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Ricorso inammissibile: quando l’appello è infondato

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile avverso una sentenza della Corte d’Appello. Il motivo risiede nella manifesta infondatezza dell’impugnazione, dato che il provvedimento precedente era adeguatamente motivato. Di conseguenza, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali, di una sanzione pecuniaria e al risarcimento delle spese legali sostenute dalla parte civile.

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Pubblicato il 28 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Decisione della Cassazione

Quando si impugna un provvedimento giudiziario, è fondamentale che i motivi presentati abbiano un solido fondamento giuridico. In caso contrario, si rischia una declaratoria di ricorso inammissibile, una decisione che non solo pone fine al percorso legale ma comporta anche significative conseguenze economiche. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio di questa dinamica, sottolineando l’importanza di una motivazione adeguata e la futilità di appelli pretestuosi.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da un ricorso presentato avverso una sentenza della Corte d’Appello di Firenze. Il ricorrente, un individuo nato nel 1944, contestava la decisione di secondo grado, ritenendola viziata. La controparte nel giudizio era la curatela fallimentare di una società a responsabilità limitata, costituitasi come parte civile per ottenere il risarcimento dei danni.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte, dopo aver esaminato gli atti e ascoltato la relazione del Consigliere, ha emesso un’ordinanza perentoria: il ricorso è stato dichiarato inammissibile. Questa decisione impedisce alla Corte di entrare nel merito della questione, fermando il procedimento sul nascere. La pronuncia non si è limitata a questo, ma ha anche stabilito precise conseguenze a carico del ricorrente.

Le Motivazioni: Analisi del Ricorso Inammissibile

Il cuore della decisione risiede nella valutazione del ricorso come “manifestamente infondato”. I giudici di legittimità hanno osservato che il provvedimento impugnato, ovvero la sentenza della Corte d’Appello, era “adeguatamente motivato e privo degli asseriti difetti motivazionali”. In altre parole, le critiche mosse dal ricorrente erano così palesemente prive di pregio da non meritare un esame approfondito. La Corte ha ritenuto che la decisione di secondo grado avesse già risposto in modo esauriente alle questioni sollevate, rendendo l’ulteriore impugnazione un’azione superflua e dilatoria. Questa valutazione sottolinea un principio cardine del nostro ordinamento: non è sufficiente dissentire da una sentenza per poterla impugnare con successo; è necessario individuare vizi specifici e concreti che ne minino la validità.

Le Conclusioni: Le Conseguenze Economiche per il Ricorrente

Le implicazioni pratiche di un ricorso inammissibile sono severe. La Corte di Cassazione ha condannato il ricorrente a una serie di pagamenti:
1. Spese processuali: Copertura dei costi generali del procedimento.
2. Sanzione alla Cassa delle ammende: Un versamento di 3.000 euro, una sanzione pecuniaria volta a scoraggiare impugnazioni temerarie.
3. Rifusione alla parte civile: Il ricorrente è stato obbligato a rimborsare le spese di rappresentanza e difesa sostenute dalla parte civile (il fallimento della società) per un ammontare di 1.800 euro, oltre agli accessori di legge.

Questa pronuncia serve da monito: l’accesso alla giustizia è un diritto fondamentale, ma non deve essere abusato con ricorsi palesemente infondati. Le conseguenze economiche sono uno strumento deterrente per garantire che il sistema giudiziario non venga congestionato da impugnazioni pretestuose, tutelando al contempo le ragioni di chi ha già ottenuto una decisione favorevole e motivata.

Cosa significa quando un ricorso viene dichiarato inammissibile?
Significa che il ricorso non può essere esaminato nel merito, ovvero nel contenuto delle questioni sollevate, perché manca dei requisiti previsti dalla legge o, come in questo caso, è considerato manifestamente infondato.

Perché il ricorso in questo caso è stato ritenuto manifestamente infondato?
Il ricorso è stato giudicato tale perché la sentenza impugnata era considerata adeguatamente motivata e priva dei difetti che il ricorrente le attribuiva. I motivi dell’appello erano quindi palesemente privi di fondamento giuridico.

Quali sono le conseguenze economiche per chi propone un ricorso inammissibile?
La persona che ha proposto il ricorso è stata condannata al pagamento delle spese processuali, a versare una somma di 3.000 euro alla Cassa delle ammende e a rimborsare le spese legali della parte civile, liquidate in 1.800 euro oltre accessori di legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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