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Ricorso inammissibile: quando la Cassazione condanna

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile poiché il motivo di appello, relativo alla quantificazione della pena, era manifestamente infondato. La sentenza impugnata era infatti sorretta da motivazione logica e sufficiente. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e a versare una somma di 3.000 euro alla Cassa delle ammende.

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Pubblicato il 15 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Le Conseguenze di un’Impugnazione Infondata

Presentare un ricorso in Cassazione è l’ultima via per contestare una sentenza, ma non è un percorso privo di rischi. Un ricorso inammissibile, ovvero un’impugnazione che manca dei presupposti di legge per essere esaminata, non solo viene respinto, ma comporta anche severe conseguenze economiche. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione illustra chiaramente questo principio, condannando un ricorrente al pagamento delle spese e di una cospicua sanzione pecuniaria.

I Fatti del Caso

Un imputato, dopo essere stato condannato dalla Corte d’Appello di Napoli, decideva di presentare ricorso per Cassazione. L’unico motivo di doglianza riguardava la determinazione del trattamento punitivo, ossia la quantificazione della pena inflittagli. Secondo la difesa, la Corte d’Appello non aveva motivato in modo adeguato la misura della sanzione.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte, esaminati gli atti, ha rigettato l’istanza con una declaratoria di inammissibilità. La conseguenza diretta di questa decisione non è stata solo la conferma della sentenza impugnata, ma anche una condanna accessoria per il ricorrente. Quest’ultimo è stato obbligato a pagare le spese processuali e a versare la somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni della Decisione sul ricorso inammissibile

La Corte ha basato la sua decisione su una valutazione netta del motivo di ricorso. I giudici hanno ritenuto che l’impugnazione fosse palesemente infondata. La sentenza della Corte d’Appello, infatti, era supportata da una motivazione considerata “sufficiente e non illogica”. Inoltre, i giudici di merito avevano già esaminato e risposto adeguatamente alle deduzioni difensive presentate su quel punto specifico durante il processo d’appello.

La Corte ha poi spiegato il perché della sanzione pecuniaria. Citando la giurisprudenza della Corte Costituzionale (sentenza n. 186 del 2000), ha affermato che la condanna alla Cassa delle ammende è una conseguenza automatica dell’inammissibilità, a meno che non si possa escludere che il ricorrente abbia agito “senza versare in colpa nella determinazione della causa di inammissibilità”. In questo caso, la manifesta infondatezza del motivo ha portato i giudici a concludere che tale colpa sussistesse.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale del diritto processuale: il ricorso per Cassazione non è uno strumento da utilizzare con leggerezza. Prima di impugnare una sentenza, è cruciale un’attenta valutazione dei motivi, che devono essere specifici, pertinenti e non manifestamente infondati. Un ricorso inammissibile non solo non porta alcun beneficio, ma espone il ricorrente a costi significativi, trasformando un tentativo di difesa in un’ulteriore sanzione economica. La decisione serve da monito sulla necessità di affidarsi a una consulenza legale esperta per valutare le reali possibilità di successo di un’impugnazione.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato giudicato inammissibile perché il motivo presentato, relativo alla determinazione della pena, era infondato. La Corte ha stabilito che la sentenza d’appello era già supportata da una motivazione sufficiente, non illogica e che aveva adeguatamente considerato le argomentazioni difensive.

Quali sono le conseguenze economiche per chi propone un ricorso inammissibile?
La persona che ha proposto il ricorso è stata condannata al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

La sanzione economica è sempre applicata in caso di inammissibilità?
Sì, la condanna al pagamento di una somma alla Cassa delle ammende consegue all’inammissibilità, a meno che non si possa ritenere che il ricorrente abbia proposto l’impugnazione senza colpa. In questo caso, la Corte ha ritenuto che la colpa sussistesse.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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