LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso inammissibile: quando l’appello è generico

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile in quanto ritenuto generico e meramente riproduttivo di censure già esaminate e respinte dalla Corte d’Appello. Il caso verteva sulla richiesta di applicazione di un’attenuante. La decisione sottolinea la necessità di formulare motivi di ricorso specifici e non limitarsi a ripetere argomentazioni precedenti, pena la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 7 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione Boccia i Motivi Generici

Presentare un ricorso in Cassazione richiede precisione e specificità. Non basta ripetere le stesse argomentazioni già respinte nei gradi di giudizio precedenti. A ribadirlo è una recente ordinanza della Suprema Corte, che ha dichiarato un ricorso inammissibile proprio perché i motivi addotti erano generici e riproduttivi. Questo caso offre uno spunto fondamentale per comprendere i requisiti di ammissibilità di un’impugnazione e le conseguenze di un ricorso mal formulato.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale ha origine da un ricorso presentato avverso una sentenza della Corte d’Appello di Brescia. L’imputato, tramite il suo difensore, aveva impugnato la decisione di secondo grado, sollevando una questione relativa all’applicazione di una circostanza attenuante prevista dall’articolo 62, n. 6 del codice penale, verosimilmente legata al risarcimento del danno.

Il ricorrente, tuttavia, si era limitato a riproporre le medesime censure già vagliate e motivatamente respinte dal giudice d’appello, senza introdurre elementi di critica nuovi e specifici contro la sentenza impugnata.

La Decisione della Corte di Cassazione e il concetto di ricorso inammissibile

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 11042/2024, ha tagliato corto, dichiarando il ricorso inammissibile. La decisione si fonda su un principio consolidato della procedura penale: i motivi di ricorso devono essere specifici e devono confrontarsi criticamente con le ragioni esposte nella decisione che si intende impugnare. Ripetere semplicemente le argomentazioni già presentate e disattese in appello equivale a non formulare una vera e propria censura, rendendo l’atto inidoneo a superare il vaglio di ammissibilità.

La Corte ha quindi condannato il ricorrente non solo al pagamento delle spese processuali, ma anche al versamento di una somma di tremila euro in favore della cassa delle ammende, una sanzione pecuniaria prevista proprio per i casi di inammissibilità del ricorso.

Le Motivazioni

Il cuore della motivazione della Corte risiede nella genericità del motivo di ricorso. I giudici di legittimità hanno rilevato che l’unico motivo di censura era “riproduttivo di censure già adeguatamente vagliate e disattese con corretti argomenti giuridici dal giudice di merito”. In altre parole, il ricorso non attaccava la logicità o la correttezza giuridica delle motivazioni della sentenza d’appello, ma si limitava a riaffermare una tesi già bocciata. Questo vizio procedurale impedisce alla Corte di Cassazione di entrare nel merito della questione. Il suo ruolo, infatti, non è quello di riesaminare i fatti una terza volta, ma di verificare la corretta applicazione della legge e la coerenza logica della motivazione della sentenza impugnata. Un ricorso che non si confronta con tale motivazione è, per definizione, inammissibile.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche

Questa pronuncia rafforza un importante monito per la difesa tecnica: un ricorso per cassazione non è un terzo grado di giudizio nel merito. Per avere una possibilità di successo, è indispensabile che l’atto di impugnazione individui con precisione i vizi logici o giuridici della sentenza contestata, argomentando in modo specifico e puntuale il perché quella decisione sarebbe errata. La mera riproposizione di doglianze generiche non solo è destinata all’insuccesso, ma comporta anche significative conseguenze economiche per l’assistito, con la condanna al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria. La specificità e la pertinenza dei motivi sono, dunque, requisiti imprescindibili per un efficace esercizio del diritto di difesa dinanzi alla Suprema Corte.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché ritenuto generico. Si limitava a riproporre le stesse censure già esaminate e respinte con motivazioni corrette dalla Corte d’Appello, senza muovere critiche specifiche alla sentenza impugnata.

Qual era la questione legale al centro del ricorso?
La questione principale riguardava la richiesta di applicazione della circostanza attenuante prevista dall’articolo 62, n. 6 del codice penale, che attiene alla riparazione del danno causato dal reato.

Quali sono state le conseguenze economiche per il ricorrente?
A seguito della dichiarazione di inammissibilità, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati