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Ricorso inammissibile: quando l’appello è ripetitivo

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile, stabilendo che la mera riproposizione di motivi già esaminati e respinti in appello non costituisce un valido fondamento per il riesame in sede di legittimità. L’ordinanza conferma che la critica alla sentenza impugnata deve essere specifica e non apparente. Inoltre, il diniego delle attenuanti generiche è insindacabile se la motivazione del giudice di merito è priva di illogicità manifeste.

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Pubblicato il 6 dicembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione e i Limiti dell’Appello

Presentare un ricorso in Cassazione rappresenta l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, ma l’accesso a questa sede è tutt’altro che scontato. Un’ordinanza recente della Suprema Corte ci offre un chiaro esempio di come un’impugnazione possa essere rigettata ancor prima di un esame nel merito, definendola ricorso inammissibile. Questo accade quando i motivi presentati non possiedono i requisiti di specificità richiesti dalla legge, trasformandosi in una mera ripetizione di argomenti già discussi e respinti. Analizziamo insieme la decisione per comprendere meglio i confini del giudizio di legittimità.

Il Caso in Esame: Un Appello Respinto

Un soggetto, condannato nei precedenti gradi di giudizio, ha proposto ricorso per Cassazione avverso la sentenza della Corte d’Appello. I motivi del ricorso erano essenzialmente tre: i primi due contestavano l’elemento soggettivo del reato e la correttezza della motivazione che aveva portato alla condanna. Il terzo motivo, invece, lamentava il mancato riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche, previste dall’art. 62-bis del codice penale.

La difesa del ricorrente, tuttavia, non ha superato il vaglio preliminare della Suprema Corte. I giudici hanno rapidamente individuato una carenza fondamentale nell’impostazione del ricorso, che ne ha determinato l’immediata declaratoria di inammissibilità.

I Motivi del Ricorso Inammissibile

La Corte ha analizzato distintamente i motivi del ricorso, evidenziandone le criticità che li rendevano non meritevoli di un esame approfondito. La decisione si fonda su principi consolidati della procedura penale che ogni legale dovrebbe tenere a mente nel redigere un atto di impugnazione.

La Reiterazione dei Motivi d’Appello

La Corte ha osservato che i primi due motivi di ricorso erano una semplice e pedissequa reiterazione di quanto già argomentato e dedotto davanti alla Corte d’Appello. I giudici di secondo grado avevano già puntualmente analizzato e disatteso quelle stesse argomentazioni, fornendo una motivazione esauriente nelle pagine della loro sentenza.

Secondo la Cassazione, limitarsi a riproporre le medesime doglianze senza sviluppare una critica argomentata e specifica contro la ratio decidendi della sentenza impugnata, rende il ricorso non specifico, ma solo apparente. In pratica, un ricorso in Cassazione non può essere una copia del precedente appello; deve invece attaccare in modo mirato le ragioni giuridiche e logiche su cui si fonda la decisione che si intende contestare.

La Questione delle Attenuanti Generiche

Anche il terzo motivo, relativo al diniego delle attenuanti generiche, è stato ritenuto manifestamente infondato. La Corte ha ribadito un principio fondamentale: la valutazione sulla concessione o meno di tali attenuanti è una prerogativa del giudice di merito. In sede di legittimità, la Cassazione non può sostituire la propria valutazione a quella del giudice d’appello, ma può solo verificare se la motivazione fornita sia manifestamente illogica o contraddittoria.

Nel caso di specie, la Corte d’Appello aveva fornito una motivazione esente da vizi logici per negare le attenuanti. La Suprema Corte ha ricordato che, per motivare un diniego, non è necessario che il giudice analizzi ogni singolo elemento favorevole o sfavorevole, ma è sufficiente che faccia riferimento agli elementi ritenuti decisivi, superando implicitamente tutti gli altri.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La decisione della Cassazione si basa sulla funzione stessa del giudizio di legittimità. Questo grado di giudizio non serve a riesaminare i fatti o a fornire una terza valutazione del merito della vicenda, ma a garantire l’uniforme interpretazione della legge e il rispetto delle norme processuali. Un ricorso inammissibile è tale proprio perché tenta di forzare questa funzione, chiedendo alla Corte una nuova valutazione dei fatti già vagliati nei gradi precedenti, senza però evidenziare reali vizi di legge o di logica nella sentenza impugnata. Di conseguenza, il ricorso è stato dichiarato inammissibile.

Conclusioni: Cosa Insegna Questa Ordinanza

Le implicazioni pratiche di questa ordinanza sono significative. Chiunque intenda presentare un ricorso per Cassazione deve essere consapevole che non è sufficiente essere in disaccordo con la decisione precedente. È indispensabile costruire un’impugnazione tecnica, che individui e contesti specificamente i vizi della sentenza d’appello. La semplice riproposizione di argomenti già respinti non solo non porterà al risultato sperato, ma comporterà la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, come avvenuto nel caso di specie con la condanna al versamento di tremila euro alla Cassa delle ammende.

Quando un ricorso in Cassazione viene considerato inammissibile?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile quando si limita a riproporre le stesse argomentazioni già presentate e respinte in appello, senza formulare una critica specifica e argomentata contro le motivazioni della sentenza impugnata, risultando così solo apparente e non specifico.

È possibile contestare in Cassazione il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche?
No, non è possibile contestarlo in sede di legittimità se la motivazione del giudice di merito è esente da evidenti illogicità. Il giudice di merito non è obbligato a considerare tutti gli elementi, ma è sufficiente che si basi su quelli ritenuti decisivi per giustificare la sua scelta.

Quali sono le conseguenze di un ricorso inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità del ricorso comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro, stabilita discrezionalmente dal giudice, in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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