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Ricorso inammissibile: quando l’appello è aspecifico

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile avverso una condanna per tentato furto. La decisione si fonda sulla genericità dei motivi, che si limitavano a riproporre doglianze già esaminate in appello senza confrontarsi criticamente con le motivazioni della sentenza impugnata. Viene sottolineato che la scelta del rito abbreviato implica l’accettazione degli atti di indagine, come le individuazioni fotografiche.

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Pubblicato il 3 dicembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione Sottolinea l’Importanza della Specificità dei Motivi

L’ordinanza n. 27049/2024 della Corte di Cassazione offre un’importante lezione sulla redazione degli atti di impugnazione, ribadendo che un ricorso inammissibile è la conseguenza inevitabile di motivi generici e non correlati alla decisione impugnata. Questo principio, consolidato nella giurisprudenza, è cruciale per garantire l’efficacia del sistema giudiziario. Analizziamo il caso per comprendere le ragioni dietro la decisione della Suprema Corte.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale ha origine dalla condanna di un imputato per il reato di tentato furto aggravato. La Corte di Appello, in parziale riforma della sentenza di primo grado, aveva rideterminato la pena in sei mesi di reclusione. La condanna si basava principalmente sull’individuazione dell’imputato, avvenuta tramite due canali: il riconoscimento da parte del personale di polizia giudiziaria attraverso le immagini di un sistema di videosorveglianza e il successivo riconoscimento da parte del direttore dell’esercizio commerciale. L’imputato, non soddisfatto della decisione, ha proposto ricorso per cassazione, lamentando l’inattendibilità di tali riconoscimenti.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria. La decisione non entra nel merito della colpevolezza dell’imputato, ma si concentra esclusivamente sui vizi procedurali dell’atto di impugnazione presentato.

Le Motivazioni: Aspecificità e Mancanza di Correlazione

Le motivazioni della Corte si fondano su un principio cardine della procedura penale: i motivi di ricorso non possono essere generici, ma devono essere specifici e direttamente correlati alle argomentazioni contenute nella sentenza che si contesta. Nel caso di specie, i giudici hanno rilevato che il ricorrente si è limitato a riproporre le stesse doglianze già presentate e respinte dalla Corte di Appello. Questo approccio è stato giudicato aspecifico perché non si è confrontato criticamente con la logica della decisione di secondo grado.

L’impatto del rito abbreviato sul ricorso inammissibile

Un altro punto fondamentale toccato dalla Corte riguarda la scelta del rito processuale. L’imputato aveva optato per il rito abbreviato, una scelta che comporta l’accettazione di essere giudicati sulla base degli atti raccolti durante le indagini preliminari. Di conseguenza, egli ha acconsentito all’utilizzo degli atti di individuazione e riconoscimento confluiti nel fascicolo del pubblico ministero. La Corte ha precisato che tali atti non presentavano vizi di “inutilizzabilità patologica”, ovvero difetti talmente gravi da renderli inutilizzabili a prescindere dal consenso delle parti.

Conclusioni: Lezioni Pratiche per un Ricorso Efficace

Questa ordinanza è un monito per chiunque intenda presentare un ricorso in Cassazione. Non è sufficiente esprimere un generico dissenso verso una sentenza. È indispensabile:
1. Analizzare approfonditamente le motivazioni del provvedimento impugnato.
2. Articolare critiche specifiche, evidenziando le presunte violazioni di legge o i vizi logici nel ragionamento del giudice.
3. Evitare la mera riproposizione di argomenti già esaminati e respinti nei gradi di giudizio precedenti.
In sintesi, un ricorso efficace è un dialogo critico con la sentenza impugnata, non un monologo che la ignora. La mancata osservanza di questi principi porta inesorabilmente a una declaratoria di ricorso inammissibile, con conseguente spreco di tempo e risorse.

Perché un ricorso per cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile quando non rispetta i requisiti previsti dalla legge, ad esempio se i motivi sono aspecifici, ovvero generici e non chiaramente argomentati, oppure se non si confrontano criticamente con le ragioni esposte nella sentenza che si sta impugnando.

Cosa significa che i motivi di ricorso devono essere correlati alla decisione impugnata?
Significa che l’atto di impugnazione non può limitarsi a ripetere le stesse argomentazioni già respinte in precedenza, ma deve analizzare specificamente il ragionamento del giudice della sentenza impugnata e spiegare in modo puntuale perché si ritiene che sia errato o viziato.

Quali sono le conseguenze della scelta del rito abbreviato sull’utilizzabilità delle prove?
Scegliendo il rito abbreviato, l’imputato accetta di essere giudicato sulla base degli atti contenuti nel fascicolo delle indagini. Ciò implica che le prove raccolte in quella fase, come i verbali di riconoscimento fotografico, sono utilizzabili per la decisione, a meno che non siano affette da un vizio talmente grave da renderle “patologicamente inutilizzabili”.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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