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Ricorso inammissibile: quando i motivi sono generici

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile presentato da due imputati, confermando la loro condanna. I motivi sono stati giudicati generici e ripetitivi, in quanto contestavano la discrezionalità del giudice di merito sulla concessione delle attenuanti e la quantificazione della pena, senza sollevare specifiche critiche giuridiche alla sentenza impugnata. La decisione sottolinea l’importanza di formulare censure precise e non meramente riproduttive di argomenti già esaminati.

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Pubblicato il 13 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione Sottolinea l’Importanza di Motivi Specifici

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce i criteri che portano a dichiarare un ricorso inammissibile, con conseguente conferma della condanna e addebito delle spese processuali. La decisione evidenzia come la genericità e la ripetitività dei motivi di impugnazione non possano superare il vaglio di legittimità, soprattutto quando le censure si limitano a criticare l’esercizio del potere discrezionale del giudice di merito senza evidenziare vizi logici o giuridici. Questo caso offre uno spunto fondamentale per comprendere come strutturare un ricorso efficace.

I Fatti del Processo

Due imputati si rivolgevano alla Corte di Cassazione per contestare una sentenza della Corte d’Appello di Messina. I giudici di secondo grado, pur dichiarando la prescrizione per alcuni reati, avevano confermato la condanna per altri, legati alla falsificazione di documenti (artt. 110 e 497-bis c.p.), e avevano di conseguenza ricalcolato la pena. Insoddisfatti della decisione, gli imputati decidevano di presentare ricorso per cassazione, ciascuno con specifici motivi di doglianza.

I Motivi alla Base del Ricorso Inammissibile

I ricorrenti basavano le loro impugnazioni su argomenti distinti ma accomunati da un vizio di fondo che ne ha determinato l’esito negativo.

Il primo imputato lamentava due aspetti:
1. Il mancato riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche.
2. Un vizio di motivazione riguardo alla quantificazione del trattamento sanzionatorio.

La seconda imputata, invece, deduceva l’illogicità della motivazione in merito alla sua effettiva partecipazione a uno dei reati contestati.

Secondo la Suprema Corte, tuttavia, nessuno di questi motivi era idoneo a superare il filtro di ammissibilità, rendendo di fatto il ricorso inammissibile.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte ha analizzato separatamente i ricorsi, giungendo per entrambi alla medesima conclusione di inammissibilità.

Per quanto riguarda il primo ricorrente, i giudici hanno ribadito un principio consolidato in giurisprudenza: per negare le attenuanti generiche, è sufficiente che il giudice di merito faccia riferimento a elementi ritenuti decisivi, senza necessità di una disamina dettagliata di ogni singolo aspetto. Allo stesso modo, la graduazione della pena rientra nella piena discrezionalità del giudice di merito, e la sua valutazione non è sindacabile in Cassazione se, come nel caso di specie, è supportata da una motivazione adeguata e non manifestamente illogica. Le censure del ricorrente si risolvevano, quindi, in una critica generica all’operato del giudice d’appello.

Anche il ricorso della seconda imputata è stato giudicato inammissibile perché meramente riproduttivo di argomenti già vagliati e respinti nei precedenti gradi di giudizio. La Corte ha sottolineato che il ricorso per cassazione non può essere una semplice riproposizione delle stesse difese, ma deve contenere una critica specifica e puntuale delle argomentazioni della sentenza impugnata, evidenziandone le presunte falle logiche o giuridiche. In assenza di tale specificità, il motivo di ricorso si rivela sterile.

Conclusioni

La decisione in esame riafferma con chiarezza che la presentazione di un ricorso in Cassazione richiede un approccio tecnico e rigoroso. Non è sufficiente manifestare un generico dissenso verso la decisione del giudice di merito. È indispensabile, invece, articolare censure precise, che attacchino la struttura logico-giuridica della motivazione della sentenza impugnata. Un ricorso inammissibile non solo non produce alcun risultato utile per il condannato, ma comporta anche ulteriori conseguenze negative, come la condanna al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende, rendendo definitiva la sentenza di condanna.

Quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Secondo questa ordinanza, un ricorso è inammissibile quando i motivi sono generici, si limitano a contestare la discrezionalità del giudice di merito (come sulla quantificazione della pena o sulle attenuanti) senza dimostrare un vizio logico o giuridico, oppure quando ripropongono argomenti già esaminati e respinti nei gradi precedenti senza una critica specifica alla sentenza impugnata.

È possibile contestare in Cassazione la quantità della pena decisa dal giudice?
No, non se la critica è generica. La graduazione della pena rientra nel potere discrezionale del giudice di merito. In Cassazione si può contestare solo se si dimostra che la motivazione fornita dal giudice a sostegno della sua decisione è manifestamente illogica o viola specifiche disposizioni di legge.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità del ricorso?
La dichiarazione di inammissibilità comporta tre conseguenze principali: 1) la sentenza impugnata diventa definitiva; 2) il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali; 3) il ricorrente viene condannato al pagamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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