Ricorso Inammissibile: La Cassazione Sottolinea il Dovere di Specificità
Presentare un ricorso in Cassazione richiede un’attenzione meticolosa ai requisiti di forma e di sostanza previsti dalla legge. Un recente provvedimento della Suprema Corte ci offre un chiaro esempio di come la mancanza di specificità possa portare a una dichiarazione di ricorso inammissibile, con conseguente condanna alle spese e al pagamento di una sanzione. Analizziamo insieme la decisione per comprendere quali errori evitare.
I Fatti di Causa
La vicenda trae origine da un ricorso presentato da due individui avverso una sentenza della Corte d’appello di Firenze. I ricorrenti, con un unico atto, contestavano la decisione dei giudici di secondo grado, lamentando una presunta violazione di legge in merito alla qualificazione giuridica delle loro condotte. Nello specifico, la Corte territoriale aveva ritenuto provata una minaccia velata nei confronti delle vittime e un ingiusto profitto derivante dalla sottrazione di denaro, ottenuta dopo aver caricato cassette di frutta non richieste nelle loro automobili.
La Decisione sul Ricorso Inammissibile
La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione si fonda su un punto cruciale del diritto processuale penale: il principio di specificità dei motivi di ricorso. I giudici hanno osservato che l’unico motivo presentato dai ricorrenti non era altro che una mera riproduzione di argomentazioni già ampiamente esaminate e motivatamente respinte dalla Corte d’appello. In sostanza, l’appello non introduceva nuovi profili di critica giuridica, ma si limitava a riproporre una diversa lettura dei fatti, operazione non consentita in sede di legittimità.
Le Motivazioni: Perché il Ricorso è Stato Giudicato Inammissibile?
La Corte ha ritenuto il ricorso privo di specificità. Questo vizio si manifesta quando l’atto di impugnazione non si confronta criticamente con la motivazione della sentenza impugnata, ma si limita a ripetere le stesse doglianze già sollevate e rigettate nel precedente grado di giudizio. La Cassazione ha evidenziato come la Corte territoriale avesse già fornito una motivazione logica e giuridicamente corretta, in particolare nelle pagine 6 e 7 della sua sentenza, per giustificare sia la sussistenza della minaccia larvata sia l’ingiusto profitto. Di fronte a una motivazione completa e coerente, i ricorrenti avrebbero dovuto articolare critiche precise e puntuali, evidenziando specifici vizi di legittimità, e non limitarsi a una generica contestazione. La mancanza di questo confronto critico rende l’impugnazione un atto sterile e, di conseguenza, inammissibile.
Conclusioni: L’Importanza di un Appello Ben Strutturato
Questa ordinanza ribadisce un insegnamento fondamentale per chiunque intenda adire la Corte di Cassazione: un ricorso non può essere una semplice riproposizione delle proprie tesi difensive. Deve essere, invece, un’analisi critica e tecnica della sentenza impugnata, volta a far emergere specifiche violazioni di legge o vizi di motivazione. Un ricorso inammissibile non solo non ottiene il risultato sperato, ma comporta anche conseguenze economiche negative per il ricorrente, come la condanna al pagamento delle spese processuali e di una somma a favore della Cassa delle ammende, che nel caso di specie è stata quantificata in tremila euro per ciascuno.
Quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile quando è privo dei requisiti previsti dalla legge, come la specificità dei motivi. Nel caso specifico, è stato ritenuto tale perché si limitava a riprodurre censure già vagliate e respinte dalla Corte territoriale, senza sollevare nuove e pertinenti questioni di diritto.
Cosa significa che un motivo di ricorso è “privo di specificità”?
Significa che il motivo è generico e non identifica in modo chiaro e preciso le critiche legali alla decisione impugnata. È considerato tale quando, come in questo caso, è meramente riproduttivo di argomentazioni già disattese nel grado precedente senza un confronto critico con la motivazione della sentenza.
Quali sono le conseguenze di un ricorso inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria in favore della Cassa delle ammende, che in questa vicenda è stata fissata in tremila euro per ciascun ricorrente.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 22201 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 22201 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 23/04/2024
ORDINANZA
sui ricorsi proposti da:
COGNOME NOME, nato a Napoli il DATA_NASCITA
COGNOME, nato a Napoli il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 14/03/2023 della Corte d’appello di Firenze dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME.
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
Letti i ricorsi, presentati con un unico atto, nell’interesse di COGNOME NOME e di COGNOME NOME;
ritenuto che l’unico motivo dei ricorsi, con il quale si deduce la violazione di legge in ordine alla qualificazione giuridica delle condotte nei reati contestati, è privo di specificità poiché è meramente riproduttivo di profili di censura in punto di fatto già adeguatamente vagliati e disattesi dalla Corte territoriale con corrett argomenti logici e giuridici (si vedano, in particolare, le pagg. 6 e 7 sulla minaccia larvata operata nei confronti delle persone offese e sull’ingiusto profitto derivante dalla sottrazione delle somme di denaro dopo il caricamento nelle loro autovetture di cassette di frutta non richieste);
rilevato, pertanto, che i ricorsi devono essere dichiarati inammissibili, con la condanna dei ricorrenti al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila ciascuno in favore della Cassa delle ammende.
Dichiara inammissibili i ricorsi e condanna i ricorrenti al pagamento del spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa del ammende.
Così deciso, in data 23 aprile 2024.