Ricorso Inammissibile: Limiti e Conseguenze del Giudizio in Cassazione
L’ordinanza della Corte di Cassazione che analizziamo oggi offre uno spunto fondamentale per comprendere i confini del giudizio di legittimità. Con una decisione netta, i giudici hanno dichiarato un ricorso inammissibile, ribadendo un principio cardine del nostro ordinamento: la Suprema Corte non è un terzo grado di giudizio dove si possono ridiscutere i fatti, ma il custode della corretta applicazione del diritto. Questo caso ci permette di esplorare le ragioni e le pesanti conseguenze di tale pronuncia.
Il Contesto del Caso
La vicenda trae origine da un ricorso presentato avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Napoli nel giugno 2024. Il ricorrente, ritenendo ingiusta la decisione dei giudici di secondo grado, ha deciso di adire la Corte di Cassazione per ottenere una riforma della pronuncia.
Tuttavia, l’esito del giudizio di legittimità è stato drastico e ha posto fine al percorso processuale del ricorrente, non entrando neppure nel merito delle sue doglianze.
La Decisione della Corte e il Principio del Ricorso Inammissibile
La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione non significa che i giudici abbiano dato torto o ragione al ricorrente nel merito della questione, ma semplicemente che l’atto presentato non possedeva i requisiti necessari per essere esaminato.
La Corte ha osservato che i motivi proposti si risolvevano, in sostanza, in una “sollecitazione ad un rinnovato esame di merito delle risultanze processuali”.
Cosa Significa “Sede di Legittimità”?
È cruciale comprendere la differenza tra un giudizio di merito e uno di legittimità. I primi due gradi di giudizio (Tribunale e Corte d’Appello) si occupano di ricostruire i fatti, valutare le prove (testimonianze, documenti, perizie) e decidere sulla base di esse. La Corte di Cassazione, invece, opera in “sede di legittimità”: il suo compito non è rivalutare i fatti, bensì verificare che i giudici dei gradi precedenti abbiano applicato correttamente le norme di legge e abbiano motivato la loro decisione in modo logico e non contraddittorio. Chiedere alla Cassazione di riesaminare le prove è, quindi, un’attività che esula dalle sue competenze.
Le Motivazioni
Le motivazioni della Corte sono state concise ma estremamente chiare. I giudici hanno ritenuto che il ricorrente non stesse lamentando un errore di diritto commesso dalla Corte d’Appello, ma stesse piuttosto tentando di ottenere una nuova valutazione del materiale probatorio già ampiamente esaminato nei precedenti gradi di giudizio. Poiché tale attività non è consentita in sede di legittimità, il ricorso è stato inevitabilmente dichiarato inammissibile.
Le Conclusioni
Le conseguenze di un ricorso inammissibile sono significative. La Corte di Cassazione non si è limitata a respingere l’impugnazione, ma ha anche condannato il ricorrente a sostenere i costi del procedimento. Nello specifico, il ricorrente è stato obbligato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Questa sanzione serve non solo a coprire i costi amministrativi, ma anche a disincentivare la presentazione di ricorsi palesemente infondati o non conformi ai limiti del giudizio di legittimità, che sovraccaricano inutilmente il sistema giudiziario.
Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché le motivazioni presentate non contestavano errori di diritto, ma chiedevano alla Corte di Cassazione di riesaminare i fatti e le prove del caso, un’attività che non rientra nelle sue competenze di giudice di legittimità.
Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, che in questo caso è stata fissata in tremila euro da versare alla Cassa delle ammende.
Cosa significa che la Corte di Cassazione giudica in ‘sede di legittimità’?
Significa che la Corte non può riesaminare i fatti o le prove di un processo. Il suo compito è unicamente quello di verificare che i giudici dei gradi inferiori abbiano interpretato e applicato correttamente le leggi, senza incorrere in vizi logici nella motivazione della sentenza.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 24733 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 24733 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 21/03/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME nato a NAPOLI il 11/02/1976
avverso la sentenza del 19/06/2024 della CORTE APPELLO di NAPOLI
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
OSSERVA
Ritenuto che, con il primo motivo, il difensore di NOME COGNOME ha
censurato la manifesta contraddittorietà della motivazione con riferimento alla valutazione di attendibilità del teste NOME COGNOME e, con il secondo motivo,
la manifesta contraddittorietà della motivazione con riferimento al contrasto tra le dichiarazioni rese da questo testimone e quella del teste di difesa NOME
COGNOME
Considerato che entrambi i motivi sono inammissibili, in quanto si
risolvono nel contrasto, meramente assertivo, delle argomentazioni, logicamente ineccepibili, svolte nella sentenza di appello, che ha confermato la
sentenza di primo grado sulla base di una motivazione completa e corretta con riguardo all’elemento oggettivo e soggettivo del reato di calunnia contestato;
Ritenuto che i motivi proposti si risolvono nella sollecitazione ad un rinnovato esame di merito delle risultanze processuali, non consentito in sede di legittimità;
Rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 21 marzo 2025.