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Ricorso inammissibile: quando la Cassazione non decide

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 9992/2024, ha dichiarato un ricorso inammissibile perché basato su una mera rivalutazione dei fatti e non su vizi di legittimità. La Corte ha ribadito che il suo ruolo non è riesaminare le prove, ma controllare la logicità e correttezza giuridica della motivazione della sentenza impugnata, confermando la condanna del ricorrente.

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Pubblicato il 5 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: i Limiti del Giudizio in Cassazione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 9992 del 2024, torna a definire i confini del proprio giudizio, chiarendo ancora una volta la differenza tra un vizio di legittimità e una mera contestazione dei fatti. Il caso in esame offre un esempio emblematico di come un ricorso inammissibile venga dichiarato tale quando tenta di ottenere dalla Suprema Corte una nuova valutazione del merito, compito che non le spetta.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine dal ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza della Corte d’Appello di Venezia. Il ricorrente lamentava l’illogicità della motivazione con cui i giudici di secondo grado avevano confermato la sua colpevolezza, invocando una violazione dell’articolo 192, comma 2, del codice di procedura penale, che disciplina la valutazione della prova indiziaria.

I Motivi del Ricorso e il Ruolo della Cassazione

Il nucleo della difesa si concentrava sulla presunta debolezza del quadro probatorio. Tuttavia, secondo la Suprema Corte, le argomentazioni proposte non costituivano una critica specifica alla struttura logico-giuridica della sentenza impugnata, ma si traducevano in una semplice riproposizione di doglianze già esaminate e respinte nei precedenti gradi di giudizio. In sostanza, l’imputato chiedeva ai giudici di legittimità di rivalutare la gravità, la precisione e la concordanza degli indizi a suo carico. Questo tipo di richiesta, però, esula dalle competenze della Cassazione. Il giudizio di legittimità, infatti, non è un ‘terzo grado’ di merito dove si possono riesaminare le prove. Il suo compito è verificare che la legge sia stata applicata correttamente e che la motivazione della decisione sia logica, coerente e priva di vizi evidenti.

La Decisione della Corte: Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. Gli Ermellini hanno stabilito che le censure mosse dall’imputato erano semplici ‘doglianze in punto di fatto’. Non è consentito, in sede di legittimità, sostituire la propria valutazione delle prove a quella, logicamente argomentata, del giudice di merito. La Corte ha riscontrato che la sentenza della Corte d’Appello era, al contrario, ‘giuridicamente corretta e logicamente ineccepibile’, avendo esplicitato in modo chiaro le ragioni del proprio convincimento basandosi su plurimi elementi convergenti e individualizzanti.

le motivazioni

La motivazione della Cassazione si fonda su un principio consolidato: il sindacato sulla correttezza del procedimento indiziario non può consistere in una nuova valutazione della gravità e della concordanza degli indizi. Ciò comporterebbe un’invasione nel campo del giudizio di merito. Il controllo della Suprema Corte deve invece limitarsi a un esame logico e giuridico della struttura motivazionale. L’obiettivo è verificare se i criteri legali dettati dall’art. 192, comma 2, c.p.p. siano stati applicati correttamente e se le regole della logica siano state rispettate nell’interpretazione dei risultati probatori. Poiché nel caso di specie la motivazione della Corte territoriale superava questo vaglio, il ricorso non poteva che essere respinto.

le conclusioni

L’ordinanza ribadisce un insegnamento fondamentale per chi intende adire la Corte di Cassazione: è cruciale distinguere tra una critica alla coerenza logica della motivazione e una richiesta di riconsiderazione delle prove. Un ricorso fondato su quest’ultima pretesa è destinato all’inammissibilità. La conseguenza per il ricorrente non è solo la conferma della condanna, ma anche l’obbligo di pagare le spese processuali e una sanzione pecuniaria, in questo caso fissata in tremila euro, a favore della Cassa delle ammende.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché non denunciava un vizio di legittimità (cioè un errore nell’applicazione della legge o un difetto logico della motivazione), ma si limitava a contestare la valutazione dei fatti e delle prove, chiedendo di fatto alla Cassazione un nuovo giudizio di merito, che non rientra nelle sue competenze.

Qual è il ruolo della Corte di Cassazione nella valutazione degli indizi?
La Corte di Cassazione non può rivalutare la gravità, la precisione e la concordanza degli indizi. Il suo ruolo è limitato al controllo logico e giuridico della motivazione della sentenza impugnata, per verificare che il giudice di merito abbia applicato correttamente i criteri legali (come quelli dell’art. 192, comma 2, c.p.p.) e le regole della logica.

Quali sono state le conseguenze economiche per il ricorrente?
A seguito della dichiarazione di inammissibilità del ricorso, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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