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Ricorso inammissibile: quando l’appello è copia-incolla

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un’imputata condannata per una violazione del Codice della Strada. Il motivo è che l’atto di ricorso si limitava a riproporre le stesse argomentazioni già presentate e respinte in appello, senza confrontarsi criticamente con la motivazione della sentenza impugnata. La Corte ribadisce che un’impugnazione, per essere valida, deve contenere una critica argomentata e specifica al provvedimento che contesta, non una semplice riproposizione dei motivi precedenti, rendendo di fatto il ricorso inammissibile.

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Pubblicato il 5 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione e la Critica agli Appelli “Copia-Incolla”

Nel percorso della giustizia, ogni atto di impugnazione rappresenta un’opportunità cruciale per contestare una decisione ritenuta ingiusta. Tuttavia, la sua efficacia dipende da come viene formulato. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce un principio fondamentale: un ricorso che si limita a ripetere le stesse doglianze già respinte nel grado precedente, senza un’analisi critica della sentenza impugnata, è destinato a essere dichiarato un ricorso inammissibile. Questa decisione sottolinea l’importanza di un approccio argomentativo specifico e puntuale in ogni fase del processo.

I Fatti del Caso

Il caso ha origine dalla condanna di un’imputata da parte del Tribunale, confermata successivamente dalla Corte di Appello di Napoli, per un reato previsto dal Codice della Strada. La pena inflitta era di tre mesi di arresto e 2.000,00 euro di ammenda.

Contro la sentenza d’appello, la difesa ha proposto ricorso per cassazione, basandolo su diversi motivi:
1. Vizio di motivazione: si lamentava che la Corte d’Appello avesse motivato la sua decisione per relationem, ossia richiamando semplicemente la sentenza di primo grado, senza un’effettiva valutazione delle critiche sollevate dalla difesa.
2. Mancata rinnovazione dell’istruttoria: la difesa contestava la decisione di non riaprire la fase di acquisizione delle prove in appello.
3. Omessa applicazione dell’art. 131-bis c.p.: si chiedeva l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto.
4. Mancata conversione della pena: infine, si criticava la mancata conversione della pena detentiva in una pena pecuniaria.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso interamente inammissibile. La Corte ha osservato che tutti i motivi presentati non erano altro che una pedissequa riproposizione delle stesse argomentazioni già avanzate con l’atto di appello. La Corte territoriale, secondo gli Ermellini, aveva già esaminato e respinto tali motivi con una motivazione congrua e logica, con la quale il ricorso per cassazione non si era affatto confrontato.

Le Motivazioni: Perché il Ricorso è Stato Dichiarato Inammissibile?

La Corte ha ribadito un principio consolidato nella sua giurisprudenza: la funzione tipica dell’impugnazione è quella della critica argomentata avverso il provvedimento che si contesta. Un ricorso, per essere ammissibile, deve indicare specificamente le ragioni di diritto e gli elementi di fatto che fondano la richiesta.

L’elemento essenziale è il confronto puntuale con le argomentazioni della sentenza impugnata. Se l’atto di ricorso, come nel caso di specie, si limita a riproporre le stesse lamentele già vagliate e respinte in appello, senza attaccare la logica e la coerenza della motivazione del giudice precedente, esso perde la sua funzione. In pratica, diventa un dialogo tra sordi, dove l’appellante ignora le risposte già fornite dalla Corte di merito.

Citando precedenti sentenze, la Corte ha affermato che un ricorso per cassazione che “riproduce e reitera gli stessi motivi prospettati con l’atto di appello e motivatamente respinti in secondo grado, senza confrontarsi criticamente con gli argomenti utilizzati nel provvedimento impugnato”, è inammissibile. Non è sufficiente lamentare una generica carenza o illogicità della motivazione; è necessario dimostrare, punto per punto, dove e perché la Corte d’Appello ha sbagliato nel suo ragionamento.

Le Conclusioni

La decisione in commento è un monito importante per la prassi legale. Non basta avere delle buone ragioni per impugnare una sentenza; è fondamentale saperle presentare nel modo corretto in ogni grado di giudizio. Preparare un ricorso per cassazione non può essere un semplice “copia-incolla” dell’atto di appello. Richiede un’analisi approfondita e una critica mirata della sentenza di secondo grado, evidenziandone le specifiche falle logiche o le violazioni di legge. In assenza di questo confronto critico, il rischio concreto è quello di vedersi chiudere le porte della Suprema Corte con una declaratoria di inammissibilità e la conseguente condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Quando un ricorso per cassazione viene considerato inammissibile?
Un ricorso è considerato inammissibile quando, tra le altre cose, non si confronta criticamente con la motivazione della sentenza impugnata ma si limita a riproporre le stesse argomentazioni già esaminate e respinte nel precedente grado di giudizio.

È sufficiente riproporre gli stessi motivi dell’appello nel ricorso per cassazione?
No, non è sufficiente. La Corte di Cassazione ha chiarito che la semplice reiterazione dei motivi di appello, senza una critica specifica e argomentata delle ragioni esposte nella sentenza di secondo grado, porta all’inammissibilità del ricorso.

Qual è la funzione principale di un atto di impugnazione secondo la Cassazione?
Secondo la Corte, la funzione tipica di un’impugnazione è quella di realizzare una critica argomentata avverso il provvedimento cui si riferisce, indicando specificamente le ragioni di diritto e gli elementi di fatto che sostengono la richiesta di riforma.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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