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Ricorso inammissibile: quando la Cassazione lo rigetta

La Corte di Cassazione, con ordinanza del 31/01/2025, ha dichiarato un ricorso inammissibile poiché i motivi proposti non riguardavano vizi di legittimità, ma contestazioni sui fatti già valutati dalla Corte d’Appello. La Corte ha ribadito che il suo ruolo è di giudice di legittimità, non di merito. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione di 3.000 euro alla Cassa delle ammende.

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Pubblicato il 2 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile in Cassazione: Analisi di una Recente Ordinanza

Quando un imputato decide di impugnare una sentenza di condanna, l’ultimo grado di giudizio è rappresentato dalla Corte di Cassazione. Tuttavia, non tutti gli appelli vengono esaminati nel merito. Un’ordinanza recente ci offre lo spunto per analizzare il concetto di ricorso inammissibile e le sue severe conseguenze. Comprendere i limiti del giudizio di legittimità è fondamentale per evitare di presentare ricorsi destinati al fallimento, con l’ulteriore aggravio di spese e sanzioni.

I Fatti del Caso

Il caso in esame ha origine da un ricorso presentato alla Suprema Corte di Cassazione avverso una sentenza della Corte d’Appello di Genova datata 16 maggio 2024. L’imputato, attraverso la sua difesa, contestava la decisione dei giudici di secondo grado, sollevando una serie di motivi a sostegno della propria tesi. La questione è giunta quindi al vaglio della Settima Sezione Penale della Cassazione.

La Decisione della Suprema Corte

Con ordinanza emessa il 31 gennaio 2025, la Corte di Cassazione ha posto fine al percorso giudiziario del ricorrente, dichiarando il ricorso presentato semplicemente inammissibile. Tale decisione non entra nel vivo delle argomentazioni difensive, ma si ferma a un livello preliminare, stabilendo che l’appello non aveva i requisiti per essere giudicato. La conseguenza di questa declaratoria è stata duplice: la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di 3.000 euro in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni alla base del Ricorso Inammissibile

Il cuore della decisione risiede nella natura stessa del giudizio di Cassazione. La Corte ha ritenuto che le motivazioni della sentenza impugnata fossero sorrette da “considerazioni razionali”. A fronte di ciò, i motivi del ricorso proposto dalla difesa non evidenziavano errori di diritto (cioè una scorretta applicazione delle norme), ma si limitavano a contrapporre “differenti apprezzamenti di merito”.

In altre parole, la difesa cercava di ottenere dalla Cassazione una nuova valutazione dei fatti e delle prove, un’operazione che è preclusa in questa sede. La Suprema Corte, infatti, non è un “terzo grado di giudizio” dove si può ridiscutere l’intera vicenda, ma un giudice di legittimità. Il suo compito è verificare che i giudici dei gradi precedenti abbiano applicato correttamente le leggi e che le loro motivazioni siano logiche e non contraddittorie. Come richiamato dalla stessa Corte (citando la sentenza n. 5465/2021), tentare di sottoporre alla Cassazione questioni di merito porta inevitabilmente a una dichiarazione di ricorso inammissibile.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza è un monito importante per chiunque intenda adire la Corte di Cassazione. Dimostra con chiarezza che un ricorso, per avere una minima possibilità di successo, deve concentrarsi esclusivamente su vizi di legittimità: errori nell’interpretazione della legge, vizi procedurali o difetti manifesti di logicità nella motivazione della sentenza impugnata. Qualsiasi tentativo di rimettere in discussione la ricostruzione dei fatti operata dai giudici di merito è destinato a scontrarsi con una declaratoria di inammissibilità.

Le conseguenze, come visto, non sono solo la conferma della condanna, ma anche un onere economico significativo, stabilito dall’articolo 616 del codice di procedura penale. La condanna al pagamento delle spese processuali e della sanzione pecuniaria serve a disincentivare la presentazione di appelli esplorativi o palesemente infondati, che sovraccaricano il sistema giudiziario senza reali prospettive di accoglimento.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile dalla Corte di Cassazione?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché le argomentazioni della difesa non contestavano vizi di legittimità della sentenza impugnata, ma proponevano differenti apprezzamenti di merito, ovvero una nuova valutazione dei fatti, che non è consentita in sede di Cassazione.

Quali sono le conseguenze economiche per chi presenta un ricorso inammissibile?
In base all’art. 616 del codice di procedura penale, la declaratoria di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e di una somma di denaro, equitativamente fissata dalla Corte, in favore della Cassa delle ammende. In questo caso, la somma era di tremila euro.

Qual è la differenza tra un giudice di merito e un giudice di legittimità?
Il giudice di merito (Tribunale, Corte d’Appello) valuta le prove e ricostruisce i fatti per decidere sulla colpevolezza o innocenza. Il giudice di legittimità (Corte di Cassazione) non riesamina i fatti, ma si limita a controllare che il giudice di merito abbia applicato correttamente le norme di legge e abbia motivato la sua decisione in modo logico e coerente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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