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Ricorso inammissibile: quando la Cassazione lo rigetta

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 12405/2024, ha dichiarato un ricorso inammissibile presentato contro una sentenza di condanna per violenza privata. Il motivo principale del rigetto risiede nel fatto che l’appellante ha tentato di ottenere una nuova valutazione delle prove e dei fatti, un compito che non spetta alla Corte di Cassazione. Quest’ultima può giudicare solo per errori di diritto. Di conseguenza, il ricorso è stato dichiarato inammissibile e il ricorrente condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 9 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione non Rigiudica i Fatti

Quando si presenta un ricorso in Cassazione, è fondamentale comprendere i limiti del giudizio di legittimità. La Suprema Corte non è un terzo grado di giudizio dove si possono ridiscutere le prove. Una recente ordinanza, la n. 12405/2024 della Settima Sezione Penale, ribadisce con chiarezza questo principio, dichiarando un ricorso inammissibile proprio perché basato su una richiesta di rivalutazione del merito. Analizziamo insieme la vicenda e le sue implicazioni.

I Fatti del Caso: Dalla Condanna in Appello al Ricorso

La vicenda trae origine da una sentenza della Corte di Appello di Torino. L’imputato era stato condannato per il reato di violenza privata aggravata, in cui era stato assorbito anche il reato di minaccia. Non soddisfatto della decisione, l’imputato decide di presentare ricorso alla Corte di Cassazione.

Tuttavia, l’unico motivo di ricorso si concentrava sulla richiesta di un diverso apprezzamento delle prove raccolte, in particolare mettendo in discussione l’attendibilità della deposizione della persona offesa e di altri testimoni. In sostanza, si chiedeva alla Cassazione di riesaminare il materiale probatorio e di giungere a una conclusione diversa da quella dei giudici di merito.

La Decisione della Corte: Un Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, dichiarandolo inammissibile. La decisione si fonda su un principio cardine del nostro sistema processuale: la Cassazione è giudice della legge, non del fatto. Il suo compito non è stabilire se un testimone sia credibile o meno, o se le prove siano state valutate correttamente nel merito, ma solo se i giudici dei gradi inferiori abbiano applicato correttamente le norme di diritto e se la loro motivazione sia logica e priva di vizi evidenti.

Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Questa sanzione viene applicata quando l’inammissibilità è evidente e deriva da una colpa del ricorrente nel proporre un’impugnazione priva dei presupposti di legge.

Le Motivazioni: Perché il Ricorso Inammissibile è stato Confermato

La Corte ha spiegato in modo dettagliato le ragioni giuridiche alla base della sua decisione, che si possono riassumere in due punti chiave.

Distinzione tra Vizio di Motivazione e Riesame del Fatto

Il ricorrente ha denunciato un presunto vizio di motivazione, ma in realtà ha semplicemente proposto una lettura alternativa delle prove. La Cassazione chiarisce che criticare l’attendibilità di un testimone o proporre una diversa interpretazione delle deposizioni non costituisce un valido motivo di ricorso. Per poter contestare la valutazione delle prove, è necessario dimostrare un ‘travisamento della prova’, cioè che il giudice di merito abbia utilizzato una prova inesistente o ne abbia ignorata una decisiva, o ne abbia travisato il contenuto in modo palese. Nel caso di specie, il ricorrente si è limitato a richiamare alcuni passaggi delle dichiarazioni, senza però dimostrare un errore così grave.

L’Irrilevanza della Memoria Difensiva

Anche la memoria difensiva presentata successivamente non ha potuto cambiare le sorti del ricorso. La Corte ha osservato che la memoria non solo non poteva sanare l’originaria inammissibilità, ma ribadiva argomentazioni di fatto e criticava in modo irrituale la valutazione preliminare di inammissibilità fatta dal magistrato delegato. La Corte ricorda che tale valutazione preliminare ha solo un carattere orientativo e non vincola la decisione finale del collegio.

Le Conclusioni: Conseguenze Pratiche della Decisione

Questa ordinanza è un monito importante: il ricorso in Cassazione deve essere preparato con estrema attenzione ai limiti del giudizio di legittimità. Tentare di trasformare la Suprema Corte in un terzo giudice del merito è un errore strategico che porta inevitabilmente a una declaratoria di ricorso inammissibile, con conseguente condanna alle spese e a una sanzione pecuniaria. La decisione ribadisce che la valutazione delle prove e la ricostruzione dei fatti sono di competenza esclusiva dei giudici di primo e secondo grado. La Cassazione interviene solo per correggere errori di diritto, garantendo l’uniforme interpretazione della legge su tutto il territorio nazionale.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché non denunciava vizi di legittimità (errori di diritto), ma si limitava a chiedere una nuova e diversa valutazione delle prove e dell’attendibilità dei testimoni, attività che esula dalle competenze della Corte di Cassazione.

Cosa significa che un ricorso è ‘versato in fatto’?
Significa che le argomentazioni del ricorso si concentrano sulla ricostruzione dei fatti e sulla valutazione del materiale probatorio (es. attendibilità di un testimone), tentando di ottenere un riesame del merito della causa, anziché contestare la violazione o l’errata applicazione di norme giuridiche.

Quali sono le conseguenze economiche per chi presenta un ricorso palesemente inammissibile?
Oltre a non ottenere una revisione della sentenza, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro (in questo caso, 3.000 euro) alla Cassa delle ammende, a titolo sanzionatorio per aver avviato un’impugnazione priva di fondamento legale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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