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Ricorso inammissibile: quando la Cassazione lo dichiara

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una sentenza della Corte d’Appello. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Questo caso evidenzia le severe conseguenze procedurali di un appello che non supera il vaglio di ammissibilità.

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Pubblicato il 7 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile in Cassazione: Analisi di un’Ordinanza e le Sue Conseguenze

Presentare un ricorso alla Corte di Cassazione è l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, ma l’accesso a questa fase è tutt’altro che automatico. Un’ordinanza recente ci offre lo spunto per analizzare il concetto di ricorso inammissibile e le sue pesanti conseguenze. Quando un’impugnazione non rispetta i rigidi requisiti formali e sostanziali previsti dalla legge, la Corte non entra nemmeno nel merito della questione, fermando il processo sul nascere e addebitando costi significativi al ricorrente.

I Fatti del Caso

Il caso in esame riguarda un individuo che ha impugnato una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Bari nel maggio 2024. Non soddisfatto della decisione di secondo grado, ha proposto ricorso per Cassazione, sperando di ottenere una revisione del suo caso. Il ricorso è stato assegnato alla Settima Sezione Penale della Corte Suprema, che ha fissato l’udienza per il marzo 2025.

La Decisione della Corte: il Ricorso Inammissibile

L’esito del giudizio di legittimità è stato netto e perentorio. Con una breve ordinanza, la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso semplicemente inammissibile.

Questa decisione significa che i giudici non hanno valutato se le richieste del ricorrente fossero fondate o meno. L’analisi si è fermata a un livello preliminare, quello dei presupposti processuali. La declaratoria di inammissibilità agisce come un filtro, impedendo che questioni non meritevoli di approfondimento (per vizi di forma o di sostanza dell’atto di impugnazione) giungano alla discussione di merito, garantendo così l’efficienza del sistema giudiziario.

Le conseguenze della declaratoria di ricorso inammissibile

La declaratoria di inammissibilità non è priva di conseguenze, anzi. Il provvedimento ha comportato due sanzioni economiche a carico del ricorrente:

1. Condanna al pagamento delle spese processuali: i costi sostenuti dallo Stato per la gestione del procedimento vengono addebitati alla parte che ha dato causa al giudizio con un ricorso viziato.
2. Condanna al versamento di una somma alla Cassa delle ammende: in questo caso, l’importo è stato fissato in tremila euro. Si tratta di una sanzione pecuniaria volta a disincentivare impugnazioni avventate o dilatorie, i cui proventi sono destinati a finanziare progetti di reinserimento per i detenuti.

Le Motivazioni della Decisione

L’ordinanza in commento è molto sintetica e non esplicita le ragioni specifiche che hanno portato a considerare il ricorso inammissibile. Questa prassi è comune nei provvedimenti che si limitano a una statuizione di rito. Le ragioni possono essere molteplici: il ricorso potrebbe essere stato presentato oltre i termini di legge, potrebbe mancare di motivi specifici come richiesto dal codice di procedura penale, oppure potrebbe aver contestato valutazioni di fatto, che sono precluse al giudizio di Cassazione, il quale è limitato alla sola violazione di legge.

L’assenza di una motivazione dettagliata nel testo dell’ordinanza non significa che la decisione sia arbitraria; le ragioni sono contenute negli atti processuali e sono state valutate dai giudici, i quali hanno ritenuto sufficiente richiamare la formula di rito per chiudere il procedimento.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa vicenda sottolinea un principio fondamentale del nostro sistema processuale: l’impugnazione non è un diritto esercitabile senza limiti. In particolare, il ricorso per Cassazione è uno strumento eccezionale, soggetto a requisiti di ammissibilità molto stringenti. La decisione di dichiarare un ricorso inammissibile serve a proteggere la funzione della Corte Suprema come organo di nomofilachia, ovvero garante dell’uniforme interpretazione della legge.

Per il cittadino, la lezione è chiara: prima di intraprendere un percorso giudiziario, specialmente fino all’ultimo grado, è essenziale una valutazione approfondita da parte di un legale esperto circa la reale sussistenza dei presupposti di legge. Un’impugnazione presentata senza le dovute cautele non solo non porterà al risultato sperato, ma comporterà anche costi economici rilevanti, trasformando un tentativo di far valere un proprio diritto in un’ulteriore sanzione.

Cosa significa quando un ricorso viene dichiarato inammissibile?
Significa che la Corte non esamina il merito della questione perché l’atto di impugnazione manca dei requisiti formali o sostanziali richiesti dalla legge per poter essere giudicato.

Quali sono le conseguenze economiche per chi presenta un ricorso inammissibile?
La parte che ha presentato il ricorso inammissibile viene condannata al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro, in questo caso tremila euro, in favore della Cassa delle ammende.

La Corte di Cassazione ha esaminato il merito della vicenda nel caso specifico?
No, la dichiarazione di inammissibilità ha impedito ai giudici di entrare nel merito della questione. La loro decisione si è fermata a una valutazione preliminare sulla correttezza procedurale del ricorso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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