Ricorso Inammissibile: La Cassazione e la Pena Concordata
Quando si presenta un ricorso alla Suprema Corte di Cassazione, è fondamentale che i motivi siano solidi e giuridicamente fondati. Un ricorso inammissibile non solo non viene esaminato nel merito, ma comporta anche conseguenze economiche per chi lo propone. Un’ordinanza recente ci offre un chiaro esempio di questa dinamica, illustrando come la Corte gestisce i ricorsi che appaiono privi di fondamento sin dalla prima analisi.
I Fatti del Caso
Il caso ha origine da un ricorso presentato avverso una sentenza della Corte di Appello di Lecce. L’imputato, attraverso il suo legale, lamentava la mancata determinazione della pena da parte del giudice di secondo grado. Sostanzialmente, si contestava il modo in cui era stata calcolata la sanzione finale, ritenendolo viziato.
Il ricorrente, inoltre, faceva riferimento a un presunto mancato aumento di pena per la continuazione tra reati molto gravi, come l’associazione mafiosa e quella finalizzata al traffico di stupefacenti. Questo dettaglio si rivelerà cruciale per la decisione della Corte.
La Valutazione della Corte e il Ricorso Inammissibile
La Corte di Cassazione, esaminati gli atti, ha liquidato il ricorso definendolo “manifestamente infondato”. I giudici supremi hanno osservato che, contrariamente a quanto sostenuto dalla difesa, la Corte territoriale aveva semplicemente proceduto alla “pedissequa applicazione della pena che era stata chiesta dalle parti”. Ciò significa che la pena non era stata determinata autonomamente dal giudice in modo arbitrario, ma era il risultato di un accordo tra accusa e difesa, che il giudice si era limitato a ratificare, specificando il quantum e le modalità di calcolo.
Inoltre, la Corte ha sottolineato un errore macroscopico nel ricorso: il riferimento a reati gravi quali l’associazione mafiosa e il traffico di droga, che non risultavano nemmeno contestati all’imputato nel procedimento in questione. Questo errore ha ulteriormente dimostrato la totale infondatezza e la natura pretestuosa dell’impugnazione. Di fronte a tali evidenze, il ricorso inammissibile è stata la naturale conseguenza.
Le Motivazioni della Decisione
La motivazione della Suprema Corte si basa su due pilastri. In primo luogo, l’infondatezza manifesta della doglianza principale: non si può contestare la determinazione di una pena se questa è stata concordata e successivamente applicata come da accordo. La lettura della sentenza impugnata rendeva evidente che il calcolo era stato esplicitato. In secondo luogo, il richiamo a reati non contestati ha reso il ricorso non solo infondato, ma del tutto scollegato dalla realtà processuale, qualificandolo come inammissibile.
Per queste ragioni, la Corte ha deciso di applicare la procedura semplificata dell’articolo 610, comma 5-bis, del codice di procedura penale. Questa norma consente di dichiarare l’inammissibilità de plano, ovvero senza indire una formale udienza, quando i motivi del ricorso sono palesemente inconsistenti. Si tratta di uno strumento di economia processuale volto a smaltire rapidamente le impugnazioni pretestuose.
Le Conclusioni
Le conclusioni dell’ordinanza sono nette e severe. La declaratoria di inammissibilità comporta non solo la fine del processo, ma anche specifiche conseguenze economiche per il ricorrente. Quest’ultimo è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma, determinata in via equitativa, di 4.000,00 euro in favore della Cassa delle ammende. Questa decisione serve da monito: il ricorso in Cassazione è un rimedio straordinario, da utilizzare con ponderazione e solo in presenza di vizi concreti e dimostrabili, pena l’imposizione di sanzioni che aggravano la posizione del condannato.
Quando un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile quando è manifestamente infondato, ad esempio quando contesta una pena che era già stata concordata tra le parti e correttamente applicata dal giudice, o quando si basa su reati che non sono mai stati contestati all’imputato.
Cosa significa che una decisione viene presa ‘de plano’?
Significa che la Corte di Cassazione decide sulla base dei soli atti scritti, senza la necessità di una udienza pubblica. Questa procedura semplificata, prevista dall’art. 610, comma 5-bis del codice di procedura penale, si applica quando l’inammissibilità del ricorso è evidente.
Quali sono le conseguenze per il ricorrente se il suo ricorso è dichiarato inammissibile?
Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro alla Cassa delle ammende. In questo specifico caso, la somma è stata fissata in 4.000,00 euro.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 5 Num. 17831 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 5 Num. 17831 Anno 2025
Presidente: NOME COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 09/04/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME nato a BARI il 13/04/1982
avverso la sentenza del 9/01/2025 della CORTE DI APPELLO di LECCE
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME
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RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
1. Con sentenza in data 15 gennaio 2025, pronunciata ai sensi dell’art. 599- bis
cod. proc. pen., la Corte di appello di Lecce ha inflitto a NOME COGNOME la pena di 3 anni e 8 mesi di reclusione e di 1.200,00 euro di multa in quanto riconosciuto
colpevole, con le attenuanti generiche equivalenti alle aggravanti contestate, dei delitti previsti dagli artt. 81, cpv., 624-bis e 625, primo comma, n. 2, cod. pen.
2. NOME COGNOME ha proposto ricorso per cassazione avverso la sentenza di appello per il tramite del Difensore di fiducia, avv. NOME COGNOME deducendo,
con un unico motivo di impugnazione, di seguito enunciato nei limiti necessari alla motivazione
ex art. 173 disp. att. cod. proc. pen., la mancanza, contraddittorietà
e manifesta illogicità della motivazione in relazione alla concreta determinazione della pena.
3. Tanto premesso, va rilevato che il motivo con cui la Difesa dell’imputato si duole della mancata determinazione della pena è manifestamente infondato, atteso che dalla piana lettura della sentenza impugnata emerge che la Corte territoriale ha proceduto alla pedissequa applicazione della pena che era stata chiesta dalle parti, specificando ilquantum del trattamento sanzionatorio e le relative modalità di calcolo. Ne consegue che il ricorso, che peraltro richiama la mancata determinazione dell’aumento per la continuazione rispetto a reati (quali l’associazione mafiosa e l’associazione finalizzata al traffico di stupefacenti) che non risultano contestati, deve ritenersi del tutto inammissibile.
L’inammissibilità del ricorso avverso la sentenza indicata deve essere dichiarata de plano, senza formalità di procedura ai sensi dell’art. 610, comma 5bis, cod. proc. pen. Alla declaratoria di inammissibilità del ricorso consegue la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento alla Cassa delle ammende della somma, equitativamente determinata, di 4.000,00 euro.
PER QUESTI MOTIVI
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro quattromila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso in data 9 aprile 2025
Il Consigliere estensore