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Ricorso inammissibile: quando i motivi sono generici

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile contro una condanna per il reato ex art. 95 d.P.R. 115/2002. L’impugnazione è stata respinta a causa della genericità dei motivi, che miravano a una nuova valutazione di merito sulla pena e sulla mancata concessione delle attenuanti, attività preclusa al giudice di legittimità. La decisione sottolinea l’importanza di formulare censure specifiche e non meramente ripetitive o aspecifiche.

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Pubblicato il 11 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso inammissibile: la Cassazione ribadisce i limiti del giudizio di legittimità

Quando si presenta un ricorso in Cassazione, è fondamentale comprendere i confini del giudizio di legittimità. Un errore comune è tentare di ottenere una nuova valutazione dei fatti, sperando in un esito diverso. La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha chiarito ancora una volta che un ricorso inammissibile è la conseguenza inevitabile di motivi generici o che mirano a un riesame del merito. Analizziamo insieme questo caso per capire quali sono i paletti da non superare.

I Fatti del Caso

Un soggetto, condannato nei primi due gradi di giudizio per il reato previsto dall’art. 95 del d.P.R. 115/2002, decideva di presentare ricorso per Cassazione. La sua difesa si basava essenzialmente su due punti: la presunta erronea applicazione della legge penale riguardo alla mancata concessione delle circostanze attenuanti generiche (art. 62-bis c.p.) e, più in generale, una carenza di motivazione nella sentenza d’appello.

I Motivi del Ricorso e la Valutazione della Corte

L’imputato, tramite il suo difensore, lamentava che la Corte d’Appello non avesse adeguatamente valutato gli elementi a suo favore per la concessione delle attenuanti e che la pena inflitta fosse sproporzionata. Sostanzialmente, si chiedeva alla Suprema Corte di riconsiderare elementi già vagliati dal giudice di merito, come la gravità del fatto e l’assenza di elementi positivi di valutazione.

La Decisione della Corte: un Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, seguendo un orientamento consolidato. I giudici hanno sottolineato come il giudizio di legittimità non possa trasformarsi in un terzo grado di merito. La valutazione sulla congruità della pena e sulla concessione o meno delle attenuanti è un potere discrezionale del giudice di merito, e la Cassazione può intervenire solo se la motivazione è palesemente illogica, contraddittoria o del tutto assente.

Le Motivazioni

Nel dettaglio, la Corte ha spiegato che le motivazioni della sentenza d’appello erano coerenti e sufficienti. La gravità del fatto, desunta dalle modalità della condotta, e l’assenza di elementi positivi erano state considerate ragioni valide per negare le attenuanti e per determinare la pena. Le doglianze del ricorrente, al contrario, sono state giudicate del tutto aspecifiche e generiche, risolvendosi in una mera richiesta di nuova valutazione. La Corte ha richiamato un suo precedente (Sez. 5, n. 5582/2014), secondo cui è inammissibile la censura che mira a una rivalutazione della congruità della pena se la determinazione non è frutto di arbitrio o di un ragionamento illogico. Essendo la pronuncia impugnata sostenuta da un apparato argomentativo logico e coerente con quello del Tribunale, il ricorso non poteva che essere respinto.

Le Conclusioni

Questa ordinanza offre due importanti lezioni pratiche. In primo luogo, un ricorso per Cassazione deve essere fondato su vizi di legittimità chiari e specifici (violazione di legge o vizi della motivazione), non sulla speranza di un diverso apprezzamento dei fatti. In secondo luogo, le conseguenze di un ricorso inammissibile non sono neutre: il ricorrente viene condannato non solo al pagamento delle spese processuali, ma anche al versamento di una somma, in questo caso tremila euro, in favore della Cassa delle ammende, rendendo definitiva la condanna.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i motivi erano formulati in termini generici e aspecifici. Inoltre, miravano a ottenere una nuova valutazione sulla congruità della pena e sulla mancata concessione delle attenuanti, attività che esula dalle competenze della Corte di Cassazione, la quale giudica solo la legittimità e non il merito della decisione.

È possibile contestare in Cassazione la mancata concessione delle attenuanti generiche?
Sì, ma solo se la motivazione del giudice di merito è manifestamente illogica, contraddittoria o del tutto assente. Non è possibile chiederne una nuova valutazione se il giudice ha fornito una spiegazione coerente e logica per la sua decisione, come avvenuto nel caso di specie.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
Quando un ricorso viene dichiarato inammissibile, il ricorrente è condannato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, che nel caso specifico è stata fissata in tremila euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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