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Ricorso inammissibile: quando è non impugnabile

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile presentato dalla parte offesa contro un’ordinanza del GIP, poiché il provvedimento non era impugnabile. Il ricorrente è condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 24 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione e i Limiti all’Impugnazione

L’ordinamento giuridico stabilisce precise regole per contestare una decisione giudiziaria. Quando queste regole non vengono rispettate, si può incorrere in una dichiarazione di ricorso inammissibile, con conseguenze non solo procedurali ma anche economiche. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione illustra perfettamente questo principio, offrendo un chiaro monito sull’importanza di verificare la natura del provvedimento che si intende impugnare.

I Fatti del Caso: Un Ricorso Contro un’Ordinanza del GIP

La vicenda trae origine da un procedimento penale a carico di ignoti. La persona offesa dal reato, non soddisfatta di una decisione presa dal Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) del Tribunale di Milano, decideva di presentare ricorso direttamente alla Corte di Cassazione. L’obiettivo era quello di ottenere l’annullamento dell’ordinanza emessa dal GIP in data 30 gennaio 2025.

Tuttavia, l’iniziativa si è scontrata con un ostacolo procedurale insormontabile che ha determinato l’esito del giudizio prima ancora di entrare nel merito della questione.

La Decisione della Corte: La Regola del Provvedimento non Impugnabile e il Ricorso Inammissibile

La Suprema Corte ha esaminato il caso e ha emesso una decisione netta e immediata. Il ricorso è stato dichiarato inammissibile. La ragione di questa pronuncia risiede in un principio fondamentale del diritto processuale: non tutti i provvedimenti del giudice possono essere oggetto di impugnazione.

Nel caso specifico, l’ordinanza emessa dal GIP del Tribunale di Milano rientrava nella categoria dei ‘provvedimenti non impugnabili’. Di conseguenza, il ricorso presentato era ‘geneticamente’ viziato, ovvero privo fin dall’origine dei presupposti di legge per poter essere esaminato. La Corte, rilevata questa carenza fondamentale, ha proceduto con una declaratoria de plano, ovvero una decisione sommaria basata sugli atti, senza la necessità di tenere un’udienza di discussione.

Le Motivazioni

La motivazione della Corte di Cassazione si fonda sull’applicazione diretta dell’articolo 616 del Codice di Procedura Penale. Questa norma stabilisce che, in caso di rigetto o di inammissibilità del ricorso, la parte privata che lo ha proposto deve essere condannata al pagamento delle spese del procedimento.

In aggiunta, la legge prevede il versamento di una somma di denaro alla Cassa delle Ammende. La Corte ha ritenuto equo determinare tale somma in euro 3.000,00. La decisione sottolinea che l’inammissibilità ‘genetica’ del ricorso travolge ogni altra questione, incluse eventuali note d’udienza prodotte dalla parte, rendendole irrilevanti ai fini della decisione. La condanna alle spese e alla sanzione non è una scelta discrezionale, ma una conseguenza diretta e obbligatoria prevista dalla legge per chi attiva inutilmente il sistema giudiziario con un’impugnazione non consentita.

Le Conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un concetto cruciale: prima di intraprendere un’azione legale, è indispensabile un’attenta analisi dei presupposti processuali. Presentare un ricorso inammissibile contro un provvedimento non impugnabile non solo non porta al risultato sperato, ma comporta anche significative conseguenze economiche. La decisione serve da promemoria per le parti e i loro difensori sulla necessità di agire nel pieno rispetto delle regole procedurali, per evitare di incorrere in condanne che aggravano la propria posizione senza alcuna possibilità di ottenere una revisione della decisione contestata.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché è stato proposto contro un’ordinanza del GIP che, per legge, è un ‘provvedimento non impugnabile’, ovvero non può essere oggetto di ricorso.

Cosa significa che la decisione è stata presa ‘de plano’?
Significa che la Corte di Cassazione ha deciso in modo sommario, sulla base della sola documentazione presentata, senza necessità di un’udienza, poiché la causa di inammissibilità era evidente e non richiedeva ulteriori discussioni.

Quali sono le conseguenze economiche per chi presenta un ricorso inammissibile?
In base all’art. 616 del codice di procedura penale, la parte che ha presentato il ricorso inammissibile è condannata al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma in favore della Cassa delle Ammende, che in questo caso è stata fissata in 3.000,00 euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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