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Ricorso inammissibile: quando è troppo generico?

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile a causa della sua eccessiva genericità. L’ordinanza sottolinea che, per essere valido, un atto di impugnazione deve specificare chiaramente i punti della sentenza contestata e le ragioni della critica, in linea con l’art. 581 del codice di procedura penale. La mancata specificità ha comportato la condanna del ricorrente al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 10 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione Spiega i Requisiti di Specificità

Presentare un’impugnazione in un processo penale è un’attività che richiede precisione e rigore tecnico. Non basta dissentire da una sentenza; è necessario articolare le proprie ragioni in modo chiaro e specifico. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci ricorda proprio questo principio, dichiarando un ricorso inammissibile perché formulato in maniera eccessivamente generica. Analizziamo questa decisione per capire quali sono i requisiti essenziali di un’impugnazione e le conseguenze di una loro violazione.

Il Fatto: Un Appello Troppo Sintetico

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza della Corte d’Appello di Napoli. L’atto di impugnazione si basava su un unico e, come definito dalla stessa Corte, ‘stringatissimo’ motivo. Con esso, il ricorrente lamentava un vizio di motivazione in merito a tre aspetti cruciali della sua condanna:

1. L’affermazione della sua responsabilità penale.
2. Il mancato riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche.
3. La determinazione della pena (trattamento sanzionatorio).

Nonostante l’apparente ampiezza delle critiche, il ricorso non andava oltre una generica enunciazione, senza entrare nel dettaglio delle ragioni a sostegno della contestazione.

La Decisione della Corte di Cassazione sul ricorso inammissibile

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha tagliato corto, dichiarando il ricorso inammissibile. Questa decisione non ha comportato un’analisi nel merito delle questioni sollevate (colpevolezza, attenuanti, pena), ma si è fermata a un livello preliminare, quello dei requisiti di ammissibilità dell’atto. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato non solo al pagamento delle spese processuali, ma anche al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni: La Genericità come Vizio Insanabile

Il cuore della decisione risiede nella violazione dell’articolo 581, comma 1, lettera d), del codice di procedura penale. Questa norma stabilisce che l’atto di impugnazione deve contenere, a pena di inammissibilità, l’enunciazione specifica dei motivi, con l’indicazione delle ragioni di diritto e degli elementi di fatto che li sorreggono.

La Corte ha osservato che il ricorso era ‘del tutto generico’ perché, a fronte di una motivazione della Corte d’Appello ritenuta adeguata e congrua, non indicava gli elementi specifici su cui si fondava la censura. In altre parole, il ricorrente non ha spiegato perché la motivazione della sentenza d’appello sarebbe stata errata o carente. Non ha messo in dialogo le proprie critiche con le argomentazioni del giudice di secondo grado.

Questo vizio, secondo la Cassazione, impedisce al giudice dell’impugnazione di svolgere il proprio ruolo, ovvero quello di verificare la fondatezza dei rilievi mossi. Se i rilievi non sono chiari e specifici, il giudice non può individuarli e, di conseguenza, non può esercitare il proprio sindacato.

Conclusioni: L’Importanza della Tecnica Legale nell’Impugnazione

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale della procedura penale: la specificità dei motivi di impugnazione non è un mero formalismo. È un requisito sostanziale che garantisce il corretto funzionamento del sistema processuale, consentendo un dialogo argomentativo tra le parti e il giudice. Per gli avvocati, ciò significa che la redazione di un ricorso non può limitarsi a una sterile elencazione di doglianze, ma deve consistere in una critica puntuale e motivata del provvedimento impugnato. La mancata osservanza di questa regola, come dimostra il caso in esame, conduce a una declaratoria di ricorso inammissibile, con conseguente spreco di risorse processuali e un aggravio di costi per l’assistito.

Perché la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile?
La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile perché il motivo presentato era eccessivamente generico e non specificava le ragioni di diritto e gli elementi di fatto a sostegno della critica, violando così i requisiti prescritti dall’art. 581, comma 1, lett. d), del codice di procedura penale.

Cosa significa che un motivo di ricorso è ‘generico’?
Significa che la critica mossa alla sentenza impugnata è formulata in modo vago, senza indicare puntualmente quali parti della motivazione si contestano e perché. Un motivo generico non consente al giudice dell’impugnazione di comprendere le censure e di esercitare il proprio sindacato.

Quali sono state le conseguenze economiche per il ricorrente?
A seguito della dichiarazione di inammissibilità, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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