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Ricorso inammissibile: quando la Cassazione lo rigetta

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile in quanto manifestamente infondato. L’ordinanza analizza il caso di un appello contro una sentenza della Corte d’Appello di Milano, concludendo con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria alla Cassa delle ammende.

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Pubblicato il 26 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Analisi di un’Ordinanza della Cassazione

L’accesso alla Corte di Cassazione, il più alto grado della giurisdizione, è un momento cruciale nel sistema giudiziario. Tuttavia, non tutti i ricorsi vengono esaminati nel merito. Un’ordinanza recente ci offre l’occasione per approfondire il concetto di ricorso inammissibile, analizzando le ragioni di tale decisione e le sue severe conseguenze. Il caso in esame riguarda un ricorso proposto avverso una sentenza della Corte d’Appello di Milano, che è stato prontamente respinto dai giudici di legittimità.

Il Contesto Processuale del Ricorso

La vicenda trae origine da un procedimento penale che ha visto un imputato condannato in secondo grado dalla Corte d’Appello di Milano con una sentenza emessa il 10 marzo 2025. Insoddisfatto della decisione, l’imputato ha deciso di presentare ricorso per Cassazione, sperando di ottenere un annullamento della condanna. Il ricorso è stato quindi assegnato alla Settima Sezione Penale della Suprema Corte per la valutazione preliminare della sua ammissibilità.

La Decisione della Corte: un Ricorso Inammissibile

All’udienza del 10 luglio 2025, la Corte di Cassazione, dopo aver ascoltato la relazione del Consigliere relatore, ha emesso un’ordinanza che ha messo fine al percorso giudiziario del ricorrente. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione non entra nel merito delle questioni sollevate dall’imputato, ma si ferma a un gradino prima, sancendo che l’impugnazione non possedeva i requisiti minimi per poter essere discussa. Di conseguenza, il ricorso è stato rigettato senza un’analisi approfondita delle argomentazioni difensive.

Le Motivazioni della Dichiarazione di Inammissibilità

La ragione fondamentale alla base della decisione della Corte è stata la manifesta infondatezza del ricorso. I giudici hanno ritenuto che le censure mosse alla sentenza d’appello fossero talmente prive di pregio giuridico da non meritare un esame nel merito.

Secondo l’ordinanza, che richiama un precedente orientamento giurisprudenziale (Cass. Pen., Sez. 1, n. 42441 del 21/10/2021), quando un ricorso è “manifestamente infondato”, esso deve essere dichiarato inammissibile. Questo principio serve a garantire l’efficienza del sistema giudiziario, evitando che la Corte di Cassazione venga oberata da impugnazioni dilatorie o palesemente destituite di ogni fondamento. La manifesta infondatezza si verifica quando le argomentazioni proposte sono così deboli o contrarie alla legge e alla giurisprudenza consolidata da rendere evidente, fin da una prima analisi, l’impossibilità di un loro accoglimento.

Le Conclusioni e le Conseguenze Pratiche

La declaratoria di inammissibilità ha comportato conseguenze significative per il ricorrente. Oltre a vedere la propria condanna diventare definitiva, è stato condannato al pagamento delle spese processuali relative al giudizio di Cassazione. Inoltre, la Corte lo ha condannato a versare la somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Questa sanzione pecuniaria non è una multa legata al reato originario, ma una penalità prevista specificamente per chi intraprende un’impugnazione temeraria o infondata, abusando dello strumento processuale. Questa ordinanza ribadisce un messaggio chiaro: il ricorso in Cassazione è un rimedio straordinario, da utilizzare con ponderazione e solo in presenza di vizi giuridici concreti e seri, e non come un tentativo generico di ottenere una revisione del giudizio di merito.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile dalla Corte di Cassazione?
La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile perché lo ha ritenuto “manifestamente infondato”, ovvero basato su argomentazioni palesemente prive di fondamento giuridico.

Quali sono state le conseguenze economiche per il ricorrente a seguito della dichiarazione di inammissibilità?
Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Cosa significa, in pratica, che un ricorso è manifestamente infondato?
Significa che le ragioni presentate a sostegno del ricorso sono così deboli, illogiche o contrarie alla legge e alla giurisprudenza consolidata da non richiedere un’analisi approfondita per essere respinte.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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