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Ricorso inammissibile: quando l’appello è generico

La Corte di Cassazione, con ordinanza 29904/2024, ha dichiarato un ricorso inammissibile per genericità dei motivi. L’impugnazione non contestava in modo specifico le ragioni della Corte d’Appello, portando alla condanna del ricorrente al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria. La decisione sottolinea la necessità di un confronto critico con il provvedimento impugnato.

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Pubblicato il 5 dicembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Guida Completa alla Genericità dei Motivi

Nel complesso mondo della procedura penale, la presentazione di un’impugnazione è un’arte che richiede precisione e specificità. Non basta, infatti, lamentare un’ingiustizia; è necessario articolare le proprie ragioni in modo chiaro e pertinente. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre un’importante lezione su questo tema, chiarendo perché un ricorso inammissibile per genericità viene respinto senza un esame di merito. Comprendere questi principi è fondamentale per chiunque si approcci al sistema giudiziario.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale ha origine da un’ordinanza di una Corte d’Appello che aveva dichiarato inammissibile un atto di gravame. In sostanza, già in secondo grado l’impugnazione era stata giudicata non idonea a procedere. L’imputato, non rassegnandosi a tale decisione, ha proposto ricorso per cassazione, contestando l’ordinanza della Corte territoriale. La questione giunta all’esame della Suprema Corte non riguardava quindi il merito dell’accusa originale, ma la correttezza procedurale della decisione che aveva bloccato l’appello.

La Decisione della Corte sul ricorso inammissibile

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha risolto la questione in modo netto e definitivo: il ricorso è stato dichiarato inammissibile. Questa decisione ha comportato due conseguenze dirette per il ricorrente: la condanna al pagamento delle spese processuali e il versamento di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende. La Corte non è entrata nel merito della questione, fermandosi a un vaglio preliminare che ha evidenziato un difetto insanabile nell’atto di impugnazione stesso.

Le motivazioni: Perché un Ricorso è Manifestamente Infondato?

Il cuore della decisione risiede nella motivazione con cui la Corte ha giustificato l’inammissibilità. Il ricorso è stato definito ‘ex se generico’, ovvero generico nella sua stessa essenza. Secondo i giudici, l’appellante si era limitato a ‘evocare il vizio enunciato’ senza sviluppare un confronto reale e critico con le argomentazioni contenute nell’ordinanza impugnata. In altre parole, mancava una ‘correlazione tra le ragioni argomentate dalla decisione impugnata e quelle poste a fondamento dell’atto di impugnazione’.

La Corte ha ribadito un principio giuridico consolidato, citando un precedente del 2007: un’impugnazione non può ignorare le affermazioni del provvedimento che contesta. Se lo fa, cade inevitabilmente nel ‘vizio di aspecificità’. Questo principio, sottolinea la Corte, vale anche quando l’oggetto del ricorso per cassazione è un’ordinanza che dichiara l’inammissibilità di un appello. Non è sufficiente affermare che il giudice precedente ha sbagliato; è obbligatorio spiegare perché, punto per punto, confrontandosi con la sua logica giuridica.

Le conclusioni: Implicazioni Pratiche per la Redazione di un Atto di Impugnazione

Questa ordinanza è un monito fondamentale per avvocati e assistiti. La redazione di un atto di impugnazione non è un mero esercizio formale, ma un dialogo critico con la decisione che si intende contestare. Qualsiasi ricorso, per avere una speranza di essere esaminato nel merito, deve essere specifico, pertinente e puntuale. Deve ‘smontare’ le argomentazioni del giudice precedente, evidenziandone le presunte falle logiche o giuridiche. Un ricorso generico, che si limita a ripetere formule astratte o a lamentare un errore senza collegarlo direttamente al testo del provvedimento, è destinato a essere dichiarato inammissibile, con un conseguente spreco di tempo, risorse e la condanna a sanzioni pecuniarie. La specificità non è un optional, ma il requisito essenziale per l’accesso alla giustizia nei gradi superiori.

Quando un ricorso per cassazione viene considerato ‘generico’ e quindi inammissibile?
Secondo l’ordinanza, un ricorso è generico quando manca una specifica critica alla decisione impugnata. È necessario che vi sia una correlazione diretta tra le argomentazioni del ricorso e le motivazioni del provvedimento contestato, senza limitarsi a enunciare un vizio in astratto.

Cosa succede se un ricorso viene dichiarato inammissibile dalla Corte di Cassazione?
In base a quanto stabilito nel provvedimento, la dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro, in questo caso tremila euro, in favore della Cassa delle ammende.

Il principio della genericità si applica anche quando si impugna un’ordinanza che ha già dichiarato inammissibile un appello?
Sì, la Corte chiarisce espressamente che il principio di diritto secondo cui un ricorso deve essere specifico e non generico è pienamente applicabile anche nell’ipotesi in cui si impugni un’ordinanza che dichiara l’inammissibilità di un precedente atto di appello.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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