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Ricorso inammissibile: quando e perché viene respinto

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile perché basato su motivi manifestamente infondati, meramente ripetitivi di censure già respinte in appello, e su un motivo non dedotto nel precedente grado di giudizio. La decisione comporta la condanna della ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di 3.000 euro, sottolineando le conseguenze negative di un’impugnazione presentata con colpa.

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Pubblicato il 9 dicembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: le Conseguenze di un Appello Infondato

Presentare un appello alla Corte di Cassazione è l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, ma non è una strada percorribile senza solide basi giuridiche. Un ricorso inammissibile non solo non viene esaminato nel merito, ma può comportare serie conseguenze economiche per chi lo propone. Un’ordinanza recente della Suprema Corte offre un chiaro esempio di come la superficialità o la ripetitività dei motivi di ricorso possa portare a una condanna per le spese e a una sanzione pecuniaria.

I Fatti del Caso

Una persona, a seguito di una condanna confermata dalla Corte d’Appello, decideva di presentare ricorso per Cassazione. I motivi dell’impugnazione si concentravano su due punti principali: primo, il presunto mancato riconoscimento della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, prevista dall’art. 131-bis del codice penale; secondo, la mancata audizione di una testimone, vicina di casa dell’imputata, che a suo dire avrebbe potuto chiarire la sua posizione.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha esaminato il ricorso e lo ha dichiarato inappellabilmente inammissibile. La Corte non è entrata nel merito della vicenda, poiché ha riscontrato vizi procedurali talmente evidenti da precludere qualsiasi discussione sulla fondatezza delle accuse. La decisione si è basata su una valutazione tecnica dei motivi presentati, ritenuti non idonei a superare il vaglio di ammissibilità.

Le Motivazioni dietro il Ricorso Inammissibile

L’ordinanza della Corte fornisce una spiegazione chiara e didattica delle ragioni che hanno portato alla declaratoria di inammissibilità. Queste motivazioni sono fondamentali per comprendere come evitare errori simili.

Motivi Ripetitivi e Infondati

Il primo motivo di ricorso, relativo alla non punibilità e alla testimonianza, è stato giudicato “manifestamente infondato e meramente reiterativo”. Questo significa che la ricorrente si è limitata a riproporre le stesse identiche argomentazioni già presentate e correttamente respinte dalla Corte d’Appello. La Cassazione non è una terza istanza di giudizio sui fatti, ma un giudice di legittimità che valuta la corretta applicazione della legge. Ripetere doglianze già vagliate e disattese senza addurre nuovi e specifici vizi di legittimità rende il ricorso inutile e, quindi, inammissibile.

Motivi Nuovi non Ammessi in Cassazione

Il secondo motivo di ricorso è stato dichiarato inammissibile per una ragione ancora più netta: non era stato sollevato nel precedente grado di giudizio, ovvero in appello. Il sistema processuale prevede che le questioni vengano affrontate nei gradi di giudizio competenti. Introdurre per la prima volta un argomento davanti alla Corte di Cassazione, che avrebbe dovuto essere discusso in appello, costituisce una violazione delle regole procedurali che porta all’immediata inammissibilità del motivo stesso.

Le Conclusioni: Condanna alle Spese e Ammenda

Le conseguenze della declaratoria di ricorso inammissibile non sono state solo procedurali, ma anche economiche. La Corte ha condannato la ricorrente non solo al pagamento delle spese processuali, ma anche a versare una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Questa sanzione aggiuntiva non è automatica, ma viene inflitta quando, come in questo caso, la Corte ritiene che il ricorso sia stato proposto “in colpa”. Citando una sentenza della Corte Costituzionale (n. 186 del 2000), i giudici hanno stabilito che l’aver presentato un’impugnazione con motivi così palesemente infondati e proceduralmente scorretti costituisce una condotta colposa che merita di essere sanzionata per aver inutilmente impegnato il sistema giudiziario.

Perché un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Un ricorso può essere dichiarato inammissibile se i motivi sono manifestamente infondati, si limitano a ripetere argomenti già respinti nei gradi precedenti (meramente reiterativi), oppure se vengono sollevate per la prima volta questioni che dovevano essere dedotte in appello.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
La parte che ha proposto il ricorso viene condannata al pagamento delle spese processuali. Inoltre, se la Corte ritiene che il ricorso sia stato presentato con colpa (ad esempio, perché palesemente infondato), può condannare il ricorrente al pagamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, come avvenuto in questo caso con una sanzione di 3.000 euro.

Cosa significa che un motivo di ricorso è ‘meramente reiterativo’?
Significa che l’argomentazione presentata nel ricorso non fa altro che riproporre le stesse critiche e censure già esaminate e correttamente respinte dal giudice del grado precedente (la Corte d’Appello), senza introdurre nuovi e validi profili di legittimità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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