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Ricorso inammissibile: quando la motivazione è valida

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile presentato da due imputati contro una sentenza di condanna. Il motivo del rigetto risiede nella manifesta infondatezza delle critiche mosse alla motivazione della sentenza d’appello, giudicata logica e coerente, senza i vizi denunciati ai sensi dell’art. 606 c.p.p.

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Pubblicato il 30 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso inammissibile: quando la critica alla motivazione non basta

Quando si impugna una sentenza, non è sufficiente esprimere un generico dissenso. È necessario individuare vizi specifici previsti dalla legge. Un recente caso esaminato dalla Corte di Cassazione chiarisce i confini del ricorso inammissibile, specialmente quando si contesta la logicità della motivazione. La Suprema Corte ha ribadito che una critica generica, che non evidenzia una reale contraddizione nel ragionamento del giudice, porta inevitabilmente a una declaratoria di inammissibilità, con conseguente condanna al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria.

I Fatti del Caso

Due soggetti, condannati dalla Corte d’Appello di Napoli, decidevano di presentare ricorso per Cassazione. Il fulcro della loro impugnazione era la presunta illogicità e contraddittorietà della motivazione della sentenza di secondo grado. Sostanzialmente, i ricorrenti contestavano la correttezza del percorso argomentativo che aveva portato alla loro condanna, ritenendolo viziato.

Il Ricorso Inammissibile e la Decisione della Cassazione

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha tagliato corto, dichiarando entrambi i ricorsi inammissibili. La Corte non è entrata nel merito delle questioni, ma si è fermata a un controllo preliminare, concludendo che le doglianze sollevate non rientravano nei casi tassativamente previsti dalla legge per un ricorso in Cassazione. Di conseguenza, oltre a confermare la sentenza impugnata, ha condannato i ricorrenti al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro a favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha spiegato in modo chiaro perché il ricorso fosse manifestamente infondato. Il vizio di motivazione che può essere fatto valere in Cassazione, ai sensi dell’articolo 606 del codice di procedura penale, non è una qualsiasi presunta illogicità. Si tratta, invece, di un vizio specifico che emerge palesemente dal testo del provvedimento impugnato, come una contraddizione insanabile tra diverse parti della motivazione o un contrasto con massime di esperienza universalmente riconosciute.

Nel caso specifico, la Cassazione ha osservato che la sentenza della Corte d’Appello non presentava alcun vizio di questo tipo. Al contrario, i giudici di secondo grado avevano fornito una risposta puntuale e argomentata a tutte le censure che erano state formulate. La motivazione era coerente e completa. Pertanto, il tentativo dei ricorrenti di rimettere in discussione la valutazione dei fatti, mascherandolo da vizio di motivazione, non poteva trovare accoglimento. La Suprema Corte non è un terzo grado di giudizio dove si può riesaminare il merito della vicenda, ma un giudice di legittimità che verifica la corretta applicazione della legge.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza riafferma un principio fondamentale del nostro sistema processuale: il ricorso per Cassazione è uno strumento straordinario, non un’ulteriore opportunità per discutere i fatti. Per avere successo, un ricorso deve basarsi su vizi specifici e chiaramente individuabili nel provvedimento impugnato. Una critica generica alla motivazione, che si traduce in una mera richiesta di una nuova valutazione, è destinata a essere dichiarata inammissibile. Le conseguenze non sono solo la conferma della condanna, ma anche un aggravio di spese per il ricorrente, con la condanna al pagamento di una sanzione pecuniaria alla Cassa delle ammende, come deterrente contro impugnazioni dilatorie o pretestuose.

Cosa si intende per ricorso manifestamente infondato?
Significa che il motivo dell’impugnazione è palesemente privo di fondamento giuridico, tanto da poter essere respinto dalla Corte senza un esame approfondito nel merito della questione.

Quale tipo di vizio di motivazione può essere contestato in Cassazione?
Si può contestare solo un vizio che emerge dal testo stesso della sentenza, come una palese illogicità, una contraddizione interna al ragionamento del giudice o un contrasto con principi di esperienza consolidati, e non una semplice divergenza di valutazione dei fatti.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso dichiarato inammissibile?
La parte che ha presentato il ricorso viene condannata al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro, in questo caso tremila euro, a favore della Cassa delle ammende, a titolo di sanzione per aver adito la Corte con un’impugnazione palesemente infondata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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