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Ricorso inammissibile: quando l’appello non va

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile presentato contro un’ordinanza del Tribunale di Sorveglianza. La Corte ha ritenuto manifestamente infondata la lamentela del ricorrente su un presunto vizio di notifica dell’avviso di udienza, sottolineando che l’effettiva conoscenza dell’atto da parte dell’interessato prevale su ogni formalismo. Di conseguenza, il ricorso è stato respinto, con condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione di tremila euro.

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Pubblicato il 2 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Notifica è Valida se c’è Conoscenza dell’Atto

Quando si presenta un’impugnazione, è fondamentale che i motivi siano pertinenti e fondati. Un recente provvedimento della Corte di Cassazione ha ribadito questo principio, dichiarando un ricorso inammissibile e condannando il ricorrente a severe sanzioni economiche. La decisione sottolinea come la conoscenza effettiva di un atto processuale, come l’avviso di fissazione dell’udienza, superi qualsiasi presunto vizio formale nella sua notifica.

Il caso: un ricorso contro l’ordinanza del Tribunale di Sorveglianza

La vicenda trae origine da un ricorso presentato da un soggetto avverso un’ordinanza emessa dal Tribunale di Sorveglianza. Il ricorrente lamentava che il Tribunale avesse applicato in modo eccessivamente formalistico una norma del codice di procedura penale, l’art. 677, comma 2-bis. In particolare, la sua doglianza si concentrava sulle modalità di notifica dell’avviso di fissazione dell’udienza, avvenuta in un luogo diverso da quello che egli riteneva corretto. A suo dire, questa circostanza avrebbe dovuto comportare la nullità del procedimento.

La questione della notifica e il ricorso inammissibile

Il ricorrente sosteneva che il Tribunale di Sorveglianza non avesse tenuto conto della sua agevole reperibilità e avesse seguito una procedura di notifica errata. Tuttavia, la Corte di Cassazione ha respinto completamente questa argomentazione, giudicandola manifestamente infondata. Secondo i giudici supremi, il punto cruciale non è il rispetto pedissequo della formalità, ma l’effettivo raggiungimento dello scopo dell’atto. Nel caso di specie, non vi era alcun dubbio che il ricorrente avesse avuto piena e tempestiva conoscenza della data dell’udienza. Di conseguenza, sollevare un’eccezione di nullità legata al luogo della notifica è stato ritenuto un argomento “eccentrico” e non pertinente rispetto alla causa di inammissibilità già rilevata dal tribunale di merito. La dichiarazione di ricorso inammissibile è stata quindi una logica conseguenza.

Il principio della conoscenza effettiva

La Corte ha richiamato precedenti giurisprudenziali consolidati, secondo cui la volontà di ricevere comunicazioni e notifiche in un determinato luogo può essere manifestata anche senza formule sacramentali. L’importante è che la parte interessata sia messa in condizione di conoscere gli atti che la riguardano. Se questo obiettivo viene raggiunto, le eccezioni puramente formali perdono di ogni valore.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte ha chiarito che la censura del ricorrente era palesemente infondata. Il Tribunale di Sorveglianza non aveva commesso alcun errore nell’applicare la legge, poiché l’eccezione sulla notifica era irrilevante di fronte alla prova che l’interessato era a conoscenza dell’udienza. La questione sollevata dal ricorrente è stata definita “del tutto eccentrica rispetto alla causa di inammissibilità rilevata dal Tribunale (e assorbente rispetto ad ogni altra questione)”. In sostanza, il ricorrente si è concentrato su un dettaglio procedurale irrilevante, ignorando il vero motivo per cui il suo atto era stato giudicato inammissibile in primo grado.

Conclusioni: le conseguenze di un ricorso inammissibile

Per queste ragioni, il ricorso è stato dichiarato inammissibile. Tale decisione non è priva di conseguenze: il ricorrente è stato condannato al pagamento di tutte le spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende. Questo caso serve da monito sull’importanza di presentare ricorsi basati su motivi solidi e pertinenti. Impugnare un provvedimento con argomentazioni deboli o pretestuose non solo non porta al risultato sperato, ma può anche comportare un notevole esborso economico, aggravando la posizione del condannato.

Un difetto nella notifica dell’avviso di udienza rende sempre nullo il procedimento?
No, secondo la Corte di Cassazione, se non vi è dubbio sul fatto che l’interessato abbia avuto effettiva conoscenza della data dell’udienza, un’eventuale eccezione di nullità legata a un vizio formale della notifica risulta infondata e irrilevante.

Cosa succede quando un ricorso viene dichiarato inammissibile dalla Corte di Cassazione?
Quando la Corte dichiara un ricorso inammissibile, il ricorrente è condannato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende, che nel caso di specie è stata fissata in tremila euro.

Perché il motivo del ricorso è stato giudicato ‘manifestamente infondato’?
È stato giudicato tale perché il ricorrente si lamentava di un’applicazione troppo formalistica della legge sulla notifica, ma la Corte ha stabilito che la sua comprovata conoscenza dell’udienza rendeva la sua lamentela irrilevante e del tutto eccentrica rispetto al vero motivo di inammissibilità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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