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Ricorso inammissibile: quando è troppo generico

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 19825/2024, ha dichiarato un ricorso inammissibile a causa della genericità dei motivi. L’appello si limitava a riproporre argomentazioni già respinte in secondo grado, senza una critica specifica alla sentenza impugnata. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 16 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Le Conseguenze di un Appello Generico

Presentare un ricorso in Cassazione richiede precisione e specificità. Un’impugnazione che si limita a ripetere argomenti già noti, senza confrontarsi criticamente con la decisione che si intende contestare, rischia di essere classificata come un ricorso inammissibile. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione (n. 19825/2024) illustra perfettamente questo principio, chiarendo le gravi conseguenze per chi non rispetta i requisiti di specificità richiesti dalla legge.

I Fatti del Caso

Il caso ha origine da un ricorso presentato alla Suprema Corte di Cassazione contro una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Roma. Il ricorrente contestava la decisione di secondo grado, lamentando vizi motivazionali quali carenza, contraddittorietà o manifesta illogicità in relazione al giudizio sulla sua responsabilità penale.

La Decisione della Corte e il Principio del Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione ha esaminato il ricorso e lo ha dichiarato inammissibile. La decisione si fonda su un punto cruciale del diritto processuale penale: la specificità dei motivi di ricorso. Secondo i giudici, non è sufficiente presentare un’impugnazione; è necessario che questa contenga critiche mirate e pertinenti alla sentenza che si sta contestando. Un ricorso inammissibile è spesso il risultato di una mancata aderenza a questo principio fondamentale.

Le Motivazioni: La Mancanza di Specificità del Ricorso

La Corte ha ritenuto che l’unico motivo di ricorso fosse “generico”. Il ricorrente, infatti, non aveva fatto altro che riproporre le stesse argomentazioni già discusse e respinte dal giudice del gravame (la Corte d’Appello). I giudici hanno sottolineato come mancasse una “correlazione tra le ragioni argomentate dalla decisione impugnata e quelle poste a fondamento dell’impugnazione”.

In altre parole, l’atto di appello era una mera ripetizione di difese precedenti, senza un’analisi critica e puntuale delle motivazioni contenute nella sentenza di secondo grado. Questa mancanza di specificità, ai sensi dell’art. 591, comma 1, lettera c), del codice di procedura penale, è una causa diretta di inammissibilità. Il ricorso non ha superato il vaglio preliminare perché non ha attaccato in modo specifico e pertinente il ragionamento logico-giuridico del giudice precedente.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia

La dichiarazione di inammissibilità ha avuto due conseguenze dirette e significative per il ricorrente. In primo luogo, la sentenza della Corte d’Appello è diventata definitiva. In secondo luogo, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Questa ordinanza ribadisce un insegnamento fondamentale per chiunque intenda adire la Corte di Cassazione: un ricorso deve essere un atto dialettico, un confronto critico con la decisione impugnata, e non una semplice riproposizione di argomenti già vagliati. La genericità e la mancanza di specificità non solo precludono l’esame nel merito della questione, ma comportano anche significative sanzioni economiche.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché considerato generico. L’appellante si è limitato a riproporre le stesse ragioni già discusse e respinte dal giudice d’appello, senza formulare una critica specifica e pertinente contro la motivazione della sentenza impugnata.

Cosa si intende per ‘mancanza di specificità’ del motivo di ricorso?
Significa che non c’era una correlazione diretta tra le argomentazioni della sentenza impugnata e i motivi presentati nel ricorso. L’atto di impugnazione deve contestare puntualmente il ragionamento giuridico della decisione precedente, non limitarsi a ripetere argomenti passati.

Quali sono state le conseguenze economiche per il ricorrente?
A seguito della dichiarazione di inammissibilità, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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