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Ricorso inammissibile: quando l’appello è ripetitivo

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile poiché i motivi presentati erano una mera riproduzione di doglianze già esaminate e respinte dalla Corte d’Appello. La decisione sottolinea che un ricorso, per essere valido, deve contenere una critica specifica e argomentata della sentenza impugnata, non limitarsi a ripetere le stesse tesi. La ricorrente è stata condannata al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 24 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione e i Motivi Ripetitivi

L’esito di un processo non è sempre definitivo dopo il secondo grado di giudizio. La possibilità di ricorrere alla Corte di Cassazione rappresenta un’ulteriore garanzia per il cittadino, ma l’accesso a questo ultimo grado è tutt’altro che automatico. Un’ordinanza recente ci offre un chiaro esempio di quando un appello viene respinto ancor prima di essere esaminato nel merito, definendolo un ricorso inammissibile. Questo accade quando i motivi presentati sono una semplice fotocopia di argomenti già discussi e respinti in precedenza, senza apportare alcuna critica nuova e specifica alla decisione impugnata.

I Fatti del Caso: Un Appello Senza Novità

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un’imputata avverso una sentenza della Corte d’Appello di Milano. La ricorrente lamentava principalmente due aspetti: un presunto vizio motivazionale e la violazione di legge in relazione a specifici articoli del codice penale (artt. 54 e 131 bis c.p.). In sostanza, sosteneva che i giudici d’appello non avessero adeguatamente giustificato la loro decisione e avessero interpretato erroneamente le norme applicabili.

Tuttavia, l’approccio difensivo si è rivelato controproducente. Invece di concentrarsi sulle ragioni specifiche per cui la sentenza d’appello era, a suo dire, errata, il ricorso si è limitato a riproporre le stesse argomentazioni già avanzate e debitamente analizzate nel giudizio precedente.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte, con l’ordinanza in esame, ha tagliato corto, dichiarando il ricorso inammissibile. La decisione non entra nel merito delle accuse, ma si ferma a un livello procedurale. I giudici hanno constatato che i motivi di ricorso erano meramente “riproduttivi di doglianze già adeguatamente vagliate e disattese”. Di conseguenza, la ricorrente è stata condannata non solo al pagamento delle spese processuali, ma anche a versare una somma di 3.000 euro alla Cassa delle ammende.

Le Motivazioni: Perché un Ricorso Diventa Inammissibile?

La motivazione della Corte di Cassazione è un importante monito per chiunque intenda impugnare una sentenza. Il punto centrale è la distinzione tra un riesame del merito e un controllo di legittimità. La Cassazione non è un “terzo grado” di giudizio dove si possono rivalutare i fatti. Il suo compito è assicurare la corretta applicazione della legge e la coerenza logica delle motivazioni delle sentenze.

Per questo motivo, un ricorso non può limitarsi a ripetere ciò che è già stato detto. Deve, invece, contenere una “specifica critica analisi delle argomentazioni poste alla base della sentenza impugnata”. In altre parole, il ricorrente deve spiegare con precisione dove e perché il giudice d’appello ha sbagliato nel suo ragionamento giuridico, confrontandosi direttamente con le motivazioni scritte nella sentenza che si intende contestare. Presentare un ricorso inammissibile perché generico o ripetitivo significa non comprendere la funzione stessa del giudizio di legittimità, con conseguenze procedurali ed economiche negative.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale della procedura penale: l’appello in Cassazione è uno strumento tecnico che richiede rigore e specificità. Non è una seconda opportunità per ridiscutere l’intero caso. Gli avvocati devono redigere ricorsi che attacchino chirurgicamente i vizi logici e giuridici della sentenza precedente, non che ripropongano una difesa generica. La conseguenza di un approccio superficiale non è solo il rigetto dell’istanza, ma anche una condanna a sanzioni pecuniarie che rendono l’azione legale doppiamente svantaggiosa per l’assistito.

Quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Un ricorso può essere dichiarato inammissibile quando, come nel caso di specie, i motivi presentati sono una mera riproduzione di doglianze già esaminate e respinte nei precedenti gradi di giudizio, senza contenere una critica specifica e argomentata contro le motivazioni della sentenza che si sta impugnando.

Cosa significa che i motivi di ricorso sono “riproduttivi”?
Significa che le argomentazioni e le lamentele (doglianze) esposte nel ricorso per Cassazione sono identiche a quelle già presentate e valutate dal giudice del grado precedente (in questo caso, la Corte d’Appello), senza aggiungere alcun nuovo elemento di critica specifico contro la logica della decisione impugnata.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso dichiarato inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità comporta per il ricorrente la condanna al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende. In questo caso specifico, la somma è stata fissata in tremila euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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