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Ricorso inammissibile: quando i motivi sono generici

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile contro una condanna per molestie. Il motivo risiede nella genericità dei motivi di appello, che si limitavano a riproporre le stesse argomentazioni già respinte in secondo grado, senza confrontarsi criticamente con la sentenza impugnata. Tale decisione comporta per il ricorrente la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 9 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Le Conseguenze di Motivi d’Appello Generici

Presentare un ricorso in Cassazione è un passo delicato che richiede precisione e rigore. Quando un ricorso è viziato da genericità, il rischio è che venga dichiarato ricorso inammissibile, con conseguenze significative per il ricorrente. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio di questa dinamica, sottolineando l’importanza della specificità dei motivi di impugnazione.

I Fatti del Caso

Il caso in esame riguarda un individuo condannato dalla Corte d’Appello per un reato di molestie. Secondo la ricostruzione dei giudici di merito, l’imputato aveva posto in essere un comportamento molesto nei confronti della vittima, attraverso messaggi e pedinamenti, in un periodo compreso tra la fine di luglio e la metà di agosto del 2020. La Corte d’Appello aveva ritenuto che il contesto familiare in cui si erano svolti i fatti non escludesse la configurabilità del reato e, considerata la gravità delle offese, aveva applicato una pena superiore al minimo edittale. Contro questa decisione, l’imputato ha proposto ricorso per cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione non è entrata nel merito delle accuse, ma si è fermata a un esame preliminare della struttura e del contenuto dell’atto di impugnazione. I giudici hanno stabilito che il ricorso non soddisfaceva i requisiti minimi di specificità richiesti dalla legge, rendendolo così inadatto a provocare una nuova valutazione del caso.

Le Motivazioni del Ricorso Inammissibile

La Corte ha basato la sua decisione sul principio consolidato della specificità dei motivi, sancito a pena di inammissibilità. Secondo i giudici, il ricorrente non può limitarsi a esprimere un generico dissenso rispetto alla sentenza impugnata. È necessario, invece, che l’atto di impugnazione contenga una critica argomentata e puntuale, in grado di confrontarsi direttamente con le ragioni esposte nella decisione che si contesta.

Nel caso specifico, sono state evidenziate le seguenti carenze:

1. Mancanza di Correlazione: Il ricorso mancava di una reale correlazione tra le argomentazioni della sentenza d’appello e i motivi proposti. In pratica, l’atto ignorava le affermazioni del provvedimento censurato.
2. Ripetizione di Argomenti: Il ricorrente si era limitato a riproporre le stesse ragioni già discusse e ritenute infondate dal giudice di merito. Questo atteggiamento non costituisce un motivo specifico di impugnazione, ma una mera reiterazione di difese già valutate.
3. Mancato Confronto con la Sentenza: L’imputato non si è confrontato con le specifiche conclusioni della Corte d’Appello, la quale aveva chiaramente identificato il comportamento molesto (messaggi e pedinamenti) e motivato la congruità della pena.

In sostanza, il ricorso è stato giudicato generico perché non ha attaccato in modo mirato e pertinente il ragionamento logico-giuridico della sentenza di secondo grado.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

La dichiarazione di inammissibilità ha avuto due conseguenze dirette e onerose per il ricorrente, come previsto dall’articolo 616 del codice di procedura penale:

* Condanna alle Spese Processuali: Il ricorrente è stato condannato al pagamento di tutte le spese relative al procedimento in Cassazione.
* Sanzione Pecuniaria: È stato inoltre condannato al versamento di una somma di 3.000,00 euro in favore della Cassa delle ammende.

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale per chiunque intenda impugnare una sentenza: un ricorso per cassazione non è una semplice riproposizione delle proprie tesi. Deve essere un atto tecnico, specifico e critico, che dialoghi con la sentenza impugnata, ne evidenzi le presunte lacune e ne contesti il percorso argomentativo. In assenza di questi elementi, il rischio di un ricorso inammissibile è concreto, con l’ulteriore aggravio di costi e sanzioni.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile dalla Corte di Cassazione?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché mancava del requisito della specificità dei motivi. Il ricorrente si è limitato a riproporre le stesse argomentazioni già respinte dalla Corte d’Appello, senza confrontarsi criticamente con le motivazioni della sentenza impugnata.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro (in questo caso, 3.000 euro) in favore della Cassa delle ammende, a meno che non si dimostri l’assenza di colpa nella determinazione della causa di inammissibilità.

Quale comportamento era stato contestato all’imputato?
All’imputato era stato contestato un comportamento molesto, attuato per mezzo di messaggi e pedinamenti, avvenuto in un arco temporale di circa tre settimane, dal 29 luglio al 19 agosto 2020.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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