenzia le conseguenze procedurali e finanziarie di un appello che non supera il vaglio di ammissibilità, condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di tremila euro a favore della Cassa delle ammende.

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Pubblicato il 26 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso inammissibile: quando la Cassazione chiude la porta all’appello

Intraprendere la via del ricorso in Cassazione è un passo cruciale nel percorso giudiziario, ma non sempre garantisce una nuova discussione sul merito della causa. Spesso, l’esito può essere una declaratoria di ricorso inammissibile, una decisione che pone fine al procedimento con importanti conseguenze per chi ha proposto l’impugnazione. Un’ordinanza recente della Suprema Corte ci offre un chiaro esempio di questa dinamica, illustrando le ragioni e, soprattutto, gli effetti di tale pronuncia.

Il caso in esame: un appello respinto dalla Cassazione

Un individuo, a seguito di una condanna emessa dalla Corte d’Appello di Bologna in data 10 gennaio 2025, ha deciso di presentare ricorso per Cassazione. L’obiettivo era, presumibilmente, ottenere una revisione della decisione di secondo grado. Tuttavia, il percorso del suo ricorso si è interrotto bruscamente davanti alla Settima Sezione Penale della Suprema Corte.

La decisione della Corte e le conseguenze di un ricorso inammissibile

La Corte di Cassazione, con ordinanza del 17 giugno 2025, ha tagliato corto, dichiarando il ricorso inammissibile. Questa decisione non entra nel vivo delle questioni sollevate dal ricorrente, ma si ferma a un livello preliminare, stabilendo che l’impugnazione non possiede i requisiti necessari per essere esaminata.

Le conseguenze per il ricorrente non sono state solo la conferma della sentenza impugnata, ma anche di natura economica. La Corte ha infatti condannato l’individuo al pagamento di due voci di spesa:

1. Le spese processuali: i costi legati al procedimento di Cassazione.
2. Una somma di euro tremila: un versamento a titolo di sanzione in favore della Cassa delle ammende.

Questa condanna economica non è una punizione per il reato originario, ma una sanzione processuale per aver attivato un giudizio di legittimità con un ricorso che non superava il filtro di ammissibilità.

Le motivazioni della Cassazione

Nel motivare la propria decisione, la Corte ha fatto un breve riferimento a una questione giuridica complessa, relativa al bilanciamento tra l’attenuante della riparazione del danno (art. 62 n. 4 cod. pen.) e la recidiva reiterata (art. 69, co. 4, cod. pen.). Sebbene una recente sentenza della Corte Costituzionale (n. 141/2023) abbia modificato le regole su questo bilanciamento, i giudici di legittimità hanno ritenuto che tale pronuncia non fosse rilevante per il caso di specie.

La Corte ha ritenuto che il ricorso dovesse essere dichiarato inammissibile, basandosi su principi consolidati. La decisione finale (il dispositivo, o P.Q.M.) è lapidaria e riflette una prassi comune: di fronte a un’impugnazione che difetta dei presupposti di legge, la Corte non può fare altro che dichiararla inammissibile e applicare le sanzioni pecuniarie previste.

Conclusioni: cosa impariamo da questa ordinanza

Questa ordinanza ci insegna una lezione fondamentale sul processo penale: non tutti i ricorsi arrivano a una discussione nel merito. Un ricorso inammissibile è un esito che blocca il procedimento sul nascere e comporta costi significativi. La decisione di impugnare una sentenza, specialmente in Cassazione, deve essere ponderata attentamente da un legale esperto, valutando non solo le possibilità di successo nel merito, ma anche il rischio concreto che il ricorso venga rigettato per motivi procedurali, con l’ulteriore aggravio delle spese e di una sanzione pecuniaria.

Cosa significa quando un ricorso viene dichiarato ‘inammissibile’?
Significa che la Corte non esamina il contenuto e le ragioni dell’appello, ma lo respinge perché manca dei requisiti formali o sostanziali richiesti dalla legge per poter essere giudicato.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
La parte che ha presentato il ricorso inammissibile viene condannata a pagare le spese del procedimento e una sanzione pecuniaria, in questo caso di 3.000 euro, da versare alla Cassa delle ammende.

In questo caso specifico, perché la Corte ha ritenuto irrilevante una sentenza della Corte Costituzionale citata?
La Cassazione ha stabilito che la pronuncia della Corte Costituzionale (n. 141/2023), pur importante, non si applicava alla situazione concreta del ricorso, portando comunque alla sua dichiarazione di inammissibilità per altre ragioni non specificate nel dettaglio nell’estratto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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