LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso inammissibile: quando la Cassazione conferma

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una sentenza della Corte d’Appello. Il caso riguardava la responsabilità penale legata all’intestazione di una carta prepagata. A seguito della decisione, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di 3.000 euro, confermando che un’impugnazione priva di validi motivi giuridici viene rigettata senza entrare nel merito.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 26 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile in Cassazione: Analisi di una Condanna alle Spese

Presentare un’impugnazione davanti alla Corte di Cassazione è l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, ma non è una semplice ripetizione del processo. Un recente provvedimento della Suprema Corte ci offre l’occasione per approfondire il concetto di ricorso inammissibile e le sue severe conseguenze economiche. Quando un ricorso non possiede i requisiti di legge, infatti, viene respinto senza nemmeno essere discusso nel merito, con un aggravio di costi per chi lo ha presentato.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da una sentenza di condanna emessa dalla Corte d’Appello di Venezia. La pronuncia affermava la responsabilità penale di un individuo per fatti legati all’intestazione di una carta prepagata, sulla quale erano confluite somme di denaro di provenienza illecita. La Corte territoriale aveva ritenuto sussistente il reato sulla base di argomentazioni giuridiche ritenute corrette.

Contro questa decisione, l’imputato ha proposto ricorso per Cassazione, cercando di ottenere l’annullamento della condanna.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha posto fine al percorso giudiziario del ricorrente in modo netto e definitivo. Il collegio ha dichiarato il ricorso inammissibile.

Questa decisione non entra nel vivo della vicenda, cioè non stabilisce se l’imputato fosse colpevole o innocente. Semplicemente, sancisce che l’atto di impugnazione non era idoneo a provocare un nuovo esame da parte della Suprema Corte. Di conseguenza, la sentenza della Corte d’Appello è diventata definitiva. Oltre a ciò, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese del procedimento e a versare la somma di 3.000 euro alla Cassa delle ammende.

Conseguenze Economiche di un Ricorso Inammissibile

La condanna al pagamento di una somma alla Cassa delle ammende non è una semplice sanzione accessoria, ma una misura volta a scoraggiare impugnazioni presentate con leggerezza o per scopi meramente dilatori. Quando la Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile, applica una sanzione pecuniaria che si aggiunge alle spese processuali, rendendo l’esito ancora più gravoso per la parte che ha tentato, senza successo, l’ultimo grado di giudizio.

Le Motivazioni

La Corte Suprema ha motivato la propria decisione in modo sintetico ma inequivocabile. Il provvedimento evidenzia che la sentenza impugnata aveva già applicato “corretti argomenti giuridici ai fini della dichiarazione di responsabilità e della sussistenza del reato”. Questo significa che, secondo la Cassazione, la Corte d’Appello aveva giudicato in modo giuridicamente ineccepibile.

Il ricorso, pertanto, è stato ritenuto privo di motivi validi che potessero giustificare un intervento della Suprema Corte, il cui compito non è rivalutare i fatti (come farebbe un giudice di merito), ma verificare la corretta applicazione della legge. In assenza di vizi di legittimità da esaminare, l’impugnazione è stata rigettata in rito.

Conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale del nostro sistema processuale: il ricorso in Cassazione non è una terza istanza sul fatto, ma un giudizio di legittimità. Per essere ammissibile, un ricorso deve sollevare questioni relative a violazioni di legge o a vizi di motivazione specifici e non può limitarsi a riproporre le stesse argomentazioni già respinte nei gradi precedenti. La dichiarazione di inammissibilità, con la conseguente condanna a una sanzione pecuniaria, serve da monito: le impugnazioni devono essere fondate su solide basi giuridiche, altrimenti il rischio è quello di veder confermata la condanna e di subire un ulteriore onere economico.

Cosa significa quando un ricorso viene dichiarato “inammissibile” dalla Corte di Cassazione?
Significa che la Corte non ha esaminato il merito della questione perché il ricorso non rispettava i requisiti previsti dalla legge. L’impugnazione viene quindi respinta in via preliminare, senza alcuna valutazione sulla colpevolezza o innocenza.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
Come stabilito nel provvedimento, la parte che ha proposto il ricorso viene condannata al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro (in questo caso 3.000 euro) in favore della Cassa delle ammende.

La Corte di Cassazione ha riesaminato i fatti del processo?
No. Dichiarando il ricorso inammissibile, la Corte ha stabilito che non c’erano i presupposti legali per procedere a una valutazione nel merito. La decisione della Corte d’Appello è stata quindi confermata sulla base della correttezza degli argomenti giuridici già adottati nel precedente grado di giudizio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati