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Ricorso inammissibile: quando i motivi sono generici

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile perché i motivi presentati erano generici e semplici ripetizioni di doglianze già respinte in appello. La mancanza di specificità, requisito essenziale dell’atto di impugnazione, ha portato alla condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 14 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione Sottolinea l’Importanza della Specificità dei Motivi

Presentare un ricorso in Cassazione è l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, ma per accedervi è necessario rispettare requisiti formali e sostanziali molto stringenti. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: la genericità e la ripetitività dei motivi rendono il ricorso inammissibile. Questo non solo chiude la porta a una revisione del caso, ma comporta anche conseguenze economiche per il ricorrente. Analizziamo la decisione per comprendere perché la specificità dell’atto di impugnazione è un requisito non negoziabile.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da una condanna, confermata dalla Corte di Appello di Catanzaro, per un delitto previsto dal d.lgs. 159/2011 (il cosiddetto Codice Antimafia). L’imputato, ritenendo ingiusta la sentenza, ha proposto ricorso per cassazione, affidandosi a un unico motivo: la violazione di legge e il vizio di motivazione, in particolare riguardo all’assenza dell’elemento soggettivo del dolo.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte, con l’ordinanza in esame, ha stroncato sul nascere le aspettative del ricorrente, dichiarando il ricorso manifestamente inammissibile. La decisione non è entrata nel merito delle questioni sollevate, ma si è fermata a un livello preliminare, quello della corretta formulazione dell’atto di impugnazione. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Le motivazioni: perché un ricorso è inammissibile?

La Corte ha basato la sua decisione su due pilastri fondamentali: la reiterazione e la aspecificità dei motivi. Vediamoli nel dettaglio:

1. Reiterazione delle Doglianze: I giudici hanno osservato che le censure proposte in Cassazione erano una mera ripetizione di quelle già presentate e adeguatamente valutate dalla Corte d’Appello. Proporre nuovamente gli stessi argomenti, senza attaccare specificamente la logica della sentenza di secondo grado, non è sufficiente per ottenere un nuovo giudizio.

2. Aspecificità e Genericità: Il requisito cardine di ogni impugnazione è la specificità. Il ricorrente non può limitarsi a enunciare principi giuridici astratti e a lamentare una generica mancanza di motivazione. Deve, al contrario, indicare con precisione e chiarezza i punti di fatto e le questioni di diritto che intende sottoporre al giudice, spiegando perché la decisione impugnata è errata. In questo caso, il ricorso si risolveva in “scarne proposizioni”, inadeguate a individuare il vizio concreto della sentenza d’appello.

La Corte ha richiamato un suo precedente orientamento (sent. n. 8065/2019), secondo cui chi lamenta l’omessa valutazione di un motivo d’appello deve specificare il contenuto di quel motivo e la sua decisività. Solo così la Cassazione può verificare se la presunta omissione abbia realmente inciso sull’esito del giudizio. La mancanza di questi requisiti rende l’atto di impugnazione inidoneo a introdurre un nuovo grado di giudizio.

Conclusioni: Le Conseguenze Pratiche di un Ricorso Generico

Questa ordinanza offre una lezione cruciale: l’impugnazione non è un atto formale, ma un dialogo argomentativo con il giudice. Un ricorso inammissibile perché generico non solo priva l’interessato della possibilità di far valere le proprie ragioni, ma comporta anche una sanzione. La condanna al pagamento di una somma alla Cassa delle ammende non è automatica, ma deriva dalla “colpa connessa all’irritualità dell’impugnazione”, come stabilito dalla Corte Costituzionale (sent. n. 186/2000). Chi adisce la giustizia in modo negligente o superficiale, abusando dello strumento processuale, deve farsene carico. Per avvocati e assistiti, la morale è chiara: un ricorso efficace è un ricorso specifico, puntuale e costruito criticamente sulla motivazione della sentenza che si intende contestare.

Perché un ricorso può essere dichiarato inammissibile dalla Corte di Cassazione?
Un ricorso è dichiarato inammissibile se manca dei requisiti di legge, come la specificità dei motivi. Nel caso di specie, i motivi erano generici, ripetitivi di quelli già esaminati in appello e non indicavano in modo preciso i punti di fatto e di diritto contestati nella sentenza impugnata.

Cosa si intende per “specificità dei motivi” di un ricorso?
Significa che chi impugna una sentenza deve indicare in modo preciso e determinato quali parti della decisione contesta, le ragioni di diritto e gli elementi di fatto a sostegno, permettendo al giudice di comprendere chiaramente le censure mosse senza doverle dedurre o interpretare.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e, come in questo caso, al versamento di una somma di denaro (qui euro 3.000) alla Cassa delle ammende a causa della colpa nell’aver presentato un ricorso non conforme alla legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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