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Ricorso inammissibile: quando la Cassazione non decide

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile, confermando la decisione della Corte d’Appello. I motivi, relativi alla valutazione delle prove su stupefacenti e al diniego delle attenuanti generiche, sono stati ritenuti un tentativo di riesaminare il merito della causa, non consentito in sede di legittimità. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione.

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Pubblicato il 18 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: la Cassazione e i Limiti del Giudizio di Legittimità

Quando si arriva dinanzi alla Corte di Cassazione, è fondamentale comprendere la natura del suo giudizio. Non si tratta di un terzo processo nel merito, ma di un controllo sulla corretta applicazione della legge. Una recente ordinanza chiarisce perfettamente perché un ricorso inammissibile non solo viene respinto, ma comporta anche conseguenze economiche per chi lo propone. Questo caso offre spunti cruciali sulla distinzione tra valutazione dei fatti e violazione di legge.

I Fatti di Causa

Un imputato, condannato dalla Corte di Appello di Palermo, decideva di presentare ricorso per Cassazione. I motivi della sua impugnazione si concentravano su tre aspetti principali:
1. La rilevanza probatoria delle modalità e del luogo di ritrovamento di sostanze stupefacenti, contestando la ricostruzione dei fatti operata dai giudici di merito.
2. Il mancato riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche, ritenuto ingiustificato.
3. Il trattamento sanzionatorio applicato, considerato eccessivo.

L’imputato, in sostanza, chiedeva alla Corte Suprema di rivalutare elementi già ampiamente analizzati e decisi nei precedenti gradi di giudizio.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, con ordinanza del 26 settembre 2025, ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione non entra nel merito delle questioni sollevate, ma si ferma a un livello precedente, stabilendo che le doglianze del ricorrente non potevano essere esaminate in quella sede.

Di conseguenza, in applicazione dell’articolo 616 del codice di procedura penale, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di 3.000 euro in favore della Cassa delle ammende.

Le motivazioni: perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile

La Corte ha spiegato in modo dettagliato le ragioni della sua decisione, analizzando punto per punto i motivi del ricorso e sottolineando un errore di fondo comune a tutti: la pretesa di un nuovo giudizio di merito.

Valutazione delle Prove e Limiti del Giudizio di Legittimità

In merito alla prima censura, relativa alla valutazione delle prove, la Cassazione ha ribadito un principio cardine del nostro sistema processuale. La ricostruzione dei fatti, l’apprezzamento del materiale probatorio e la valutazione della loro rilevanza sono compiti esclusivi dei giudici di merito (Tribunale e Corte d’Appello). Alla Corte di Cassazione spetta solo verificare che la motivazione della sentenza impugnata sia logica, congrua e non contraddittoria. Nel caso di specie, la Corte di Appello aveva fornito una motivazione adeguata e supportata da argomenti logici ineccepibili. Pertanto, tentare di rimettere in discussione tali valutazioni in sede di legittimità rende il ricorso inammissibile.

Il Diniego delle Attenuanti Generiche e la Personalità dell’Imputato

Anche il secondo motivo, riguardante il diniego delle attenuanti generiche, è stato giudicato inammissibile per genericità. La Cassazione ha osservato che, contrariamente a quanto sostenuto dal ricorrente, la Corte di Appello aveva motivato congruamente la sua scelta. La decisione si basava su un giudizio negativo sulla personalità dell’imputato, fondato su un precedente penale specifico e sulle modalità concrete dei fatti contestati. Queste valutazioni, non presentando vizi logici evidenti, rientrano nella discrezionalità del giudice di merito e non sono sindacabili in Cassazione.

Lo stesso difetto di specificità è stato riscontrato per la censura sul trattamento sanzionatorio, anch’esso giustificato dalla Corte di merito in ragione della personalità negativa dell’imputato.

Conclusioni

Questa ordinanza è un chiaro monito sull’importanza di comprendere i limiti del giudizio di Cassazione. Non è una sede in cui si possono riaprire discussioni sui fatti o sulla valutazione delle prove, a meno che la motivazione della sentenza precedente non sia manifestamente illogica o del tutto assente. Un ricorso inammissibile non solo non ottiene il risultato sperato, ma si traduce in un’ulteriore condanna economica per il ricorrente. La decisione sottolinea che l’appello alla Suprema Corte deve basarsi su questioni di pura legittimità, ovvero sulla violazione o errata applicazione della legge, e non su un disaccordo con l’interpretazione dei fatti data dai giudici di merito.

Perché la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile?
La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile perché i motivi proposti riguardavano la ricostruzione dei fatti e la valutazione delle prove, attività che sono di competenza esclusiva dei giudici di merito (come la Corte d’Appello) e non possono essere riesaminate in sede di legittimità, salvo vizi logici manifesti che qui non sono stati ravvisati.

Quali sono le conseguenze di un ricorso inammissibile?
In base all’art. 616 del codice di procedura penale, la dichiarazione di inammissibilità del ricorso comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro, stabilita equamente dal giudice, in favore della Cassa delle ammende. In questo caso, la somma è stata fissata in 3.000 euro.

Perché non sono state concesse le attenuanti generiche all’imputato?
Le attenuanti generiche non sono state concesse perché la Corte d’Appello ha espresso un giudizio negativo sulla personalità dell’imputato, basandosi su un suo precedente specifico e sulle modalità con cui erano stati commessi i fatti. La Corte di Cassazione ha ritenuto questa motivazione logica e adeguata, e quindi non sindacabile in sede di legittimità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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