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Ricorso inammissibile: quando i motivi sono generici

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile perché basato su motivi generici e ripetitivi, già esaminati e respinti dalla Corte d’Appello. L’appellante contestava il mancato riconoscimento di attenuanti e la valutazione della recidiva. La Corte ha quindi confermato la condanna dell’imputato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione di 3.000 euro alla Cassa delle Ammende, sottolineando la colpa nella presentazione del ricorso.

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Pubblicato il 26 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Le Conseguenze di Motivi Generici e Ripetitivi

Presentare un ricorso in Cassazione è l’ultima fase del processo penale, un momento cruciale che richiede precisione e rigore giuridico. Un ricorso inammissibile non solo preclude un esame nel merito della questione, ma può anche comportare significative sanzioni economiche. L’Ordinanza n. 2738/2024 della Corte di Cassazione offre un chiaro esempio di come la genericità e la ripetitività dei motivi di appello portino a una tale declaratoria, con la conseguente condanna al pagamento di spese e di una somma a favore della Cassa delle ammende.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza della Corte d’Appello di Palermo. L’appellante contestava la decisione dei giudici di secondo grado su due punti specifici: la mancata esclusione della recidiva e il diniego delle circostanze attenuanti generiche, inclusa quella prevista dall’articolo 385, comma quarto, del codice penale. Questi elementi, se accolti, avrebbero potuto comportare una riduzione della pena inflitta.

La Decisione della Corte e la Genericità del Ricorso Inammissibile

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, dopo aver esaminato gli atti, ha emesso un’ordinanza lapidaria: il ricorso è dichiarato inammissibile. La Corte non è entrata nel merito delle questioni sollevate dall’imputato, poiché ha riscontrato un vizio fondamentale nella formulazione stessa dell’atto di impugnazione. Questa decisione evidenzia un principio cardine della procedura penale: l’appello in Cassazione non è un terzo grado di giudizio dove si possono ridiscutere i fatti, ma un controllo di legittimità sulla corretta applicazione della legge da parte dei giudici precedenti. Un ricorso inammissibile è, di fatto, un atto che non supera questa soglia di ammissibilità.

Le Motivazioni

La motivazione della Corte è netta e si fonda su un unico, decisivo, punto: il ricorso proponeva motivi “generici e meramente riproduttivi” di censure già sollevate in appello. In altre parole, la difesa non ha introdotto nuovi e specifici argomenti di diritto per criticare la sentenza impugnata, ma si è limitata a ripresentare le stesse doglianze già esaminate e respinte dalla Corte d’Appello. I giudici di legittimità hanno sottolineato come la sentenza di secondo grado avesse già “adeguatamente vagliato e disatteso con corretti argomenti giuridici” le questioni relative alla recidiva e alle attenuanti. La mera riproposizione di tali argomenti, senza un confronto critico e specifico con la motivazione della sentenza d’appello, rende il ricorso privo della specificità richiesta dalla legge, conducendo inevitabilmente alla sua inammissibilità.

Le Conclusioni

Le conseguenze pratiche di questa decisione sono duplici. In primo luogo, la condanna dell’imputato diventa definitiva. In secondo luogo, scatta una sanzione economica. La Corte ha condannato il ricorrente non solo al pagamento delle spese processuali, ma anche al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Questa sanzione non è automatica, ma viene applicata quando, come in questo caso, si ritiene che il ricorrente abbia agito “in colpa nella determinazione della causa di inammissibilità” (citando la sentenza della Corte Costituzionale n. 186 del 2000). La presentazione di un ricorso palesemente infondato o ripetitivo è considerata un abuso dello strumento processuale, che giustifica l’imposizione di una sanzione pecuniaria. Questa ordinanza serve quindi da monito: l’accesso alla giustizia deve essere esercitato con serietà e consapevolezza, formulando censure specifiche e pertinenti, pena l’inammissibilità e l’aggravio di costi.

Per quale motivo principale la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile?
La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile perché i motivi presentati erano generici e si limitavano a riproporre le stesse censure già adeguatamente esaminate e respinte con corretti argomenti giuridici dalla Corte d’Appello, senza introdurre nuovi profili di critica.

Quali sono le conseguenze economiche per chi presenta un ricorso inammissibile per colpa?
La persona che presenta un ricorso ritenuto inammissibile per colpa viene condannata al pagamento delle spese processuali e di una somma pecuniaria a favore della Cassa delle ammende. In questo caso specifico, la somma è stata fissata in tremila euro.

Cosa significa che i motivi del ricorso erano ‘meramente riproduttivi’?
Significa che gli argomenti contenuti nel ricorso per Cassazione erano una semplice ripetizione di quelli già presentati nel precedente grado di giudizio (l’appello), senza confrontarsi criticamente con le motivazioni della sentenza impugnata e senza sollevare specifiche violazioni di legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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