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Ricorso inammissibile: quando l’appello è generico

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile poiché i motivi erano generici e si limitavano a ripetere le argomentazioni già respinte dalla Corte d’Appello. In presenza di una ‘doppia conforme’, l’appello deve confrontarsi specificamente con la motivazione della sentenza impugnata, non potendo richiedere una nuova valutazione dei fatti. Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese e di una sanzione.

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Pubblicato il 13 dicembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione Spiega i Requisiti di Specificità

Presentare un ricorso in Cassazione non è una formalità. La Suprema Corte, con una recente ordinanza, ha ribadito un principio fondamentale del nostro sistema processuale: un ricorso inammissibile è la conseguenza diretta della genericità e della mancanza di un confronto critico con la decisione impugnata. Questo principio assume una rilevanza ancora maggiore in presenza di una cosiddetta ‘doppia conforme’, ovvero quando due gradi di giudizio hanno già dato ragione alla stessa parte. Analizziamo insieme questa decisione per comprendere quali sono gli errori da evitare per un ricorso efficace.

I Fatti del Caso: Un Appello Puramente Reiterativo

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un imputato contro una sentenza della Corte d’Appello di Napoli. L’appellante lamentava una violazione di legge e un vizio di motivazione riguardo alla sua responsabilità penale. Tuttavia, i motivi presentati alla Corte di Cassazione si sono rivelati una mera riproposizione delle stesse argomentazioni già esaminate e respinte dai giudici di secondo grado, senza aggiungere alcun elemento di critica specifico rivolto alla motivazione della sentenza d’appello.

La Decisione della Corte di Cassazione: il ricorso inammissibile

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione si fonda su principi consolidati della procedura penale, evidenziando come l’appello non possa essere un semplice copia-incolla dei motivi precedenti. I giudici hanno sottolineato che il ricorrente ha l’onere di confrontarsi in modo specifico e puntuale con le ragioni esposte nella sentenza che intende contestare.

L’Importanza della Specificità dei Motivi

L’articolo 581 del codice di procedura penale impone che i motivi di impugnazione siano specifici. La Cassazione chiarisce che la mancanza di specificità non si manifesta solo con l’indeterminatezza, ma anche con l’assenza di correlazione tra le argomentazioni della difesa e quelle, complesse e articolate, della decisione impugnata. Ignorare le motivazioni dei giudici di merito e riproporre le medesime doglianze rende l’atto di appello generico e, di conseguenza, inammissibile.

Il Principio della ‘Doppia Conforme’ e il ricorso inammissibile

Il caso in esame rientrava nell’ipotesi di ‘doppia conforme’, dove sia il Tribunale che la Corte d’Appello avevano raggiunto la stessa conclusione. In queste circostanze, l’onere di specificità per il ricorrente è ancora più stringente. La Corte ha ribadito che non basta ripetere le proprie tesi; è necessario demolire la struttura logico-giuridica della sentenza d’appello, evidenziandone le specifiche illogicità o i travisamenti, cosa che nel caso di specie non è avvenuta.

Le Motivazioni

La Corte ha motivato la sua decisione di inammissibilità evidenziando due punti cruciali. In primo luogo, il ricorso era meramente reiterativo e non si confrontava con la motivazione della Corte d’Appello, la quale, tra l’altro, era stata giudicata immune da vizi logici. I giudici di merito avevano ampiamente vagliato e disatteso le tesi difensive, anche attraverso la tecnica della motivazione per relationem, facendo proprie le ragioni del primo giudice. In secondo luogo, le doglianze difensive miravano, in sostanza, a ottenere dalla Cassazione una nuova e diversa valutazione delle prove e una ricostruzione alternativa dei fatti. Questo compito, però, è precluso alla Suprema Corte, il cui sindacato è limitato alla legittimità della decisione e non può estendersi al merito della vicenda. Tentare di ottenere una terza valutazione dei fatti è un errore che porta inevitabilmente all’inammissibilità del ricorso.

Le Conclusioni

L’ordinanza offre una lezione chiara: un ricorso per cassazione deve essere un’analisi critica e mirata della sentenza di secondo grado, non una sua semplice ripetizione. La difesa deve individuare con precisione i vizi logici o giuridici della decisione impugnata, evitando di chiedere ai giudici di legittimità un’indebita rivalutazione del merito. La conseguenza di un ricorso inammissibile non è solo la conferma della condanna, ma anche l’obbligo di pagare le spese processuali e una sanzione pecuniaria, come avvenuto nel caso di specie, con una condanna al pagamento di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché era generico e si limitava a ripetere le stesse argomentazioni già presentate e respinte dalla Corte d’Appello, senza confrontarsi in modo specifico con la motivazione della sentenza impugnata, come richiesto dall’art. 581 del codice di procedura penale.

Cosa significa il principio della ‘doppia conforme’ in questo contesto?
Significa che sia il tribunale di primo grado sia la Corte d’Appello sono giunti alla stessa conclusione. In questo caso, l’onere per chi presenta ricorso in Cassazione è ancora più rigoroso: non basta ripetere le proprie tesi, ma è necessario dimostrare un vizio specifico e decisivo nella motivazione della sentenza d’appello.

La Corte di Cassazione può riesaminare le prove e i fatti di un processo?
No. L’ordinanza chiarisce che la Corte di Cassazione ha il compito di giudicare la corretta applicazione della legge (giudizio di legittimità) e non può procedere a una nuova valutazione delle prove o a una ricostruzione alternativa dei fatti (giudizio di merito), che è di competenza esclusiva dei giudici dei gradi precedenti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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