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Ricorso inammissibile: quando i motivi sono ripetitivi

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile avverso una condanna per reati legati alle spese di giustizia. La decisione si fonda sulla constatazione che i motivi di appello erano una mera ripetizione delle argomentazioni già respinte dalla Corte d’Appello, senza introdurre alcuna critica specifica alla sentenza impugnata. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 6 dicembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione e i Motivi Ripetitivi

Nel complesso mondo della giustizia, l’accesso ai diversi gradi di giudizio è regolato da norme precise. Un recente provvedimento della Corte di Cassazione chiarisce un punto fondamentale: per quale motivo un appello può essere respinto senza nemmeno essere discusso nel merito? La risposta risiede nel concetto di ricorso inammissibile, specialmente quando i motivi presentati sono una semplice fotocopia di argomentazioni già bocciate. Analizziamo questa ordinanza per comprendere le implicazioni pratiche di questo principio.

I Fatti del Processo

La vicenda processuale ha origine da una condanna emessa dal Tribunale di Castrovillari per reati previsti dal Testo Unico sulle spese di giustizia (D.P.R. 115/2002). La sentenza di primo grado, datata 22 aprile 2021, è stata successivamente confermata dalla Corte di Appello di Catanzaro l’11 novembre 2022. Non rassegnato, l’imputato ha deciso di presentare ricorso per Cassazione, tentando di ribaltare l’esito dei due precedenti giudizi.

Le Argomentazioni del Ricorrente

L’imputato ha basato il suo ricorso su due argomenti principali:

1. Carenza di motivazione: A suo dire, i giudici di merito non avrebbero adeguatamente motivato le ragioni per cui il fatto contestato costituisse reato.
2. Erronea applicazione della legge penale: Sosteneva che mancasse la prova del dolo generico, ovvero la consapevolezza e volontà di commettere l’illecito. Secondo la sua difesa, il fatto sarebbe stato il risultato di mera leggerezza o negligenza, elementi non sufficienti a integrare il reato contestato.

La Decisione della Corte di Cassazione sul ricorso inammissibile

La Suprema Corte, con ordinanza del 17 aprile 2024, ha tagliato corto, dichiarando il ricorso inammissibile. Questa decisione implica che i giudici non sono entrati nel merito delle questioni sollevate, fermandosi a una valutazione preliminare che ha evidenziato un vizio insanabile nell’atto di impugnazione. Di conseguenza, la condanna è diventata definitiva e al ricorrente sono state addebitate le spese processuali e una sanzione di 3.000 euro da versare alla Cassa delle ammende.

Le Motivazioni della Suprema Corte

Il cuore della decisione risiede nella natura dei motivi presentati. La Corte ha osservato che le argomentazioni del ricorrente erano ‘meramente riproduttive’ di profili di censura già ampiamente esaminati e respinti dalla Corte d’Appello. In altre parole, l’imputato non ha formulato una critica specifica e puntuale contro la sentenza di secondo grado, ma si è limitato a ripetere le stesse difese già ritenute infondate.

I giudici di legittimità hanno sottolineato che la Corte territoriale aveva già fornito ‘adeguati argomenti giuridici’ per smontare le tesi difensive. Presentare ricorso in Cassazione senza articolare uno ‘specifico confronto’ con tali argomenti equivale a ignorare la funzione stessa del giudizio di legittimità, che non è un terzo grado di merito dove si possono riproporre all’infinito le medesime questioni.

Conclusioni: L’Importanza della Specificità nel Ricorso

Questo provvedimento ribadisce un principio fondamentale del diritto processuale penale: il ricorso per Cassazione deve essere specifico. Non è sufficiente manifestare un generico dissenso con la decisione precedente. È necessario individuare i presunti errori logici o giuridici nella motivazione della sentenza impugnata e costruire su di essi un’argomentazione critica e pertinente. La mera riproposizione di doglianze già respinte non solo è inutile, ma comporta anche conseguenze economiche negative, come la condanna alle spese e al pagamento di una sanzione, fungendo da deterrente contro impugnazioni dilatorie o pretestuose.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Perché i motivi presentati dal ricorrente erano una mera ripetizione delle argomentazioni già esaminate e respinte dalla Corte d’Appello, senza offrire alcuna critica specifica e nuova alla decisione impugnata.

Cosa significa che i motivi di un ricorso sono ‘meramente riproduttivi’?
Significa che le argomentazioni si limitano a copiare o riproporre le stesse censure già presentate e valutate in un grado di giudizio precedente, senza confrontarsi in modo critico con le motivazioni della sentenza che si sta impugnando.

Quali sono state le conseguenze per il ricorrente dopo la dichiarazione di inammissibilità?
Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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