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Ricorso inammissibile: quando i motivi sono generici

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile perché i motivi presentati erano generici e non criticavano specificamente la sentenza d’appello. La decisione sottolinea che un ricorso non può limitarsi a riproporre le stesse argomentazioni o chiedere una nuova valutazione dei fatti, ma deve contenere una critica puntuale e argomentata della decisione impugnata, come previsto dall’art. 581 del codice di procedura penale.

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Pubblicato il 12 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: la Guida alla Specificità dei Motivi in Cassazione

Presentare un ricorso in Cassazione è una fase cruciale del processo penale, ma anche una delle più tecniche. Non basta essere convinti della propria innocenza; è fondamentale che l’atto di impugnazione rispetti rigorosi requisiti formali. Una recente ordinanza della Suprema Corte ci offre un chiaro esempio di come la genericità dei motivi porti inevitabilmente a una declaratoria di ricorso inammissibile, con conseguente condanna alle spese e a una sanzione pecuniaria. Analizziamo insieme la decisione per capire quali errori evitare.

Il Caso in Esame: Un Appello Respinto per Genericità

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza della Corte d’Appello di Bologna. L’imputato, tramite il suo difensore, contestava la correttezza della motivazione che aveva portato alla sua condanna. Tuttavia, la Corte di Cassazione, con l’ordinanza del 3 dicembre 2024, ha troncato sul nascere ogni discussione nel merito, dichiarando il ricorso inammissibile.

La Mancanza dei Requisiti di Legge

Il fulcro della decisione risiede nell’articolo 581 del codice di procedura penale, che impone la specificità dei motivi a pena di inammissibilità. Secondo la Corte, i motivi presentati dall’imputato erano privi di tale requisito fondamentale. La mancanza di specificità è stata valutata sotto un duplice profilo:

* Intrinseco: per la genericità e l’indeterminatezza delle ragioni di fatto e di diritto esposte.
* Estrinseco: per la palese mancanza di correlazione tra la complessità delle argomentazioni della sentenza impugnata e la superficialità delle critiche mosse nel ricorso.

In sostanza, il ricorso non era una vera e propria critica argomentata, ma si limitava a riproporre le stesse doglianze già avanzate e respinte nel giudizio d’appello.

Le Motivazioni della Corte sul ricorso inammissibile

La Corte di Cassazione ha spiegato che un’impugnazione, per essere ammissibile, deve assolvere una funzione precisa: quella di una critica argomentata avverso la sentenza oggetto di ricorso. Non può, quindi, trasformarsi in un tentativo di ottenere una terza valutazione del merito della vicenda. I giudici hanno ribadito che le doglianze difensive tendevano a prefigurare una rivalutazione delle fonti di prova o una ricostruzione alternativa dei fatti, attività preclusa in sede di legittimità.

La Suprema Corte ha evidenziato come i giudici di merito avessero già ampiamente esaminato e disatteso, con argomenti logici e giuridici corretti, le questioni sollevate dalla difesa. Il ricorso si limitava a riproporre tali questioni (in particolare, come si legge nel provvedimento, quelle contenute alle pagine 2 e 3 della motivazione della sentenza d’appello) senza aggiungere nuovi e specifici elementi di critica contro la decisione di secondo grado. Questo comportamento processuale rende il ricorso un atto apparente, incapace di innescare un reale vaglio di legittimità.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche della Decisione

La pronuncia in esame è un monito importante per tutti gli operatori del diritto. Un ricorso per cassazione non è un’ulteriore occasione per ridiscutere i fatti, ma un rimedio straordinario per denunciare specifici vizi di legge o di motivazione. Per evitare una declaratoria di ricorso inammissibile, è indispensabile che l’atto:

1. Individui con precisione i punti della sentenza impugnata che si intendono criticare.
2. Sviluppi una critica puntuale e argomentata, confrontandosi direttamente con le motivazioni del giudice d’appello e spiegando perché queste sarebbero errate.
3. Eviti la mera riproposizione di argomenti già esaminati e respinti nei gradi precedenti.

La conseguenza di un ricorso inammissibile non è solo la conferma della condanna, ma anche l’obbligo per il ricorrente di pagare le spese processuali e una somma, in questo caso di 3.000 euro, a favore della Cassa delle ammende. Una pianificazione attenta e una redazione tecnicamente ineccepibile dell’atto di impugnazione sono, quindi, essenziali per tutelare efficacemente i diritti dell’imputato.

Perché un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile quando è privo dei requisiti di specificità richiesti dall’art. 581 del codice di procedura penale. Ciò accade se i motivi sono generici, indeterminati o se non si confrontano criticamente con la motivazione della sentenza impugnata, limitandosi a ripetere argomenti già respinti.

Cosa significa che i motivi di ricorso devono essere ‘specifici’?
Significa che il ricorso deve indicare chiaramente le parti della sentenza che si contestano e le ragioni di diritto e di fatto che sostengono la critica. Non può essere una richiesta di riesaminare le prove, ma deve individuare un preciso errore logico o giuridico nella decisione del giudice precedente.

Quali sono le conseguenze di un ricorso dichiarato inammissibile?
La persona che ha proposto il ricorso viene condannata al pagamento delle spese del procedimento e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende, che in questo caso specifico è stata quantificata in tremila euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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