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Ricorso inammissibile: quando l’appello è generico

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile poiché il motivo presentato era troppo generico e non affrontava specificamente le argomentazioni della sentenza d’appello. La decisione conferma la condanna per violazioni del Codice della Strada e condanna il ricorrente al pagamento delle spese e di una sanzione.

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Pubblicato il 5 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Guida Pratica alla Decisione della Cassazione

Presentare un ricorso in Cassazione richiede precisione e rigore. Quando un appello è formulato in modo vago, si rischia una dichiarazione di ricorso inammissibile, con conseguenze significative per il ricorrente. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio di come la genericità dei motivi possa precludere l’esame di merito, confermando la condanna e aggiungendo ulteriori oneri economici. Analizziamo insieme questo caso per capire i principi procedurali applicati dalla Suprema Corte.

I Fatti del Processo

Il caso ha origine da una condanna emessa dal Tribunale di Nola e successivamente confermata dalla Corte di Appello di Napoli. L’imputato era stato ritenuto colpevole di un reato previsto dall’articolo 116 del Codice della Strada, che disciplina la guida senza patente. La pena inflitta consisteva in quattro mesi di arresto e 2.000,00 euro di ammenda. Nonostante la doppia pronuncia di condanna nei gradi di merito, l’imputato, tramite il suo difensore, ha deciso di portare la questione davanti alla Corte di Cassazione, sperando in un annullamento della sentenza.

Il Motivo del Ricorso e il Ricorso Inammissibile

L’imputato ha basato il suo ricorso per cassazione su un unico motivo: la violazione di legge e il vizio di motivazione. In sostanza, il difensore lamentava una carenza nelle argomentazioni della Corte d’Appello, sostenendo che la sentenza non fosse adeguatamente motivata. Tuttavia, come vedremo, la formulazione di questa doglianza è stata la causa stessa del fallimento dell’impugnazione. La Corte di Cassazione, infatti, ha ritenuto che il motivo fosse stato esposto in modo troppo generico, portando a una inevitabile dichiarazione di ricorso inammissibile.

La Genericità come Causa di Inammissibilità

Perché un ricorso sia esaminato nel merito, non è sufficiente lamentare genericamente una ‘carenza motivazionale’. È necessario, invece, che il ricorrente specifichi in modo puntuale quali sono le ragioni di fatto e di diritto della sua doglianza. Deve inoltre confrontarsi criticamente con le argomentazioni contenute nella sentenza impugnata, evidenziandone le presunte falle logiche o giuridiche. In questo caso, la Corte ha rilevato che il motivo del ricorso era del tutto generico e aspecifico, non riuscendo a individuare i punti critici della decisione della Corte d’Appello.

Le Conseguenze dell’Inammissibilità

La dichiarazione di inammissibilità di un ricorso non è priva di conseguenze. Oltre alla conferma definitiva della condanna, la legge prevede che il ricorrente sia condannato al pagamento delle spese processuali. Inoltre, la Corte ha disposto il pagamento di una somma di 3.000,00 euro in favore della Cassa delle ammende, una sanzione pecuniaria che si aggiunge alla pena originaria. Questa misura serve a scoraggiare la presentazione di ricorsi palesemente infondati o meramente dilatori.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte, nel dichiarare il ricorso inammissibile, ha chiarito i principi procedurali che governano il giudizio di legittimità. Il Collegio ha stabilito che la motivazione fornita dai giudici di merito era completa, logica e giuridicamente corretta, giustificando ampiamente sia il riconoscimento della responsabilità penale dell’imputato sia la congruità della pena inflitta. Di conseguenza, il motivo proposto dal ricorrente è stato giudicato manifestamente inammissibile ai sensi dell’art. 591, comma 1, lettera c), del codice di procedura penale. La Corte ha sottolineato che il ricorso non puntualizzava le ragioni della doglianza e non si confrontava adeguatamente con le argomentazioni della sentenza impugnata, risultando così un atto processuale inefficace.

Le Conclusioni: Cosa Imparare da questa Ordinanza

Questa decisione ribadisce un principio fondamentale: il ricorso per cassazione non è un terzo grado di giudizio in cui si possono riesaminare i fatti, ma un controllo sulla corretta applicazione della legge. Per avere successo, un ricorso deve essere specifico, dettagliato e deve dialogare criticamente con la sentenza che intende impugnare. Un’impugnazione generica, che si limita a denunciare vizi senza articolarli, è destinata all’inammissibilità. Per i cittadini e i professionisti del diritto, questo caso serve da monito sull’importanza di redigere atti processuali rigorosi, pena la perdita del diritto a un esame di merito e l’imposizione di ulteriori sanzioni economiche.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché il motivo presentato era considerato ‘del tutto generico e aspecifico’. Il ricorrente non ha specificato le ragioni di doglianza in fatto e in diritto e non si è confrontato in modo adeguato con le argomentazioni della sentenza impugnata.

Quali sono le conseguenze per il ricorrente quando un ricorso è dichiarato inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro, in questo caso 3.000,00 euro, in favore della Cassa delle ammende.

Cosa significa che un motivo di ricorso è ‘generico e aspecifico’?
Significa che la critica mossa alla sentenza precedente è vaga e non individua in modo preciso e dettagliato quali parti della motivazione sarebbero errate, illogiche o contraddittorie, né spiega perché la legge sarebbe stata applicata in modo scorretto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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