Ricorso inammissibile: la Cassazione boccia l’impugnazione prematura
Presentare un ricorso prima di conoscere le motivazioni della sentenza da impugnare è una mossa non solo inutile, ma anche costosa. Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale della procedura penale: un ricorso inammissibile è quello proposto ‘al buio’, basandosi solo sulla parte dispositiva di una sentenza. Questo caso offre uno spunto prezioso per comprendere i tempi e i modi corretti per agire in giudizio.
I fatti del caso
La vicenda processuale ha origine dal ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza della Corte d’Appello. Il punto cruciale non riguarda il merito della questione, ma un aspetto puramente procedurale: la tempistica.
Il ricorso per Cassazione è stato depositato il 10 luglio 2023. Tuttavia, le motivazioni della sentenza di secondo grado, oggetto dell’impugnazione, sono state depositate solo successivamente, in data 28 luglio 2023. L’imputato, quindi, ha agito d’anticipo, impugnando una decisione di cui conosceva solo l’esito finale (il dispositivo), ma non le ragioni giuridiche e fattuali che lo avevano determinato (la motivazione).
La decisione della Corte di Cassazione e il ricorso inammissibile
La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione si fonda su un principio consolidato e logico: non è possibile censurare efficacemente un provvedimento giudiziario se non se ne conosce l’iter logico-giuridico completo. Un provvedimento giudiziario è un tutt’uno, composto inscindibilmente dalla parte dispositiva e da quella motivazionale.
Impugnare un atto giudiziario significa contestarne le fondamenta. Farlo senza conoscere tali fondamenta trasforma il ricorso in un atto generico, privo di censure specifiche e pertinenti, e come tale non meritevole di essere esaminato dal giudice.
Le conseguenze economiche della fretta
La declaratoria di inammissibilità non è priva di conseguenze. La Corte ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Questa sanzione pecuniaria serve a scoraggiare ricorsi avventati e a tutelare l’efficienza del sistema giudiziario, già oberato di lavoro.
Le motivazioni della decisione
La Corte ha spiegato che l’ammissibilità di un gravame deve essere valutata al momento della sua presentazione (ex ante) e non può essere sanata da eventi successivi (ex post), come il successivo deposito delle motivazioni. I requisiti di ammissibilità devono sussistere ‘in presenza del provvedimento gravato nel suo insieme’, quindi completo di dispositivo e motivazione.
Citando un precedente specifico (Sez. 2, n. 23938 del 15/07/2020), i giudici hanno ribadito che consentire un’impugnazione basata solo sul dispositivo significherebbe permettere un controllo ‘al buio’, incompatibile con la funzione stessa del giudizio di impugnazione. La motivazione è essenziale perché è lì che si annidano i potenziali vizi di legittimità o di merito che possono essere fatti valere con il ricorso.
Le conclusioni
Questa ordinanza è un monito sull’importanza del rispetto delle regole procedurali. La fretta di impugnare una decisione sfavorevole, senza attendere il deposito delle motivazioni, si traduce in un ricorso inammissibile e in una condanna a spese e sanzioni. Per i cittadini, la lezione è chiara: la difesa dei propri diritti passa attraverso un’azione legale ponderata, tempestiva ma non prematura, e sempre basata sulla conoscenza completa degli atti processuali. Affidarsi a un legale esperto è fondamentale per evitare passi falsi che possono compromettere l’esito di un giudizio e comportare inutili costi.
È possibile presentare ricorso contro una sentenza prima che vengano depositate le motivazioni?
No, non è possibile. La Corte di Cassazione ha stabilito che un ricorso presentato prima del deposito delle motivazioni è inammissibile, in quanto l’impugnazione deve basarsi sul provvedimento completo, che include sia la parte dispositiva (la decisione) sia quella motivazionale (le ragioni).
Quali sono le conseguenze di un ricorso dichiarato inammissibile per prematurità?
La dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, in questo caso fissata in tremila euro, da versare alla Cassa delle ammende.
Perché la motivazione di una sentenza è considerata indispensabile per poterla impugnare?
La motivazione è indispensabile perché espone l’iter logico e giuridico seguito dal giudice per arrivare alla sua decisione. Solo analizzando le motivazioni è possibile individuare eventuali errori di diritto o vizi di logica da contestare con il ricorso. Impugnare senza conoscerle equivale a un’azione generica e non mirata.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 4189 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 4189 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 12/01/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME nato a SANT’ANTIMO il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 25/05/2023 della CORTE APPELLO di NAPOLI
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
Il ricorso di NOME è stato presentato il 10 luglio 2023, prima del deposito il 28 luglio 2023 della sentenza impugnata.
È inammissibile per genericità l’impugnazione con cui si censuri un provvedimento la cui motivazione non sia stata ancora depositata, in quanto non è consentito che l’ammissibilità di un gravame possa essere valutata ex post, richiedendosi, invece, che i relativi requisiti siano apprezzabili in presenza del provvedimento gravato nel suo insieme e costituito tanto dalla parte dispositiva, quanto da quella motivazionale (Sez. 2, n. 23938 del 15/07/2020, Aghmour, Rv. 279489 – 01).
Pertanto, il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della RAGIONE_SOCIALE delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della RAGIONE_SOCIALE delle Ammende.
Così deciso il 12 gennaio 2024.