LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso inammissibile: quando l’appello è generico

Un soggetto condannato in appello ricorre in Cassazione lamentando il mancato riconoscimento della tenuità del fatto e delle attenuanti generiche. La Suprema Corte dichiara il ricorso inammissibile perché i motivi erano generici, non specifici e si limitavano a riproporre le stesse questioni già respinte dalla Corte d’Appello, la cui motivazione è stata ritenuta logica e coerente.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 23 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso inammissibile in Cassazione: l’importanza della specificità dei motivi

Quando si presenta un’impugnazione, in particolare un ricorso per cassazione, non è sufficiente lamentare un’ingiustizia. È fondamentale articolare motivi specifici, criticando punto per punto la decisione precedente. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito questo principio, dichiarando un ricorso inammissibile proprio perché generico e ripetitivo. Questo caso offre uno spunto prezioso per comprendere i requisiti formali di un ricorso e le conseguenze del non rispettarli.

I Fatti del Caso

Un individuo, condannato in primo grado dal Tribunale e la cui sentenza era stata parzialmente riformata dalla Corte d’Appello, ha deciso di portare il suo caso davanti alla Suprema Corte di Cassazione. La condanna definitiva in appello era di sei mesi di arresto per un reato previsto dal d.lgs. n. 14/2017. L’imputato, tramite il suo difensore, ha basato il suo ricorso su due argomenti principali: il mancato riconoscimento della non punibilità per particolare tenuità del fatto e il diniego delle attenuanti generiche, a suo dire motivato in modo errato dalla Corte d’Appello, la quale si era basata unicamente sui suoi precedenti penali.

I Motivi del Ricorso e la Valutazione della Corte

L’appellante sosteneva che la Corte d’Appello avesse commesso una violazione di legge e un vizio di motivazione. In sostanza, chiedeva alla Cassazione di riconsiderare due aspetti già valutati e respinti nel grado precedente:

1. La particolare tenuità del fatto: secondo la difesa, il reato era talmente lieve da non meritare una condanna.
2. Le attenuanti generiche: la difesa contestava che il diniego fosse basato esclusivamente sulla presenza di precedenti penali, senza una valutazione più ampia.

La Corte di Cassazione, tuttavia, ha preso una strada diversa, concentrandosi non sul merito delle richieste, ma sulla forma con cui erano state presentate.

La Decisione: un Ricorso Inammissibile per Genericità

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. La ragione di questa decisione non risiede nella fondatezza o meno delle richieste dell’imputato, ma nel modo in cui il ricorso è stato formulato. I giudici hanno rilevato che i motivi presentati erano generici, privi di specificità e, di fatto, si limitavano a riproporre le stesse argomentazioni già ampiamente esaminate e respinte dalla Corte d’Appello. Quest’ultima, secondo la Cassazione, aveva fornito una motivazione né illogica né contraddittoria per le sue decisioni.

Le Motivazioni della Corte

La Corte ha spiegato che la Corte d’Appello aveva correttamente giustificato il suo diniego. Per escludere la particolare tenuità del fatto, aveva considerato la pluralità delle violazioni commesse e la personalità dell’imputato, gravato da numerosi precedenti penali. Allo stesso modo, il diniego delle attenuanti generiche era stato motivato non solo dai precedenti, ma dalla mancanza di elementi favorevoli e dalla spiccata capacità a delinquere del soggetto, dimostrata da condanne per reati contro il patrimonio e la persona.

Citando un proprio precedente (sentenza n. 27816/2019), la Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: è inammissibile un ricorso che si limita a reiterare i motivi dell’appello senza confrontarsi criticamente con gli argomenti usati dal giudice del grado precedente. Un ricorso in Cassazione non è una terza istanza di merito, ma un giudizio di legittimità, volto a verificare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche

La decisione sottolinea un aspetto cruciale della procedura penale: la specificità dei motivi di ricorso. Chi impugna una sentenza non può limitarsi a ripetere le proprie tesi, ma deve analizzare la motivazione del provvedimento contestato e spiegare précisément dove e perché il giudice abbia sbagliato. Un ricorso inammissibile non solo non ottiene il risultato sperato, ma comporta anche la condanna al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende, che in questo caso è stata fissata in 3.000 euro.

Quando un ricorso per cassazione viene considerato inammissibile?
Secondo l’ordinanza, un ricorso è inammissibile quando i motivi sono generici, non specifici e si limitano a riproporre le stesse questioni già valutate e respinte nel grado precedente, senza un confronto critico con la motivazione della sentenza impugnata.

Perché nel caso di specie sono state negate le attenuanti generiche e la tenuità del fatto?
Sono state negate perché la Corte d’Appello ha fornito una motivazione logica, basata sulla pluralità delle violazioni, sui numerosi precedenti penali dell’imputato e sulla sua spiccata capacità a delinquere, elementi che hanno impedito di riconoscere sia la lieve entità del fatto sia la presenza di circostanze favorevoli.

Quali sono le conseguenze di un ricorso dichiarato inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, che in questo caso è stata quantificata in 3.000 euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati