Ricorso Inammissibile: La Cassazione Ribadisce la Necessità di Motivi Specifici
L’ordinanza in esame offre un importante chiarimento su un aspetto cruciale della procedura penale: i requisiti di ammissibilità del ricorso per Cassazione. Un ricorso inammissibile non solo impedisce alla Corte di esaminare il caso nel merito, ma comporta anche conseguenze economiche per chi lo presenta. Analizziamo insieme questa decisione per capire perché la specificità dei motivi è un requisito non negoziabile.
I Fatti del Caso
La vicenda processuale ha origine da un ricorso presentato alla Corte di Cassazione avverso una sentenza della Corte d’Appello di Reggio Calabria. L’imputato, attraverso il suo difensore, contestava la decisione di secondo grado, lamentando una presunta violazione di legge e un vizio di motivazione riguardo alla prova che aveva fondato la sua condanna.
Il ricorso si basava su un unico motivo, con il quale si cercava di rimettere in discussione la valutazione delle prove e la ricostruzione dei fatti già operata dai giudici dei precedenti gradi di giudizio.
La Decisione della Corte di Cassazione sul Ricorso Inammissibile
La Suprema Corte, con l’ordinanza numero 10324 del 2024, ha tagliato corto, dichiarando il ricorso inammissibile. Questa decisione non entra nel merito della colpevolezza o innocenza dell’imputato, ma si ferma a un livello precedente, quello procedurale. La Corte ha stabilito che il ricorso non possedeva i requisiti minimi per poter essere esaminato.
Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, una sanzione pecuniaria prevista proprio per i casi di ricorsi inammissibili.
Le Motivazioni: Perché il Ricorso è Stato Dichiarato Inammissibile
Il cuore della decisione risiede nella motivazione fornita dalla Cassazione. I giudici hanno evidenziato come l’unico motivo di ricorso fosse “privo di specificità”. In altre parole, l’atto era una mera riproduzione delle stesse doglianze già presentate, discusse e respinte dalla Corte d’Appello.
La Corte ha sottolineato che il giudizio di Cassazione non è un terzo grado di merito dove si possono rivalutare i fatti. Il suo compito è verificare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione della sentenza impugnata. Un ricorso, per essere ammissibile, deve indicare in modo specifico e puntuale quali sono gli errori logici o giuridici commessi dal giudice precedente, confrontandosi criticamente con la motivazione della sentenza d’appello.
In questo caso, il ricorso si limitava a ripetere le argomentazioni già sconfessate, senza evidenziare vizi specifici della sentenza di secondo grado, la cui motivazione è stata invece ritenuta “esente da vizi logici e giuridici”. Questa genericità e ripetitività ha quindi condotto inevitabilmente alla declaratoria di inammissibilità.
Le Conclusioni: Le Conseguenze Pratiche della Decisione
Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale per chiunque intenda adire la Corte di Cassazione: non è sufficiente essere in disaccordo con una sentenza. È indispensabile articolare critiche precise, tecniche e pertinenti, che mettano in luce errori di diritto o palesi illogicità nel percorso argomentativo del giudice di merito.
La presentazione di un ricorso generico o meramente ripetitivo non solo è destinata al fallimento, ma espone il ricorrente a sanzioni economiche. La decisione serve quindi da monito sull’importanza di redigere atti di impugnazione rigorosi e tecnicamente fondati, evitando di trasformare il giudizio di legittimità in un’inutile replica dei gradi precedenti.
Quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile quando manca dei requisiti essenziali previsti dalla legge, come nel caso esaminato in cui il motivo era privo di specificità e si limitava a riproporre le stesse doglianze già respinte nel grado precedente.
Cosa significa che un motivo di ricorso è “privo di specificità”?
Significa che il motivo non indica in modo chiaro e puntuale gli errori di diritto o i vizi logici della sentenza che si sta impugnando, ma si limita a una critica generica o a ripetere argomenti già esaminati, senza confrontarsi con le motivazioni del giudice precedente.
Quali sono le conseguenze di un ricorso inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità comporta non solo il rigetto del ricorso, senza che la Corte ne esamini il merito, ma anche la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende, che in questo caso è stata di tremila euro.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 10324 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 10324 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 20/02/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME nato a SIDERNO il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 07/07/2022 della CORTE APPELLO di REGGIO CALABRIA
dato avviso alle parti; udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
Letto il ricorso di NOME COGNOME;
ritenuto che l’unico motivo di ricorso, con il quale si deduce la violazione di legge e il vizio di motivazione in ordine alla prova posta a fondamento dell’affermazione di penale responsabilità dell’imputato, è privo di specificità poiché è meramente riproduttivo delle medesime doglianze in fatto già discusse e respinte dal giudice del gravame con motivazione esente da vizi logici e giuridici (si veda, in particolare, pag. 4);
rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso, in data 20 febbraio 2024
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Il Presidente