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Ricorso inammissibile: quando è troppo generico

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 17139/2025, ha dichiarato un ricorso inammissibile poiché le censure mosse alla sentenza di appello erano generiche e si limitavano a contestare la valutazione dei fatti, operazione preclusa in sede di legittimità. Il caso sottolinea l’importanza della specificità dei motivi di ricorso. A seguito della decisione, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria alla Cassa delle ammende.

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Pubblicato il 22 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Le Conseguenze di un Appello Generico

Presentare un ricorso in Cassazione richiede rigore e precisione. Un appello che non rispetta i criteri di specificità rischia di essere dichiarato ricorso inammissibile, con conseguenze non solo processuali ma anche economiche. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio di quali siano i limiti dell’impugnazione e perché la genericità delle censure porti a una pronuncia sfavorevole.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale trae origine da un ricorso presentato avverso una sentenza della Corte di Appello di Catanzaro. L’imputato, tramite il suo difensore, ha proposto appello alla Suprema Corte di Cassazione, contestando la decisione dei giudici di secondo grado. Il cuore del ricorso si concentrava su una critica alla valutazione degli elementi fattuali e probatori che avevano portato alla condanna.

La Decisione della Corte di Cassazione e il Ricorso Inammissibile

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha esaminato il ricorso e lo ha dichiarato inammissibile. Questa decisione non è entrata nel merito delle argomentazioni difensive, ma si è fermata a un livello preliminare, ovvero alla valutazione dei requisiti di ammissibilità dell’atto stesso. La Corte ha stabilito che il ricorso non superava il vaglio di ammissibilità a causa della sua intrinseca genericità e del tentativo di sollecitare una nuova valutazione dei fatti, compito che non spetta alla Corte di Cassazione, giudice di sola legittimità.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha fondato la sua decisione su argomentazioni nette e precise. In primo luogo, ha evidenziato come il ricorso tentasse di ottenere una rilettura degli elementi di fatto, un’operazione interpretativa che è preclusa in sede di legittimità. La Corte di Cassazione non è un terzo grado di giudizio sul fatto, ma ha il compito di verificare la corretta applicazione della legge e la coerenza logica della motivazione della sentenza impugnata.

In secondo luogo, i giudici hanno sottolineato come la motivazione della sentenza della Corte d’Appello fosse dettagliata e completa, sia per quanto riguarda l’elemento oggettivo che quello soggettivo del reato. Le argomentazioni dei giudici di merito sono state definite “lineari e scevre da vizi giuridici”, oltre che prive di contraddizioni.

A fronte di una motivazione così solida, il ricorso è apparso peccare di “aspecificità”. Le doglianze sollevate sono state ritenute generiche e di carattere meramente oppositivo, ovvero non erano in grado di individuare specifici vizi di legge o di motivazione, limitandosi a contrapporre una diversa interpretazione dei fatti. Questa mancanza di specificità ha reso il ricorso inammissibile.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

La declaratoria di inammissibilità ha comportato due conseguenze dirette per il ricorrente, in applicazione dell’art. 616 del codice di procedura penale:

1. Condanna al pagamento delle spese processuali: il ricorrente deve farsi carico dei costi del procedimento.
2. Versamento di una somma alla Cassa delle ammende: non ricorrendo ipotesi di esonero, il ricorrente è stato condannato a versare la somma di tremila euro. Questo importo sanziona l’abuso dello strumento processuale attraverso la proposizione di un ricorso palesemente infondato.

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale: il ricorso per cassazione deve essere un atto tecnico e puntuale, volto a censurare specifici errori di diritto o vizi logici della motivazione, e non può trasformarsi in un pretesto per richiedere una nuova e non consentita valutazione del merito della vicenda.

Quando un ricorso in Cassazione viene considerato inammissibile?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile quando non rispetta i requisiti procedurali, ad esempio se le censure sono generiche, di carattere puramente oppositivo, o se si tenta di ottenere dalla Corte una nuova valutazione dei fatti, attività preclusa in sede di legittimità.

Quali sono le conseguenze di un ricorso inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e, salvo casi di esonero, al versamento di una somma di denaro alla Cassa delle ammende, che nel caso di specie è stata determinata in tremila euro.

Cosa significa che il ricorso pecca di “aspecificità”?
Significa che i motivi del ricorso non sono stati esposti in modo chiaro e specifico, ma si sono limitati a dedurre doglianze generiche senza confrontarsi criticamente con le argomentazioni della sentenza impugnata, risultando privi di spunti di reale contraddittorietà giuridica.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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